giovedì 31 dicembre 2009

La Dynamo Minsk batte il Davos e vince la Spengler Cup 2009!

La Dynamo Minsk batte di misura il Davos, più di quanto non dica il punteggio, 3-1, e s’aggiudica, per la prima volta nella sua storia (e alla prima partecipazione!), la prestigiosa Spengler Cup, che l'anno prossimo cambierà formula (sei squadre divise in due gironi).

Pur in una partita assolutamente equilibrata, con occasioni da ambo le parti, i bielorussi, che nel ranking mondiale seguono da vicino gli svizzeri (in settima posizione), hanno vinto perché giocano in una lega di maggior livello e sono abituati a pattinare con ritmo e velocità superiore al Davos, sfruttando con abilità e freddezza i (pochi) errori degli avversari. Il Davos esce a testa alta e paga, a livello mentale, la partita della sera prima e forse la cabala che rende difficile battere due volte la stessa squadra in una breve competizione (avendo già sconfitto i bielorussi nel girone eliminatorio).

Il Davos inizia con Genoni in porta, Forster, Naumenko, Kolnik, Guggisberg, Reto Von Arx, la Dynamo Minsk con Mezin dietro a Jokela e Westcott, Peltonen, Kulakov, Platt in prima linea.
Dopo i primi tentativi di Clarke e Widing, i bielorussi prendono possesso del terzo avversario e costringono i campioni svizzeri sulla difensiva, la pressione è continua, il ritmo velocissimo e senza interruzioni costringe all’errore la difesa del Davos che lascia indisturbato Peltonen di servire il cecchino Kulakov che da distanza ravvicinata fulmina l’ottimo Genoni, che successivamente si salva alla grande dal duo Meleshko-Mikhalev e dal primo power play della partita causa la penalità fischiata a Weding al 15’. Anche il Davos sul finire del tempo ha una superiorità numerica, Rizzi non concretizza l’ottima occasione, che diventa doppia a cavallo dei due tempi, ma Clarke prima su assist di Kolnik e poi a tu per tu con Mezin non riesce a realizzare.

Il Davos non si lascia intimorire neppure nella seconda frazione di gioco, più equilibrata ma con la Dynamo che trova il doppio vantaggio con Kochetkov che cattura il rimbalzo e segna dopo un tiro di Chupris e, dopo i tentative di Burgler (stoppato dal compagno Salmonsson), Dino Wieser (fermato in tuffo da Lintner) e di Weding su imperiosa cavalcata di Forster, sale in cattedra nell’ultimo drittel, dove Mezin ripete la straordinaria prestazione del suo vice Koval nella “semifinale” con il Team Canada. Se nulla può da principio nella mischia risolta da Kolnik, sfodera poi una serie di parate eccezionali davanti a Kolnik, Reto Von Arx, ancora Kolnik e poi Duca. Nel disperato assalto finale il Davos tenta l’estrema mossa di togliere Genoni ma è infilzato da Mikhalev.

La Dynamo esulta e Mezin, già miglior portiere del Campionato del Mondo 2009 ed eroe della finale, può baciare la telecamera in segno di trionfo, mentre Andrievski e Del Curto si danno la mano cordialmente da veri gentlemens.

mercoledì 30 dicembre 2009

Dynamo Minsk-Davos finale della Splengler Cup, Ritorno...al futuro!

Per la prima volta dopo quattro anni il Team Canada non giocherà la finale della Coppa Spengler, che avrà come atto conclusivo lo stesso match d’apertura, la Dynamo Minsk contro i padroni di casa del Davos.

I bielorussi hanno vinto di misura contro la squadra di McTavish, grazie alle sue stelle e all’ottima prestazione di Koval, preferito tra i pali a Mezin, distintosi in particolar modo nella fase finale della partita, quando ha eretto un muro davanti all’assedio del Team Canada.
La Dynamo Minsk passa in vantaggio al 9’ con Jokela su assist di Peltonen, ma è raggiunta dopo soli tre minuti da un gol sospetto di McLean, che devia col pattino un tiro di Roche in superiorità numerica, espulso Kochetkov. Ancora una volta è una doppietta a fare la differenza, Kochetkov si fa perdonare della precedente penalità e dà il doppio e decisivo vantaggio alla sua squadra, prima su assist di Chupris al 24’ e poi in power play su combinazione Varlamov-Chupris, davvero scatenati.
I gol di Heins al 35’ e di Vigier al 52’, dopo che Chupris devia alle spalle di Dubielewicz un tiro di Varlamov, si rivelano infatti inutili.
I giocatori della Dynamo si preparano dunque per la finale ma soprattutto per il cenone e i botti di capodanno a Davos, che ottengono come premio partita!

Nella seconda "semifinale" il Davos supera, secondo pronostico e con pieno merito il Mennheim che, una volta esauriti i miracoli della sua difesa più che del proprio goalie, mostra tutti i suoi limiti.
Il gol di Spylo dopo 3’ minuti illude i tedeschi di poter creare la seconda sorpresa della giornata, ma il Davos non ci sta e comincia a bersagliare l’ottimo Brathwaite con Setzinger, Rizzi e Guggisberg, fino all’errore decisivo di Hedlund, che consente a Salmonsson e Clarke di confezionare la rete di Dario (un nome, una garanzia) Burgler.
Nel periodo centrale, il Davos esibisce un miglior possesso del disco che si traduce in piacevoli trame di gioco e in numerose occasioni da rete, soprattutto con la prima linea Kolnik-Reto Von Arx-Guggisberg, quest’ultimo davvero imprendibile.
Come nella partita del pomeriggio, l’equilibrio è rotto nella fase centrale del secondo periodo, quando i marcatori sono Kolnik e Salmonsson, ma il maggior merito è di Guggisberg, meraviglioso ispiratore e suggeritore delle reti.
Il terzo periodo è un monologo e il Davos cercherà domani d’impedire ad un’altra Dynamo, dopo quella di Mosca l’anno scorso, di iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro del torneo.

N.B. Meglio commentare la Spengler Cup che la partita amichevole della Juve contro l'Al Ittihad (2-2 il finale), vedendo il primo gol subito da Manninger da trenta metri e la seconda rete con la difesa tagliata fuori da un colpo di tacco in area. Se non con Hidding (prima o poi arriva), si potrebbe provare con Brathwaith e l'allenatore del Mannheim!

martedì 29 dicembre 2009

Anche il Team Canada perde, domani resa dei conti a quattro alla Spengler Cup!

Una sorpresa e una conferma nella quarta giornata della Spengler Cup, con la sconfitta del Team Canada ad opera del Mannheim per 5-2 e la facile vittoria della Dynamo Minsk sul Karlovy Vary già fuori dai giochi.
I risultati fanno delle partite in programma domani due vere e proprie semifinali: chi vince tra Team Canada - Dynamo Minsk e tra Davos – Mannheim giocherà la finale del 31 dicembre, chi perde sarà solo spettatore.

Nel primo incontro, il Mannheim si conferma squadra solida, con una difesa ermetica e una coppia di portieri davvero in stato di grazia, degna erede del nostro Mike Rosati che con le sue parate face vincere alle aquile quattro scudetti consecutivi a metà degli anni novanta.
Il primo quarto d'ora di gara vede la netta supremazia tecnica dei canadesi con la foglia d’acero sulla maglia sui tanti connazionali in maglia tedesca, ma i tentativi di Vigier sotto porta, di Heins in contropiede, di Trudel e i vari slapshots nei primi power-play non hanno alcun esito, di fronte alla disarmante sicurezza del colored Brathwaite che sembra davvero insuperabile.
A venire incontro al Mannheim ci pensano due fattori chiave in questo torneo: il gol in “zona Spengler” e il “realizzatore multiplo”. La squadra tedesca apre infatti le marcature a 13'' dalla fine del primo tempo, con Methot in superiorità numerica e, dopo il pareggio canadese ad opera di Trudel a un minuto dall'avvio del secondo parziale, Spylo mette in scena il suo show, andando a segno al 22', 24' e 30'; Steiner completa l’opera su azione di contropiede e rende inutile, a due minuti dalla seconda sirena, la rete di Heins.
Il Team Canada ripete nel terzo tempo la prestazione dei primi 15’ minuti di gara e non riesce, nonostante le buone occasioni (tra cui una doppia superiorità numerica) a superare Brathwaite, che dà un grande dispiacere alla squadra di cui è stato nel passato protagonista.

In serata, alla Dinamo Minsk bastano quattro minuti per schiantare il Karlovy Vary, con tre gol di Meleshko, Chupris e Hyvonen a Sabrik in tre minuti e il quarto, 21” secondi dopo l’ingresso di Mensator, al quarto minuto (!), di Meleshko (doppietta!). I cechi fanno finta di niente, provano a rientrare in partita, ma in sei minuti, al 23”, 25” e 29", Westcott, Hyvonen e Antonov (doppietta anche per lui, sempre su assistenza di Peltonen) ribadiscono la dura lezione.

lunedì 28 dicembre 2009

Primo stop per il Davos nella Spengler Cup, Team Canada troppo forte!

La Spengler esprime i primi verdetti nella terza giornata: il Team Canada ha un piede nella finale, il Davos e il Minsk sono favoriti per l’altro posto, il Mannheim, che ha ancora due incontri da disputare, può continuare a sognare (ma deve ancora incontrare Team Canada e Davos), mentre il Karlovy Vary, che ha perso tutte le tre partite disputate finora (due ai rigori), pur avendo due punti, é fuori dai giochi.

Nel pomeriggio, il Karlovy Vary riesce nell’impresa, a suo modo storica vista la netta supremazia, di perdere con gli Adler Mannheim che, in piena zona Cesarini (o forse sarebbe meglio dire in zona Spengler, visti i tanti gol nei finali di tempo) pareggiano a soli 28 secondi dalla terza sirena con l’italo Mario Scalzo e s’impongono ai rigori.
L’eroe della giornata è il back-up tedesco Lukas Lang che, ancor più del suo collega Fred Brathwaite, autore ieri di una sontuosa prestazione, si rivela decisamente intrattabile e tiene in partita i suoi fino all’ultimo subendo una sola rete (al 12’) dall’ex stella NHL Ziggy Palffy in superiorità numerica e nella serie dei rigori prevale sul goalie avversario Mensator, parando cinque dei sei tiri di rigore.
Più che una partita è un tiro al piccione, ma il nostro Lang non ha alcuna voglia di finire ripieno e sfodera una serie d’interventi notevoli fin dal primo periodo, addirittura miracoloso quello su Kumstat, quando da sdraiato pinza al volo il disco sulla linea di porta e lo trascina (forse quasi) fuori, venendo giustamente premiato dagli arbitri che davanti all’istant replay esprimono stupore per la mostruosa parata.
I cechi pattinano forte anche nel secondo periodo e spesso il Mannheim deve ricorrere alla maniere forti subendo penalità a ripetizione, ma i tentativi di Kristek, Kumstat and Melenovsky, di Kostal e Skuhravy in penalty killing, di Loginov e Kostal su gran tiro di Skuhravy non finiscono nel sacco.
La musica non cambia nel terzo periodo e nell’extra time, nei rigori Spylo risponde a King, ma Papineau dà l’immeritata vittoria ai tedeschi.

Nel big match della serata, non c’è storia tra Davos e Team Canada, che dopo 32 minuti conduce 4-0 con i goals di Vigier, Bell (doppietta) e Tremblay (dopo un errore di Jan Von Arx) e al 34 5-1, quando Daigle risponde al solito Naumenko, Setzinger firma l’inutile 2-5, prima del gol di Trudel che fissa il punteggio sul 6-2.

domenica 27 dicembre 2009

Alla Spengler il Davos sa solo vincere!

Secondo successo consecutivo alla Spengler Cup per il Davos che, dopo la Dynamo Minsk, batte anche i campioni cechi del Karlovy Vary, anche grazie alla tripletta di uno scatenato Juraj Kolnik.
Lo slovacco, come il compagno Reto Von Arx contro i bielorussi, realizza I primi due gol che si rivelano decisivi; prima agguanta il pareggio, con una zampata a nove secondi dal termine del periodo d'apertura, dopo un tiro (di un sempre decisivo Naumenko) che sfugge a Sablik; poi, a metà del secondo periodo, dopo i tentativi in serie di Duca, Clarke e Taticek, Satzinger e Marc Wieser, fugge in contropiede su assist del solito Von Arx e, a tu per tu con il suo connazionale, lo trafigge con uno splendido back hand, subito imitato (sono passati solo 23 secondi!) da Marc Wieser che, sempre su micidiale ripartenza e su assist del fratello Dino, realizza il punto del 3-1 con una fucilata che s’infila maligno tra spalla e pinza del goalie slovacco, prima di finire ko per un micidiale check a centro pista di Prusek.
E dire che la prima parte della gara registra un sostanziale predominio dei cechi, passati in vantaggio al 9’ con Skuhravy, lesto ad approfittare (mettendo il rovescio della stecca) di un disco che Reto Berra, schierato per l’occasione al posto di Genoni, non riesce a trattenere.
Sul 3-1 per il Davos, il match sembra chiuso, Widing fallisce clamorosamente un gol a porta vuota ma, in un susseguirsi di corsi e ricorsi storici, il Karlovy Vary trova la forza di riaprirlo proprio quando mancano ventuno secondi alla sirena del secondo periodo, con una rete capolavoro di Kumstat che in superiorità numerica (espulso Helfer) approfitta di un tiro largo di Nemec per colpire al volo in back hand (ancora una volta!) ed infilzare un incolpevole Berra.
Il Davos però ritrova il doppio vantaggio quasi subito con Paolo Duca, abile a recuperare il disco dietro la porta avversaria e, aggirata la difesa ceca, ad infilare Sablik con un tiro preciso nel sette. Kolnik chiude la contesa al 58’ e firma l’hat trick, su assist (ma va?) di Reto Von Arx.
Nell’incontro serale, non certo esaltante, la Dynamo Minsk batte di misura il Mannheim con reti di Varlamov al 32 e di Kovirshin al 49’, subito dopo il provvisorio pareggio al 47’ di Arendt e mantiene vive le speranze di accedere alla finale del 31 dicembre.

sabato 26 dicembre 2009

Dopo dieci anni, é ancora Spengler Cup!

Solo chi ha avuto il privilegio di poter vivere l’emozione della Spengler Cup nella mitica Eishalle di Davos può capire il fascino di un torneo esibizione che mette a confronto le migliori scuole della vecchia Europa con i mostri sacri canadesi e russi e che in un passato ormai remoto ha visto trionfare tre volte i Diavoli Rossoneri e due il Milano Inter, l’ultima nel 1954.
Correva l’anno 1999 ed il mio esordio era da tempi eroici, partenza da Milano alle 9 del mattino con il buon vecchio Bordi in ritardo d’ordinanza, colazione al Bar di Corso Sempione, bufera di neve a Chiavenna, mani ghiacciate che infilavano a fatica le catene alle ruote della mitica Brava di papà (la Focus non era catenabile!), pranzo continentale (in macchina, come nella miglior tradizione!) a base di tartine avanzate di Natale dopo la cena della vigilia per festeggiare i trent’anni, Maloia superato a fatica, il successivo passo svizzero chiuso e dunque attraversato con la macchina sul treno!!!!! con l’acqua che cadeva da non so dove e sembrava di essere in un autolavaggio. Poi le due partite, la cena con Renato Tosio!!!e un’oretta, dalle 23 alle 24, a cercare la macchina sepolta sotto un metro di neve pulendo un centinaio di auto altrui, viaggio di ritorno in albergo a trenta chilometri di distanza ma a dieci all’ora, solo alberi e neve, neve e alberi, come nel Medioevo, con arrivo alle 3, dicasi 3, del mattino.
Ecco perché dieci anni dopo, purtroppo quarantenne e con il vecchio diavolo rossonero in quel di Toronto, non potevo disertare la gara inaugurale della Spengler, sia pure su Eurosport 2, con un commento da incubo e i bimbi urlanti.
La Spengler Cup edizione n. 83 parte con i padroni di casa del Davos “rinforzato” contro i bielorussi della Dynamo Minsk, ultimi nella Lega russa ma zeppi di fuoriclasse, a cominciare dal trio finnico Ossi Vaananen, Ville Peltonen e Mikko Jokela (ma solo quest’ultimo oggi sul ghiaccio), oltre a Richard Lintner e Sergei Varlamov.
Nelle file grigionesi la gradita sorpresa è il mio ex idolo Armin Helfer, 29 anni, di gran lunga il miglior giocatore italiano, cinque scudetti vinti a Milano, una stagione in Austria all’Innsbruck e lo scorso anno in Svizzera, nel Turgovia (serie B elvetica, allenato da Erwin Kostner), farm team del Kloten, con cui ha pure disputato due incontri in A ma non avendo avuto garanzie di un posto in squadra, ha preferito quest’anno la maglia del Valpusteria, capolista di serie A.
Nonostante il Santone Arno Del Curto scherzi nel pregara con la telecamera di un operatore, il Davos, quarto in classifica nella LNA, inizia molto seriamente e trova il gol dopo otto-secondi-otto, grazie a Reto Von arx che a centro pista devia un tiro senza pretese di Beat Foster, finito in mezzo ai gambali di Koval.
I bielorussi non ci stanno e salgono subito in cattedra, pattinano che è un piacere, costringono la difesa grigionese agli straordinari (Helfer finisce presto in panca puniti) e bersagliano la porta ben presidiata da Leo Genoni (Antonenko centra il palo), anche se prestano il fianco ai contropiedi di Guggisberg e Widing e concedono un paio di penalità; proprio in inferiorità numerica, trovano il pari con una splendida combinazione Kochetkov-Varlamov che l’ex NHL conclude facilmente.
Il Davos chiude il tempo in palese difficoltà, come dimostrano le penalità in serie inflitte al ticinese Duca (in prestito dall’Ambri), all’austriaco Setzinger (rinforzo dal Langnau), al ceco Mahra e soltanto la traversa ferma Stas.
Il secondo drittel sembra la fotocopia del primo, con Guggisberg che dopo soli sette secondi tenta d’imitare Von Arx - ma Koval questa volta è attento – e il Minsk che continua a dominare e passa in vantaggio con Jokela che, lanciato da Chupris, batte Genoni.
Il Davos non ci sta, Joggi, Grossmann e Widing non hanno fortuna, Reto Von Arx ancora una volta sì e fa doppietta su assist di Kolnik, per il 2-2 che chiude la seconda frazione di gioco.
Nel terzo e decisivo periodo, è sempre il Davos a partire lancia in resta (con il buon Reto e Naumenko) e il Minsk a comandare il gioco con Stas in bella evidenza, ma l’equilibrio regna sovrano ed è spezzato solo da un gran tiro dalla linea blu di Naumenko in superiorità numerica.
Il popolo della Vaillant Arena esulta e la birra può scorrere a fiumi fino alla pirotecnica vittoria del Team Canada contro i campioni cechi del Karlovy Vary (che da buon Family Man seguo da internet), 7-6 con botta e risposta (quasi) senza fine, Dobron e Siklenka nel primo periodo, Kristek e Heins, Roche e ancora Kristek, McLean e Zyuzin nel secondo, Pech e Bell, Daigle e Kostal nel terzo, fino all’overtime in bianco e al rigore decisivo di Aubin.

giovedì 24 dicembre 2009

Quarant’anni e vita nuova!

Cambiare per tornare grandi e per rivivere le emozioni di questi quarant’anni. Ecco il regalo che aspetto dalla Juve.

mercoledì 23 dicembre 2009

Il ritorno di Bettega? Piuttosto che niente, meglio il piuttosto!

Se Jean Claude Blanc pensa di risolvere la crisi di gioco e di risultati in cui é sprofondata la Juve con la nomina di Roberto Bettega a vice direttore generale, siamo davvero alla frutta.
Intendiamoci, Bobby-gol sarà senz'altro utile alla causa e non solo perché "è in grado di trasferire allo staff tecnico e alla direzione sportiva esperienza e autorevolezza, garantendo ulteriore solidità alle nostre ambizioni".
Bettega va a colmare almeno la lacuna più evidente in società, ovvero l'assoluta incompetenza tecnica che ha portato in tre anni clamorose campagne d'indebolimento, da Boumsong a Grosso.
Certo speravo, sotto Natale e in vista del compleanno, a regali più consistenti, ma si sa, negli ultimi tempi, accantonati caviale e champagne, abbiamo dovuto accontentarci di quei brodini caldi un poco insipidi ma che mettono a posto lo stomaco. Speriamo che Bettega riesca a mettere a posto la rosa!

domenica 20 dicembre 2009

Col Catania come alla Corrida, dilettanti allo sbaraglio!

La più grande delusione della giornata è constatare che tutto scorre come se nulla fosse successo.
Ferrara non pensa a dimettersi e per Blanc si va avanti così. Evidentemente, il senso della vergogna e del ridicolo non sono di casa.
Senza tanti ragionamenti ed elucubrazioni, giova ricapitolare i fatti nudi e crudi dopo la vittoria (di Pirro) contro l’Inter. 8 dicembre: 1-4 in casa con il Bayern ed eliminazione dalla Champions; 12 dicembre: sconfitta 3-1 a Bari; 20 dicembre: 1-2 contro il Catania, ULTIMA in classifica. Prima ancora, in ordine sparso, tonfi a Palermo, in casa contro il Napoli (dal 2-0), a Cagliari e Bordeaux.
Bilancio delle ultime 6 partite: 5 perse e 1 vinta.
Il caso Cannavaro, la solita campagna d’indebolimento estivo, gli infortuni a ripetizioni, il gioco scadente ed inesistente, il raccapriccio di Lapo, le contestazioni (comunque eccessive), nulla scuote il trio (con Secco) delle nefandezze.
Mi devo sorbire anche Ranieri che pontifica dopo i disastri dell’anno scorso. Follia!
Come quella che sciorina il nostro Mister, che sbaglia ancora una volta la formazione, scegliendo Tiago che causa il rigore del primo tempo e determina di fatto la partita, perchè il Catania, nonostante il provocatore Mihajlovic, non fa un tiro-uno in porta. Il primo tempo é da museo degli orrori, Melo è imbarazzante ed é sostituito alla mezz'ora da Salihamidzic, la squadra lenta, impacciata, mai pericolosa.
Il secondo tempo é migliore, Marchisio davanti alla difesa gioca alla grande, Brazzo spinge, il Catania non esiste, Diego spreca una grande occasione ma pesca il rientrante ex Bayern che almeno lui segna. Ma qui, ecco il capolavoro di Ferrara: stiamo dominando ma non s'accontenta, sbilancia come al solito la squadra, mette Giovinco al posto di Tiago, sguarnisce il centrocampo, contropiede d'ordinanza e la frittata é fatta. Trezeguet sbaglia, Izco no, l'assalto finale non serve.
Sarà un compleanno (il quarantesimo) e un Natale amaro e senza il regalo che aspettavo, nè prima, nè dopo la partita. Il nocchiero non abbandona la nave, il Titanic non ha insegnato niente da queste parti!

sabato 19 dicembre 2009

Per il post Ferrara, nè palla avvelenata nè minestra riscaldata!

Se qualche boccalone aveva potuto credere alla panzana del Mancio sulla panca della Vecchia Signora, oggi finalmente avrà capito che l'idea era balzana, non tanto per il passato nerazzurro, ma per...il conto in banca dell'ex pupillo di patron Moratti, che trova ora nuova linfa dagli sceicchi del Manchester City.
Questo non deve significare strada spianata per il Marcello Nazionale, che tanto bene ha fatto alla causa bianconera ma dubito potrebbe fare al caso nostro per il futuro.
Abbiamo semmai bisogno di un grande Mister, abile nel fare le nozze con i fichi secchi (Alessio e C.), che sappia scegliere e lanciare giovani di grande talento e che dia un gioco finalmente credibile, arioso, spumeggiante e soprattutto veloce.
Un solo nome al comando, a mio parere, Arsène Wenger, il profeta dell'Arsenal dei giovani, semplicemente il migliore, perfetto per lo stile Juve.
In alternativa, Martin O' Neill, ex Celtic (e già per questo adorato) e attuale condottiero di un ottimo Aston Villa.
In alternativa, potrei accontentarmi di Guus Hiddink...

sabato 12 dicembre 2009

Caro Diego, fiducia immutata!

Serata nerissima, secondo tempo arrembante, sfortunato, dieci occasioni da gol, Tiago ne sbaglia due, Trezeguet idem, Gillet fa un miracolo su Poulsen, Diego sbaglia un rigore disturbato dal solito laser, Legrottaglie sfiora l'incrocio, Tiago e Camo s'infortunano, Almiron segna, Giovinco e Amauri ci vanno solo vicini.
Campione, andrà meglio la prossima volta.

La Gazzetta chiama, Tagliavento risponde!

Presentando le curiosità della partita del San Nicola, l'ineffabile rosea non trovava di meglio che sottolineare, per prima cosa, il fatto che la Juventus non avesse subito alcun rigore contro, tacendo ovviamente che non ne ha avuto neppure uno a favore. E cosa succede nel primo tempo? Dopo il gol regalato da Marchisio a Meggiorini e il gentile omaggio di Gillet a Trezeguet, l'uomo in nero s'inventa un penalty per il Bari, con Barretto che cerca il piede di Cannavaro e Barreto che trasforma. E ora? Speriamo nel pari.

Juve - Bayern 1-4, umiliazione totale

Le lacrime di Diego sono il miglior commento al disastro totale e senza precedenti.

sabato 5 dicembre 2009

Juve-Inter, 5 dicembre come 5 maggio!

E finalmente, nella giornata più importante del campionato, la Juve si sveglia, dopo un sonno profondo che sembrava ormai un letargo e lancia un segnale fondamentale per il morale di tutti, tifosi e giocatori (ma non per il campionato, come invece dice l’uomo partita Marchisio ancora ebbro di felicità).
Forte della mia reliquia-maglietta che stamattina mi guardava invitante e trasudava di grandi aspettative (primo segno), sono entrato in clima partita con molta circospezione, attento, concentrato ma senza l’entusiasmo di tanti derby d’Italia.
Confortato dalla formazione di Ferrara che finalmente teneva conto delle mie indicazioni (secondo segno), vedo un primo tempo sofferto, dove il bel gioco è uno sconosciuto e la tensione la fa da padrone, nulla da segnalare fino al ventesimo, se non un rigorino su Sissoko spostato da Muntari mentre si appresta al tiro e una trattenuta di Canna su Samuel che naturalmente viene sottolineata con enfasi diversa da una altrettanto evidente di Motta su Alex o dello stesso Samuel su Chiello a fine primo tempo.
Ho la freddezza e il buon senso di non esultare sul gollonzo che al minuto venti ci porta in vantaggio, la solita punizione assist di Diego per Chiello (o Melo o Del Piero, le immagini di Sky, scadenti come la telecronaca di Stanlio Caressa e Olio Bergomi, non chiariscono) che sbatte sul ginocchio di Lucio e va in porta lemme lemme, con moviola Julio Cesar che sembra il Manninger dell’anno scorso. Le doti che non ha quel lord inglese di Mourinho, che accetta con la solita classe la rete viziata a suo dire da un fallo inesistente (ovviamente netto) di Samuel su Del Piero e viene espulso su segnalazione del quarto uomo che almeno lui ci vede.
Poi la Juve scompare, l’Inter gioca bene, ci schiaccia e dopo sei minuti di predominio assoluto, raggiunge il pari con la dormita della difesa bianconera, che prima si perde Stankovic e poi ancor più grave Eto’o in mezzo all’area. Il primo tempo vola via, solo Alex prova ad impensierire JC ma niente di che.
Nell’intervallo mi arriva la telefonata da Toronto ed è qui che cambia la partita per me, capisco che la serata è quella giusta, allora e solo allora i segnali mi appaiono chiari, sono veri messaggi più che presagi, la mia presenza diventa quella delle serate giuste, quando sembravo un leone in gabbia, altro che zebra.
Ma è al decimo del secondo tempo la vera svolta della partita. Dopo un totale equilibrio, Bergomi sentenzia che l’Inter domina e la Juve non c’è, tempo solo un minuto, dopo una pericolosa azione nerazzurra, arriva una sontuosa ripartenza, con Buffon che lancia lungo per Diego; il brasiliano si gira su se stesso e pesca Marchisio con un lungo lancio che accarezza la linea di fondo, il giovane campioncino punta Chivu, la mette in mezzo per l’accorrente Sissoko, che esplode un destro mal respinto da JC sui piedi di Claudio, che inventa un gol da cineteca, controllo sinistro-destro e ancora sinistro per un leggendario pallonetto che impallina il numero 12.
Da qui è sinfonia Juventus, energica e dinamica come Caceres che ha l'argento vivo addossso, Ferrara mette Camoranesi per Del Piero (vuoi vedere che mi legge?), entra anche Balotelli ma sparisce l’Inter, che accetta con la signorilità di sempre il verdetto negativo e la butta in corrida. Allora si erge protagonista Super Mario, uomo buono, corretto e pacifico secondo solo al Mahatma Gandhi; prima simula su Grosso poi, non contento, toccato da una gomitata di Felipe sulla mano, si getta a terra come colpito in faccia, l’arbitro ci casca come una pera cotta ed espelle Melo, ma non Chivu che fa il galletto con Sissoko o Thiago Motta che se la prende con Buffon.
Ma ormai scorrono i titoli di coda, è tempo di festeggiare, per dirla come John Elkann, "una grandissima vittoria, una straordinaria impresa come il gol di Marchisio, una Juve pronta per le partite importanti" o una buona Juve che almeno sta sera ci fa la grazia, per dirla come il sottoscritto. Perchè ha ragione Ferrara, bello battere i (pseudo) campioni, ma bisogna sempre giocare così. Ne saremo capaci? Non lo so, ma questa notte é solo nostra e di un bimbo che domani compie cinque anni e avrà un compleanno felice.

lunedì 30 novembre 2009

De Marco dà il colpo di grazia ad una Juve moribonda!

Ancora una sconfitta, ancora 0-2, ancora un gol nel finale, ma a Cagliari la storia è ben diversa da Bordeaux e il responsabile ha un nome e cognome: Andrea De Marco (lo stesso di quel famigerato Siena-Inter, vergogna!), che evidentemente non contento dei cinque punti che ci separavano dall'Inter, non ci fischia un paio di rigori netti anzi nettissimi e ci spedisce a meno 8 punti dalla capolista, che vince ovviamente su rigore. E' proprio il caso di dire che i conti tornano e madama la marchesa, lo scontro diretto di sabato prossimo non ha più senso.
E dire che la Juve non ha affatto demeritato, un po' sonnolenta nel primo tempo ma quasi arrembante nella ripresa, contro un Cagliari che nelle ultime 6 uscite ha sempre vinto tranne che col Milan ma non è poi sembrato gran cosa.

Il primo tempo è equilibrato, con Allegri che come tutti quelli che incontrano la Juve (e non l'Inter) non ha alcuna paura, anzi è convinto di batterci - questo è il nostro problema maggiore - e dunque schiera ben quattro giocatori offensivi: Lazzari e Cossu in mezzo, dietro alle punte Jeda e Nenè.
I rossoblù sfiorano il vantaggio su punizione violenta di Conti, rimedia Buffon, che però è gravemente colpevole su un bel destro di Nenè, autore di un gollasso da fuori area con la complicità del nostro numero uno, già molto incerto in terra dei Galli.
La Juve è quella già vista contro Maccabi, Livorno, Udinese, Bordeaux ecc, lenta, imprecisa, soprattutto incapace di creare azioni da rete. Amauri è pericoloso come un'alborella in un mare di squali, Diego ha le marce basse, sugli altri, Chiellini e Sissoko esclusi, meglio stendere un velo pietoso.

Nella ripresa la squadra è molto più tonica, trascinata da un Chiello che gronda di sangue e di coraggio; Amauri segna colpendo in qualche modo a centroarea su cross di Caceres, ma la rete non è convalidata per fuorigioco, mica siamo l'Inter.
La Juve spinge forte, costringe i sardi nella propria metà campo e si affida a Capitan Del Piero, che sostituisce Marchisio e va a spalleggiare Amauri.
Proprio il brasiliano viene atterrato da Pisano in area, ma De Marco e soci vedono solo quello che vogliono vedere. Marchetti sventa la punizione tagliata di Del Piero, anche Diego è steso in area ma niente, Matri in contropiede salta facile il vecchio e stanco Canna e trafigge Buffon per il 2-0; nel finale occasionissime ancora per Alex e Diego, ma non c'è più tempo e De Marco, tutto soddisfatto, ci spedisce all'inferno.

sabato 28 novembre 2009

Diego, ecco le soluzioni per Ferrara!

Diego, ecco le soluzioni per Ferrara!

Come purtroppo avevo paventato, anche se comunque in nobile ritardo sulla tabella di marcia, il nostro 28 comincia a dare piccoli segnali che la pazienza ha un limite.

Nessuna dichiarazione roboante, sia chiaro, nessun cenno ad una sua passione milanista da bambino (come Balotelli o Santon!), ma solo la richiesta a Ferrara ad individuare i problemi e spiegare come risolverli.

Fin qui, mi pare il massimo del minimo, un giocatore che, sballottato in ogni parte del campo neanche fosse una trottola, sfinito da un centrocampo che più che a rombo o in linea sembra invero ad minchiam, confida nel suo allenatore (e in chi se no?) per risolvere la situazione.

A tranquillizzare tutti, la successiva precisazione, quando spiega che le parole indirizzate all'allenatore non erano per attaccarlo, ma solo per dimostrare la disponibilità sua e della squadra nei confronti delle sue scelte, «a lavorare tutti insieme, perché solo così possiamo uscire da questo momento negativo».
E poi ancora a dire che « il compito dei giocatori non è dire quello che non va, ma lavorare sodo, al resto ci pensa l'allenatore. Se la Juve gioca male vuol dire che anche il sottoscritto ha giocato male, mi sforzo di parlare italiano e spero che le mie parole non vengano più fraintese".
A questo punto, dopo l'ennesima dimostrazione di classe e d'intelligenza, visto che Diego non puo' dirlo e aspettando Ferrara, ecco tre semplici soluzioni:

1) DIFESA con gente in forma, non con pali sulla fascia (sinistra);
2) TORNIAMO AD UN CENTROCAMPO VERO; da che mondo e' mondo, devi avere un mezzala destra (SISSOKO), un centromediano davanti alla difesa (FELIPE MELO) e una mezzale sinistra (MARCHISIO), senza tante palle; CAMORANESI non puo' giocare in nessuna di queste tre posizioni;
3) ATTACCO a due punte (due qualunque dei quattro, quando e su guariranno) con un trequartista (DIEGO). Contro le grandi squadre o nei finali di partita o quando sei alla frutta come adesso, dentro anche CAMORANESI a tener palla sulla mediana e DIEGO più avanti al posto di una punta, stop.
E poi CORRERE, CORRERE e ancora CORRERE!

P.S. Per dirla in altro modo, copiamo MOURINHO e l'Inter, tanto si gioca in Italia!

giovedì 26 novembre 2009

A Bordeaux continua lo psicodramma Juve

Nessun dramma, sia chiaro, per tre fondamentali ragioni.
Primo, perché stiamo pur sempre parlando di calcio; secondo, perché abbiamo ormai fatto il callo a queste delusioni; terzo, perché un pareggio a Bordeaux non avrebbe cambiato in alcun modo il senso delle cose, siamo costretti a battere il Bayern in casa, ma anche in tal caso l’eliminazione dalla Champions sarà solo rinviata agli ottavi, dove troveremo le prime classificate degli altri gironi, oggettivamente di un altro pianeta.
Commentare la partita non ha senso, se sei sovrastato in ogni zona del campo, se gli altri corrono e tu cammini, se fai fatica a fare un tiro in porta per tempo, in tutti e due i casi di Diego, che peraltro si mangia anche un gol quasi fatto, dopo l’unico lampo di Del Piero.
Proprio da Diego occorre ripartire, sperando che non perda la pazienza in una squadra dove la confusione tattica regna sovrana, la condizione fisica è pietosa, il livello tecnico spesso inadeguato e l’unica cosa abbondante sono gli infortuni (ultimo in ordine di tempo Amauri, ormai il centravanti é Immobile). Se non è questo uno psicodramma….

mercoledì 25 novembre 2009

Tutta la verità su Barcellona-Inter!

Dieci ragioni di una sconfitta inimmaginabile alla vigilia per i tifosi nerazzurri (abituati a ben altri risultati nella Champions):

1) Al Barcellona mancavano Ibra e Messi, é vero, ma non sono poi così forti;
2) Il Barca ha bluffato, perché erano assenti solo quattro titolari, in quanto, oltre a Ibra e Messi, l'influenza A alla fine ha colpito solo due giocatori;
3) I sostituti di Ibra e Messi sono molto più forti di loro;
4) All'Inter mancava Sneijder, l'unico giocatore fondamentale e insostituibile;
5) L'Inter non é abituata a sfidare squadre che giocano a memoria;
6) Maicon era destabilizzato dopo le due giornate di squalifica per aver detto Vai Tu al guardalinee;
7) Eto'o era condizionato dai fischi (ovviamente) razzisti del pubblico blaugrana;
8) Balotelli depresso a causa dei cori dei tifosi juventini;
9) C'era un rigore netto che, trasformato, avrebbe dato il là alla sicura rimonta e alla certa e conseguente vittoria;
10) Il primo gol non vale perché l'Inter é molto più forte e pericolosa di testa del Barca, mentre il secondo gol é irregolare perché non puoi impedire all’avversario di giocare per più di 25 minuti consecutivi.

Ma soprattutto, se il Giudice sportivo della Champions verificherà che il Barca ha nascosto troppo la palla all'Inter e non le fatto superare abbastanza la metà campo, c’è il rischio di dover ripetere la partita e forse non si rigiocherà al Camp Nou, chissà…

martedì 24 novembre 2009

Contro NY Islanders 61 tiri contro 21, ma 3-4, i soliti Leafs!

Non pago dell’ultima delusione subita da Calgary – cui evidentemente porto fortuna visto che sabato vedo Igilna mettere a segno una tripletta e vincere d’autorità il botta e risposta del secondo periodo contro i Kings di Doughty e Frolov – decido questa mattina di alzarmi presto e di seguire, dagli schermi di ESPN America, gli ormai “miei” Maple Leafs che ospitano all’Air Canada Center i fin qui non irresistibili Islanders.
Presto ma non troppo presto, ovviamente, comunque in tempo per vedere Gustavsson prendere tre pere in tre minuti, su tre tiri consecutivi da Tambellini (31’), Moulson (32) e Bergenheim in inferiorità numerica! (34’) e lasciare il posto, come ormai d’abitudine, al buon Vesa.
Non faccio a tempo a metabolizzare l’ennesima lezione, che quel trottolino di Kessel riapre subito la partita (35’); inizia allora un bombardamento mai visto contro il leggendario (e per questo simpatico) classe 1969 Roloson che, essendo comunque umano, non può nulla contro il vecchio pirata Primeau (42’) e il biondo (con trascorsi all’amata Eishalle di Davos) Hagman (49’).
Si va ai supplementari, in una escalation di tiri (61, sì, sono proprio S-E-S-S-A-N-T-U-N-O, massimo NHL stagionale e record di franchigia pareggiato dopo 34 anni) addosso al buon Dwayne, che ha termine con la solita nefandezza difensiva, capitalizzata a 43’’ dalla fine da Bailey.
Q-U-A-R-A-N-T-A tiri in meno, ma un gol in più, contro i Leafs ogni prodezza è lecita!

lunedì 23 novembre 2009

Juve, Grosso... punto di domanda!

La prestazione più brutta della stagione, molto simile a quella di Tel Aviv - decisa come allora da una sola azione decente, una triangolazione iniziata da Poulsen che apre per Caceres, bravo a mettere in mezzo per la volee di Grosso - lascia molti punti interrogativi.
Il primo tempo é incomprensibile e lascia stupefatti per il nulla che esprime la Juve, solo un paio di brividi da due tiri di Diego, un gol mangiato da Amauri libero davanti ad Handanovic e un tiretto di Giovinco, in compenso una quantità industriale di errori, con Melo in brutta evidenza.
Il secondo tempo non é molto diverso, anche se con Sissoko al posto del confuso brasiliano cambia un pò la musica, più pressing e determinazione, qualche discreto fraseggio, in particolare tra un rientrante Del Piero ancora lontano dalla forma migliore e un Diego bravo anche a sacrificarsi sulla fascia e convincente nel suo obiettivo di giocare, vincere ed anche di riconquistare la nazionale, che si lamenta solo delle squadre avversarie troppo chiuse e del terreno di gioco scivoloso, ma tace benevolo sul resto.
Se questa é la risposta all'Inter, allora "buona notte suonatori", anche a Ferrara contento della "vittoria importantissima e meritata in una partita molto difficile e delicata", contro un Udinese invero morbida come un piumino d'oca. Ma poi riconosce che i nostri sono stati lenti e con poco movimento (specie nel primo tempo) e pensa al Bordeaux con preoccupazione. La stessa che provo io di fronte ad un film già visto troppe volte quest'anno e al cui confronto, anche la foto delle lasagne di mia moglie é più divertente.

lunedì 16 novembre 2009

Mancinelli e Hall salvano il 140° derby... e la pizza!


Reduce da tre sconfitte stagionali al Forum, l’Armani Jeans mi fa la grazia e sceglie l’occasione giusta per vincerne una davanti al pubblico amico, ricompensandomi delle delusioni patite davanti alla tv contro Siena, Panathinaikos e Khimki (per non parlare di Varese, Caserta e Prokom).
Davanti a Re Giorgio (che intravedo da lontanissimissimo, pur adagiato nel mio Sky box) "Santo subito" per la pazienza (e la passione) che ci mette, l’Olimpia parte forte con Mancinelli che segna 8 punti, con un paio di grandi schiacciate, nel 10-8 del 7’ e illude di poter scappar via, di fronte a una Ngc tutt’altro che irresistibile e che spara a salve dall’arco dei tre punti, ma capace di condurre il primo quarto 16-14 con Markoishvili, ex bimbo prodigio nella marca, in bella evidenza.
A guidare la riscossa ci pensa Hall, enigmatico se ce n’è uno, con un assist a due mani, salvando una palla in tuffo fuori dal campo e 5 punti in fila che segnano il parziale di 12-0 per il 29-20 dopo 18’. Al riposo Milano conduce 33-24, frutto anche del dominio (23-9) a rimbalzo e di un buon Bulleri.
Dopo l’intervallo, Petravicius e Mancinelli realizzano 11 punti e al 30’ l’AJ conduce 51-41 grazie a una buona intensità difensiva (bene Rocca anche in attacco) e soprattutto alla zona di Cantù, suicida davanti a Hall che, in stato di grazia come sempre quanto vede i brianzoli (che ancora ricordano lo show dell’anno scorso) si ripete con quattro triple devastanti e chiude il conto, impedendo a quei pasticcioni di Finley e Acker danni maggiori.
Bene così, anche perché la pizza ci aspetta e non ci resta indigesta!

Sapessi com'è strano...sentirsi tra Toronto e Milano!

No, Memo Remigi e Ornella Vanoni in questo caso non c’entrano niente (se non in omaggio alla mia adorata mogliettina e al nostro delizioso pranzo profumato di tartufo bianco), è più che altro una strana domenica di novembre, sospesa tra il grigio del cielo e il verde marrone delle foglie cadenti, senza calcio e senza il 44 rossonero, ritornato alle sue cronache canadesi.
E allora quale modo migliore di celebrare entrambi con una mattinata su Espn America in collegamento con l’Air Canada Center e un pomeriggio live al Mediolanum Forum, per di più con due derby, Toronto-Calgary e Milano-Cantù?
I Maple Leafs sono un po’ come l’Armani Jeans, grande storia, un passato di leggendarie vittorie e un presente di sonanti delusioni. Contro i Flames i presupposti per una bella gara ci sono tutti, una chiara vittoria contro le Red Wings di Detroit e una sfortunata rimonta in quel di Chicago. In più l’ingaggio davanti a due leggende del passato, Wendell Clark e Geoff Courtnall, due facce che parlano (tipo Bud Spencer e Terence Hill o Starsky e Hutch), mica pizza e fichi, la gente li ricorda in adorazione, Clark fa pure una smorfietta quando le immagini alternano ai suoi micidiali slaps alcune mitiche scazzottate, sale il rumore, l’arena trabocca d’entusiasmo, i ragazzi non possono far figure, proprio oggi, dai.
Come va a finire? Con una sconfitta, ovvio se hai una partenza da incubo e prendi due gol in sedici secondi, una fucilata di Iginla e una deviazione sottorete di Nystrom quando ancora non sono passati due minuti. Non basta un tiraccio di Beauchemin in power play a rimettere in carreggiata l’incontro, nonostante un assedio in piena regola alla porta di Kyprusoff, specie se The Monster prende il terzo gol da Boyd al 13’ e viene segato da un Ron Wilson (altra faccia da cinema) lievemente corrucciato... La partita finisce lì, Toronto crede di riaprirla con il talentuoso Stajan al 22’ ancora in superiorità numerica, ma Igilna al 44’ non perdona e Bouwmeester mette il punto esclamativo al 53’.
La rivincita è dietro l’angolo, sempre su Espn America, i miei Colorado Avalanche attendono al Pepsi Center i Vancouver Canucks dei fratelli gemelli Sedin da Ornskoldsvik (quanti ricordi), ma proprio uno dei due, quell’ingrato di Henrik, ce l’ha con noi, marca un hat-trick e ci bastona con un 8-2 che non ammette repliche.
Allora capisco la lezione, dico basta all’hockey e mi dirigo al Forum con un altro mio amicone, dove ci aspettano lo Sky Box e lo Sky Point (non sono come quelli dell’Air Canada Center, ma si difendono). Ma questa è un’altra storia!

martedì 10 novembre 2009

Juve benefattrice della Nazionale e della Serie A!

Scorrendo i marcatori dei tabellini di Serie A, si può notare una singolare coincidenza.
Sempre più spesso i bomber sono ex juventini. Lo avevo già accennato in un'altra occasione, ma anche domenica scorsa l'evento si é ripetuto. Zalayeta 2 volte e Di Vaio in Bologna-Palermo, Palladino e Paolucci in Genoa-Siena, Lanzafame in Parma-Chievo.
Se poi guardiamo l'elenco dei convocati da Lippi, oltre a Buffon e De Sanctis, 7 difensori (!) hanno militato o militano nella Juve, più Camoranesi, Marchionni e Palladino davanti. Se non é record, poco ci manca!

Buon compleanno, leggendario capitano!

Caro Alex, in attesa di celebrare anche sul mio blog le tue gesta, tanti auguri di buon compleanno e grazie per le 262 perle della tua inimitabile carriera bianconera!

domenica 8 novembre 2009

Il 'piangina' Mourinho secondo Ranieri

Mourinho si lamenta troppo? Non c'é più religione...per Sor Claudio.
In effetti, strano ma vero, Mou é molto british nel dopo gara. Se l'Inter non ha vinto - oltre a causa di quel cattivone dell'arbitro, che ha fischiato troppo - il colpevole ha un nome e un cognome: Mario Balotelli, vicino allo zero, atteggiamento indisponente di un diciannovenne misterioso. Poi una marea di scuse: Stankovic sta male per un problema muscolare, Sneijder é al 50 per cento, la Roma é più fresca anche se non ha giocato per vincere (ha pedalato giovedì ma in una coppa dal ritmo e intensità diversa dalla Champions, ovvio) e via discorrendo.
In realtà, senza lo sciagurato portiere ucraino, non avrebbe vinto neppure a Kiev!

Finalmente Diego, finalmente Juve!

Ci sono molti modi per spiegare una partita, ma la realtà é che la Juve, per battere l'Atalanta, ha dovuto vincerla tre volte. E dire che i presupposti di una vittoria c'erano tutti e di natura strettamente tecnica: 1) La mia mitica maglietta blu, autentico porta fortuna e come tale trattato da reliquia, alla sua seconda stagionale; 2) L'anticipo del sabato sera, all'orario giusto, da sempre favorevole; 3) L'avversario, l'Atalanta, squadra amata e rispettata da ogni Juventino, terz'ultima in classifica e decimata dagli infortuni; 4) L'allenatore degli avversari, il nostro grande capitano, delizioso sparring partner per la Juve già ai tempi dell'Arezzo, un pò come il suo collega Walter Zenga per il biscione (a differenza di quell'antipatico di Gasperini che contro di noi sembra Rinus Michels) 5) La dichiarazione d'amore per gli innominabili del doppio ex Pietro Fanna nel pre-partita radiofonico, il che mi spiega a distanza di vent'anni perchè non fosse, al pari di Marocchino, esattamente tra i miei idoli.
Torniamo alle tre vittorie in un unica gara, tre come i gol annullati (altro record), tre come i gol di Camo nella stessa settimana, quattro in quattro partite.
Proprio MG sembra stendere l'Atalanta con un uno-due devastante (prima di testa su assist di Grosso dalla destra!, poi su cross dello stesso da sinistra malamente respinto da Talamonti) dopo 35' di sonnolenza, ravvivati invero solo dai Conte-Boys che radiocomandati dall'intelligente mister battono le fasce, il nostro tallone d'achille, e crano problemi con Valdes che inventa per Tiribocchi e con Ceravolo, ovvero i due che segneranno nel secondo tempo.
Ma la lettura della partita fa ancora difetto a Ciro il Grande e quindi anzichè passare a tre rinforzando la difesa al centro e ai lati (con Nicola per Grosso e Chiello in fascia), si subisce il gol assurdo con la difesa altissima infilzata dalla solita verticalizzazione (e con la complicità di Buffon).
Bravo Melo con una legnata terrificante a trascinare i suoi alla seconda vittoria, qui mi aspetto la citata mossa, ma niente e dunque ancora gol assurdo, questa volta da "orizzantalizzazione" di Valdes per Tiribocchi che apre per Ceravolo che, indisturbato, avendo nei pressi la bella statuina, é libero di fare l'eurogol.
Qui il nostro si sveglia dal torpore, partorisce un topolino (De Ceglie per Giovinco) comunque utile, ormai non possiamo esimerci e dunque chi si rivede? Sì il gol del 28, alleluja, e che gol, un gol d'autore, meraviglioso controllo di sinistro in corsa e carezza in fondo al sacco, dolce come una stop volley di McEnroe o un jab mancino di Ray Sugar Leonard, tanto per restare ai miei due idoli da ragazzino.
E allora ci sta l'urletto d'ordinanza, la presente e viva e il suon di lei, la cinquina griffata David, che raggiunge il mito Sivori e ci fa pensare a quello che poteva essere e non sarà mai quest'anno.

mercoledì 4 novembre 2009

Diego, Caceres, Camoranesi, un'azione da tre punti!

Le uniche note positive sono i tre punti conquistati e la gara di Diego, che predica (bene) nel deserto.
Il nostro 28 é protagonista di tutte le azioni principali.
Prima conquista palla sulla trequarti, dribbla e tira sul portiere, poi finta ancora l'uomo, rincula e illumina in diagonale per Amauri che si fa parere il tiro, quindi serve Tiago per un lob; dopo l'imbeccata di Melo per Amauri che non riesce a concretizzare, ecco una bella punizione; il doppio miracolo di Buffon alla mezz'ora stoppa gli avversari, che vengono superati solo nel recupero da una grande apertura di Diego per Ceceres che mette bene in mezzo per la voleè di Camoranesi, aiutata da una provvidenziale deviazione.
Nel secondo tempo, nulla da segnalare, se non una rete annullata ad Amauri sulla solita punizione di Diego, autore di un'altra grande azione, dribbling fulminante e sinistro largo e di una bella apertura per Camoranesi il cui traversone é deviato senza fortuna da Trezeguet.
L'unico pericolo per la nostra difesa viene da un cross dalla destra, con il solito Grosso che mette i brividi stringendo al centro e perdendo il suo l'avversario.
Che dire? Grazie di cuore, Maccabi!

P.S. Forza Sheva, siamo con tutti con te!

lunedì 2 novembre 2009

Le dieci domande a Monsieur le President

Altro che ultimatum, Monsieur le President, altro che ultimo jolly ormai speso, non ciurliamo nel manico e, s'il vous plait, risponda alle uniche e vere dieci domande che pongono dieci milioni di juventini e non un solo quotidiano di parte.
Perché la Direzione sportiva non é mai stata messa in discussione? Perché così tanti infortuni? Perché quelli rotti, una volta cambiata aria, guariscono miracolosamente? Perché spendere 25 milioni per un mediano, regalando Zanetti e Marchionni? Perché acquistare uno scarto di Inter e Lione quando hai già due terzini sinistri? Perché acquistare una riserva del Barca quando hai già due terzini destri? Perché tenere giocatori deludenti come Zebina, Tiago e Poulsen? Perché prendere un centrale di 36 anni (con tutto il rispetto per il capitano della nazionale) per rinforzare la difesa? Perché non si é mai preso un big per la panchina? Perché non vengono acquistati giocatori giovani e di talento (Diego a parte)?

Nella notte delle streghe la zucca é Ferrara

Com'é possibile perdere 2-3 se a mezz'ora dalla fine stai vincendo 2-0 in casa?
Molto semplice, se hai un allenatore che non sa leggere la partita e hai dei giocatori che a questo livello non ci possono più stare.
Perché se con tutte le giustificazioni del caso, la stanchezza dopo quattro gare in dieci giorni, un calendario pazzesco - Samp al mercoledì e Napoli il sabato alle maledette ore 18 -, una rosa ridotta all'osso da una catena d'infortuni senza limiti, vinci 2-0, proprio per questi motivi devi rinforzare difesa e e centrocampo e chiuderti dietro.
Invece cosa fa il nostro? Mette Tiago al posto di Camo largo a destra nella linea dei fantasisti e già questo é discutibile, poi sul 2-0 non potenzia il centrocampo, ad esempio mettendo subito De Ceglie al posto di Giovinco o Diego, sul 2-1 non toglie Grosso che non sa (o non ce la fa) a fare la diagonale, mettendo Legrottaglie per rinforzare la difesa.
Poi, sul 2-2 con la squadra in apnea anzichè sostituire Trezeguet, toglie Poulsen per inserire Amauri, passando ad un 4-4-2 con Diego all'ala destra (sic!) e Tiago in mezzo che infatti non sa nemmeno rinviare e regala il 3-2. Quando poi la frittata é fatta, al 40' decide di coprirsi e sostituisce Giovinco con De Ceglie! Roba da dilettanti allo sbaraglio e pensare che per 60' eravamo stati più che discreti, con l'incornata di David e il "rigorino" di Giovinco (momenti lo sbaglia, dopo aver fallito il gol in apertura, il piccoletto proprio la porta non la vede), poi il disastro e il buio di Halloween.

venerdì 30 ottobre 2009

La prova del nove alle 18

Qual'è la vera Juve, quella moscia vista contro il Siena o quella devastante che schianta la Samp?
Ai posteri l'ardua sentenza, ma se Diego é il condottiero di mercoledì e il supporting cast tiene, mi accontento di una via di mezzo contro il Napoli. Vamos a sfatare l'ostacolo del sabato alle ore 18!!!

Juve-Samp 5-1, trionfo ed estasi!

La Juve ritorna Juve e con una prestazione sontuosa asfalta la Samp. Diego profeta guida i compagni ad una travolgente prestazione, arma Amauri con il solito schema per la rete sblocca-partita, poi Chiellini chiude d'autorità un triangolo perfetto con super Amauri e mette in ghiaccio i tre punti. Nel secondo tempo Diego ispira Giovinco che assiste Camo per il 3-0, Camo fa lo stesso per Amauriiii e sono 4 e, dopo l'amnesia del Canna, chiude David (con il 162, a 2 dal mitico cabezon) per il 5-1 finale. Ma daiiiiiii!!!

mercoledì 28 ottobre 2009

Juve, via i cerotti, rialzati e corri!

E' tempo di Samp, la squadra più in forma del momento, con la coppia Cassano-Pazzini che fa paura a tutto il campionato.
Senza Caceres (frattura al setto nasale dopo uno scontro in allenamento con Cannavaro!), Iaquinta (appena operato), Del Piero (guarito ma senza ritmo), Marchisio, Salihamidzic, Zebina e Tiago, con Felipe Melo malconcio, ci vorrebbe il solito miracolo di Lourdes.
Per dirla alla Ferrara, ci vuole una Juve più convincente di quella in campo contro il Siena, per i 3 punti occorre fare una grandissima partita, magari ricordando un turno infrasettimanale di qualche anno fa, quando con Capello fu conseguita la nona vittoria di fila dall'inizio, tuttora record, un 2-0 firmato Trezeguet e Mutu.
E allora, se non Lourdes, invochiamo Ribeirao Preto!

lunedì 26 ottobre 2009

Combinazione Diego-Amauri e il Siena va al tappeto!

Come in un match tra due pugili suonati che non si distinguono nemmeno per il colore dei pantaloncini (alzi la mano chi ha capito quale era la juve tra le due squadre bianconere), solo un colpo da ko può risolvere una situazione da pari conclamato.
Ci pensa il solito Diego con l'unico schema che funziona, punizione dal limite, palla telecomandata per la testa di un compagno, questa volta Amauri (mercoledì Chiellini, all'esordio Iaquinta) e 1-0, palla centro e tutti i casa contenti per i 3 punti, non per la prestazione sconcertante come ormai d'ordinanza.
Cercare un'azione degna di noi é più difficile che trovare un bar con la pay-tv a Pavia (provare per credere), meno male che dopo mezz'ora di deserto tra Duomo, Piazza della Vittoria, Corso Garibaldi e Strada Nuova trovo il Bar Castello (di Momo srl, lo prendo come un segno), scopro che non ho perso nulla, vedo l'unico tiro in porta, punizione di Diego per la testa di Chiellini (ma va?), Gigi che salva su Ekdal (strano?) e poi 45 di nulla che più nulla non si può, meno male che Diego c'é (come Valentino Rossi oggi alla non sinfonia mondiale)...e anche Amauri.
La mia maglia porta fortuna, oggi alla prima assoluta, fa la sua parte - é vero l'Armani Jeans perde dopo due tempi supplementari contro Caserta e Nesta fa doppietta e batte il Chievo ancora in rimonta (Max ringrazia da Toronto) - ma per far vincere questa Juve aveva già consumato tutto il fluido!

giovedì 22 ottobre 2009

Diego e Giovinco creano, Buffon salva!

Tre punti dovevano essere e tre punti sono arrivati, ma quanta fatica, sofferenza e pena.
La vittoria come imperativo categorico, lo dicevamo tutti e lo ribadisce un lucidissimo Buffon nel dopo gara, anche per rimediare allo stop imposto dal Bordeaux nel primo turno, che sarà una zavorra fino alla fine del girone.
E' però assurdo, nonostante la crescita anche per il modulo che dà più garanzie alla difesa, esprimere solo a tratti buon gioco contro una squadra mediocre come il Maccabi.
Lo dice il nostro numero uno - vera coscienza critica della squadra – ed è così, perché se é normale concedere qualcosa nei novanta minuti, non é possibile rischiare di subire al novantesimo, occorre più attenzione, senza contare che anche la fase offensiva continua a latitare, qualche occasione c’é stata ma un golletto soltanto é troppo poco.
La prima frazione di gioco si apre con una prodigiosa parata del Gigi nazionale e con una juve al solito incerta e imprecisa, specie in Grosso in più occasioni (una punizione – che era rigore! - scippata al 28 che grida ancora vendetta, due cross e due tiri sprecati da buona posizione), imitato da Diego su punizione e da Sissoko, imbeccati da un imprendibile Giovinco, che salta gli avversari come birilli.
Dopo l'intervallo, i nostri si levano di dosso ogni paura e si trasformano, anche grazie allo show, breve (10 minuti) ma spettacolare, di Diego. Che prima scambia con Giovinco in modo delizioso, poi si guadagna la punizione e fa piombare sulla pera di Chiellini un pallone avvelenato che da solo finisce in rete, non contento serve sulla corsa il piccoletto, da il là ad uno schema su punizione, tenta un meraviglioso pallonetto, smarca con la classica veronica Sissoko, ritenta l'assist su punizione per Chiellini, apre magistralmente per Grosso che serve David in corsa che fallisce il tap-in, fa salire la formica che tira.
Poi la furia di Diego cala, la squadra ripiomba sulle ginocchia, tra erroracci (nostri) e fallacci (loro), si arriva stancamente al 90, soffrendo gli ultimi venti minuti (sic!) in superiorità numerica per l’espulsione di un ragazzino che prima spacca Melo (gran botta e distorsione) e poi stende Chiellini, colpendo un palo con Camoranesi e chiudendo come si era aperto, con una paratona salva risultato del migliore in campo, insieme a Giovinco e Diego.

P.S. I rossoneri tengono alto l’onore di Milano e dell’Italia in Champions (bene fa l’Adrianone a infuriarsi con gli opinionisti di mamma rai che tentano di sminuire il trionfo del Bernabeu), anche se, precisa Buffon, il Real Madrid una o due gioie al calcio italiano le dà ogni anno!!! Ma grande Milan e bravo Leonardo!

mercoledì 21 ottobre 2009

Adesso o mai più!

Se in campionato siamo in crisi, in Champions contro il Maccabi Haifa é quasi già ultima spiaggia: o si vince oggi o addio ottavi. Campione, oggi é il tuo giorno, me lo sento! Diego, ispirati pure a Del Piero, che il palcoscenico con la musichetta lo conosce bene e ammira anche Ferrara che una coppa con le orecchie l'ha vinta, fai quello che vuoi, ma facci sognare!

Questo sabato é triste, per me...ma perchè...

Cantava Celentano, questo sabato é triste, per me...ma perchè...
Ovviamente perché la Juve e' deludente come ormai d'abitudine, anche se un po' me lo sentivo, viste le ultime prestazioni e ricordando che il sabato alle 18 ha spesso portato sfiga, un 2-2 a Messina e uno squallido 0-0 con il Treviso sono ancora impressi nella mia memoria.
Non che abbiamo giocato male, i primi 35 minuti sono stati più che buoni, ma complice la benzina presto finita (squadra vecchia?), la pioggia (altra porta rogna storica) e il solito attacco che non segna mai, anche questa volta é andata storta. Che non fosse serata, lo si capisce subito, l'ammonizione dopo 55 secondi a Sissoko per una simulazione vista solo da Rizzoli sembra un segnale da non sottovalutare, ma é l'incursione di Jovetic che serve Vargas per lo 0-1 a riportarci nel tunnel, con il solito gol, difesa di belle statuine e Buffon che non può nulla, chiunque si presenta davanti a lui diventa implacabile.
La reazione e' veemente, il ritorno di momo trascina i compagni, ma ci pensa Iaquinta a vanificare ogni speranza, fallendo il più facile dei gol con Frey già per terra e togliendo la palla all'occorrente Amauri, che però si rifà subito dopo, depositando in rete a porta vuota una ciccata clamorosa del solito ineffabile Vincenzone, dopo un gran lancio di un sorprendente Poulsen. E pensare che il parruccone ha il coraggio di esultare, una delle scene più brutte mai viste in bianconero.
Il suo partner, in compenso, fa disastri sui due lati del campo, deviando nella propria porta una punizione di Vargas, ma Rizzoli ha la bontà di vedere una trattenuta di Dainelli su Chiellini e non la prima a parti invertite.
Nel secondo tempo non succede più nulla, Amauri continua a non azzeccarne una, nè di piede, nè di testa, Dainelli su di lui sembra Claudio Gentile.
Ferrara cambia a capocchia, prima Camo per Momo, consegnando il centrocampo ai viola, poi De Ceglie per Iaquinta con Diego (la finirà una partita prima o poi?) in avanti, per poi sostituirlo con Trezeguet e il ritorno alle 2 punte.
L'unico sussulto è un tiretto di Sissoko, mentre il solito duo Vargas-Jovetic (dopo il gol, pericoloso anche sul finire del primo tempo) ci grazia nel finale, imitato dalla coppia Gobbi-Gila.
Occorre riconoscere che nella seconda parte della gara la juve è stata piuttosto deprimente e non ha mai dato l'impressione di poter prevalere.
Se tutti (eccetto forse Momo e Poulsen) sono stati sotto tono, del nostro 28 non parlo per rispetto, certo non è il Diego che conosciamo e adoriamo, lontano parente del fenomeno ammirato contro la Roma. A sua scusante, una posizione senza senso, se gli attaccanti sono questi, meglio vederlo là davanti a dare quella fantasia e rapidità che costituisce la lacuna più grave, perchè un gol lo puoi sempre prendere, ma se segni cosi poco, si fa davvero grigia.
La ciliegina sulla torta e' lo 0-5 sulla ruota di Genova, il classico grifone leone con la zebra e agnellino col biscione, complice anche il solito orbo che non vede un rigore grande come una casa dopo 3 minuti su Floccari.
Questo sabato è proprio triste...

P.S. Incredibile ma vero, nel weekend segnano tutti gli ex juventini, Vieira, Miccoli a Balzaretti (che è meglio di Molinaro, De Ceglie e Grosso messi insieme, senza dimenticare Criscito), poi Bojinov e persino, udite udite, Almiron, ci mancavano Di Vaio e Zalayeta e poi la festa era completa!

Dov'é finito il calcio italiano?

Le ultime prove della nostre nazionali ci devono far riflettere sul particolare momento del calcio italiano, che pare aver dimenticato la sua storia e la sua vera essenza.
Intendiamoci, questa riflessione esula dai risultati che sono in linea con la tradizione e tutt'altro che negativi.
Dopo la Coppa del Mondo vinta all'italiana, difesa rocciosa, centrocampo tignoso, attacco concreto, é stato tutto un fiorire di occasioni perdute. Nessuna disfatta, sia chiaro, la nazionale maggiore ha centrato la qualificazione ad europei e mondiali, nel torneo continentale é stata fermata ai quarti, ai rigori e dai futuri campioni d'Europa, l'under 21 e' sempre arrivata al round finale e nell'ultima occasione alle semifinali, battuta immeritatamente dalla Germania, il gruppo dei ragazzi del '90 ha perso la finale europea under 19 e venerdì il quarto di finale del mondiale under 20.
Peraltro non dobbiamo neppure sottacere che le ultime prestazioni sono preoccupanti, l’under 21 ha perso con il Galles e pareggiato con la Bosnia Erzegovina, gli azzurri di Mastro Lippi sono reduci da una Confederations Cup disastrosa, da gare mediocri contro Georgia, Eire e Cipro.
Ma dalla nazionale di Lippi a quelle di Casiraghi e di Rocca, sembra evidente un minimo comun denominatore: non siamo più quelli di una volta, difesa e contropiede.
Chi ha visto l'under 20 sarà rimasto sconvolto dai nostri difensori, incapaci di anticipare o solo di contenere l'avversario, piegando le gambe e scivolando all'indietro, come insegna il manuale a pagina 1, ed invece aggrappati nel vero senso della parola ai pantaloncini dei rivali.
Il contropiede poi é ormai uno sconosciuto dalle nostre parti e pensare che gli altri lo praticano a gogo. Urge un ripensamento e un ritorno alle origini, mettiamo da parte la grandeur e ritorniamo piccoli piccoli, perché solo imitando Calimero noi sappiamo vincere.

Come Lippi...solo Mourinho!

Dopo una partita pazzesca che più pazzesca non si può, 75' minuti da viva al parroco e un quart'ora travolgente con triplo Gila, il nostro CT non trova di meglio che scagliarsi contro il pubblico del Tardini, offeso per qualche coretto da stadio.
Riassunto della puntata precedente: si perdeva 0-2 contro C-I-P-R-O, che se anche Bagni conosce tutti i suoi giocatori a memoria manco fossero DIDIVAVAPELEZAGALO, rimane pur sempre C-I-P-R-O, avete capito bene, C-I-P-R-O.
E’ vero, i nostri sono Campioni del Mondo, meritano rispetto, si sono qualificati sabato, hanno festeggiato, era un'amichevole, 11 tutti diversi da quelli di Dublino, non esistono più le squadre materasso, BLABLABLA, ma giocavamo contro C-I-P-R-O, eccheccasso!!!

P.S. Rispetto all'andata, sono mancate solo le lacrime degli avversari...

martedì 6 ottobre 2009

Dopo la figuraccia indegna di Palermo, solo grandi speranze!

E' forte la tentazione di sparare a zero su tutto e tutti dopo la figuraccia senza precedenti contro il Palermo, che come un anno fa ad ottobre (allora in casa) mette una croce sopra le speranze di vincere qualcosa anche in questa stagione.
Certo la dirigenza, dopo le perle Boumsong 2006, Andrade/Almiron/Tiago 2007, Mellberg/Knezevic/Poulsen 2008, quest'anno si è decisamente superata con Caceres/Grosso/Melo (per Filippo ci sta la definizione di genio del male del Direttore di Tuttosport); Ferrara fa a gara con Ranieri nelle scelte a capocchia (De Ceglie per Diego al 60' grida vendetta, ma ricordiamoci lo stesso De Ceglie per Del Piero nell’ultimo Napoli-Juve sullo 0-1, poi diventato 2-1 o Marocchino per Paolo Rossi nella tragedia greca del ‘83); i giocatori sono molli, stanchi e senza idee.
In 90' minuto non si era mai visto uno zero assoluto di gioco e tiri in porta, a parte una gran traversa, ovviamente del venerabile, finalmente su una punizione.
Non é da oggi (basta vedere il mio primo pezzo) che ho perplessità sulla vecchia signora.
Però mi sforzo, con grandissima fatica, di guardare il bicchiere mezzo pieno.
E allora penso che ogni anno qualche acquisto é stato azzeccato, Iaquinta e Sissoko (se mai tornerà), Amauri (quello vero) e Diego, che i bilanci sono sani, che Ferrara capirà prima o poi che Camoranesi non può fare il centrocampista, che gli infortunati guariranno si spera, che il 28 dimostrerà il suo enorme talento. Soprattutto Lui, il nostro eroe, non può e non deve tradirci.
Lo aspettiamo con immutata fiducia, del resto anche Platini e Nevded hanno avuto bisogno di qualche mese per ingranare. Almeno io, ci devo credere e ci credo.

lunedì 5 ottobre 2009

Alle Quinte per dimenticare!

Per sacrificare un anticipo del sabato sera, ci vogliono di solito due condizioni: la presenza dell'Inter e un buon Ristorante.
Ieri si sono materializzate entrambe e ho potuto gustare un'ottima cena in un nuovo locale, "Le Quinte" in Via Mac Mahon 16.
In realtà di nuovo c'é solo la gestione (lo spazio é quello già utilizzato nel passato, all'interno del Teatro Out Off), ma questa fa la differenza.
L'ambiente é ultra moderno e di tendenza, romantico quanto basta, ma la cucina davvero d'altri tempi, fatta di piatti della tradizione che non si trovano più, nemmeno a Milano, nei quasi 3.200 ristoranti. Insomma una trattoria moderna dai sapori antichi.
Mi sono scofanato un antipasto misto con pancetta di cinta senese e bruschette varie (da provare quelle con zucca e senape) pasta e fagioli all'asciutta, polpettone con patate e fagiolini (ma ero tentato dalla tagliata di scamorza in salsa di melanzane e dalle frittata con cipolle) e una tartatin di mele alla cannella da leccarsi le orecchie. Il tutto a prezzi decisamente umani, lo consiglio senza riserve!
Ho digerito benissimo, merito forse del Barbera d'Asti del 2004...e nonostante il risultato finale dei fenomeni (in Italia). Ma contro il cul, si sa, la ragion non vale...

P.S. Sarà contento chi mi aveva predetto un gol di Sneijder nel finale...

DiegoGrappeggia non segna...ma almeno difende!

Con una prestazione d'acciaio come la maglia, la Juve salva la pelle e esce dall'Allianz Arena con buon pareggio che la rimette in corsa per un posto al sole in Europa.
I patemi d'animo durano 45' minuti, già all'inizio si rischia d'andar sotto con Moeller che fa il bello e il cattivo tempo, é da solo in area ma sbaglia la mira di fronte a Buffon, poi é Klose a impensierire il portierone due volte di testa, sovrasta la difesa ma non centra la porta, infine Ribery ubriaca Grygera e soci ma sbaglia clamorosamente la misura del lob.
Ma soprattutto con un travolgente contropiede (sic!) su un tiro d'angolo bianconero, il Bayern fa venire i sudori freddi, meno male che c'e'...Diego/Grappeggia, che con una rincorsa di 50 metri s'immola su Moeller e ci salva in corner.
No, nessuna magica foglia morta (mai vista una squadra che in otto partite ufficiali non ha almeno una punizia dal limite), nessun assist al bacio, nessuna travolgente cavalcata, nada de nada (tranne due sms da fuori a Butt), ma dal suo cappello a cilindro DRC fa uscire una prodezza...in direzione contraria, comunque decisiva.
La partita finisce lì (e con l'infortunio di Robben), l'Oktoberfest comincia a farsi sentire, i bavaresi si camomillano all'intervallo e la sofferenza finisce.
Anzi, Vincenzone ci caccia l'urlo in gola in un paio di occasioni, come Camo e Re David (meravigliosa la sua girata al volo di sinistro) nel primo tempo, ma forse era chiedere troppo, non siamo mica l'Inter.
E poi il nostro punto é buono, anzi ottimo, una sconfitta poteva essere letale, anche perché il Bordeaux piega il Maccabi nel finale, del resto gira e rigira, ci gira sempre male. Bastano i due minuti finali a Tiago per rifarsi la bua, Del Piero starà fuori ancora 30/40 giorni.
In compenso, chi va via guarisce miracolosamente da tutti gli infortuni, trova una seconda giovinezza e ritrova pure la nazionale, prima Marchionni, poi toccherà a Zanetti, roba da guinness dei primati...

mercoledì 30 settembre 2009

Dopo la mortadella, il wurstel. Speriamo di digerire!

Se l’antipasto a base di..bologna è rimasto indigesto, non ci resta che sperare nel secondo (impegno di Champions, dopo il Bordeaux!), che peraltro si preannuncia non certo leggero, essendo a Monaco di Baviera.

Contro i verdi di Papadopulo, sono emersi tutti i limiti dell’anno scorso, una difesa ballerina che non tiene il risultato, un centrocampo statico e incapace di gestire il possesso palla, un attacco asfittico che produce solo un golletto. Certo, su tutto e tutti pesa la stanchezza e il calendario con impegni ravvicinati, specie dopo la notte di Genova (a proposito, tutte le squadre che giocano alla morte contro di noi, la gara dopo la perdono!!).

Questa notte bisogna dunque aggrapparsi al Buffon versione Livorno, a cuor di leone Iaquinta, al cecchino Trezeguet e all’unico che può fare la differenza, certo che è Lui, il 28. Forse inizierà dalla panca, ma se ci fosse una punizione nel finale…

giovedì 24 settembre 2009

Saccani e soci eseguono...e Collina gode!

Non credo che tra i dieci milioni di juventini ci sia qualcuno così stupido e ottuso che non l'abbia già capito, ma a scanso di equivoci lo dirò senza tanti giri di parole: ANCHE QUEST'ANNO NON CI FARANNO VINCERE UN LAZZO!
Con una discesa in campo tanto fragorosa che...neanche Silvio nel '94, i nostri furbetti del quartierino ricordano a tutti la 'dura lex sed lex' di latina memoria e lanciano uno squillo di tromba assordante: lasciate ogni speranza Voi che giocate.
Il fallo di Eto'o diventa pressing a Cagliari domenica pomeriggio, la zampata di Milito ieri é un fulmine a ciel sereno, la zuccata di Iaquinta un filo eccessiva, scherziamo, questi son pericolosi, van fermati, dove credono d'andare...Poi, come dessert, c'e' Trezeguet quasi in linea ma qui gli orbi riacquistano le diottrie perdute e ci vedono, sì ci vedono, MIRACOLO!!!
Che senso ha parlare di una Signora davvero in palla, tosta al di là delle lacune (Vero Grosso o Legrottaglie?) con Melo barriera umana, Marchisio infaticabile incursore, Iaquinta caterpillar inarrestabile anche se un po' sprecone, Camoranesi pugile ballerino, Trezeguet di nuovo cecchino e pensare che mancavano Cannavaro, Sissooko, Del Piero e Diego luce dei nostri occhi.
Purtroppo in campo c'é il sosia di Amauri - chissà che fine ha fatto il nostro amato parruccone - ma soprattutto Loro, gli ineffabili, ineguagliabili esecutori materiali del vero e autentico OBBEDISCO!
Un consiglio: fate come me, risparmiate i soldi del satellite, fate a meno di Gianni Caressa e Pinotto Bergomi, guardatela a casa di qualcuno (per me é la seconda a casa del papi ed é secondo pareggio, vuoi vedere che porta sfiga) e tornate a casa senza post partita, domani é un altro giorno..

P. S. Mi dicono che Gasperini abbia visto un'altra partita!

domenica 20 settembre 2009

Buffon 'mura' il Livorno

Se quella col Bordeaux e' stata la copia dell'ultima sfida dell'Olimpico, la gara contro il Livorno e' parente molto stretta delle precedenti. Di diverso l'avversario, un Livorno bello ma indolore, che per giunta trova sulla sua strada un Buffon sensazionale (voto 10), che mura ogni palla che gli capita a tiro, come un Lucchetta-Gardini dei bei tempi (e Montali avra' certo gradito). E' un po' di tempo che Gigi e' tornato al top, ma cosi' "intrattabile" non lo e' forse mai stato.
Sara' la fascia di capitano, la perfetta condizione fisica dopo mesi di travagli, ma parate cosi' e in serie sono davvero rare, come le parole misurate nel dopo gara per ricordare i martiri di Kabul.
Lo show ha inizio al minuto cinque in uscita disperata su Tavano dando il la' al gol di Iaquinta, poi mette la manona su Pulzetti, sfiora un diagonale di Candreva, para il siluro di Tavano, ci mette il piede a tu per tu con Lucarelli nei primi 45, ma non pago continua nella ripresa, smanaccia su Filippini, stoppa il colpo di testa di Danilevicius, respinge la botta di Candreva.
E di un Buffon in versione supereroe, questa Juve ha davvero bisogno, priva com'e' di sette titolari, stanca dopo il martedì di coppa e per di più ancora sotto la pioggia
, contro un Livorno pimpante e mai domo.


Sugli scudi i due marcatori, Iaquinta (ma ne sbaglia due, uno per tempo), Marchisio (splendido nel pallonetto e nel cross a David), a fasi alterne Camoranesi, decisivo nei due assist e nel tener palla, ma impreciso negli appoggi. Poulsen precisino nel compitino e Grosso si salvano, gli altri sono al livello della cravatta di Marchegiani e della cicca di nonno Russo...
Ferrara non sbaglia formazione, ne' sostituzioni, coraggioso quanto basta nel togliere un impalpabile Giovinco per De Ceglie, nel confermare la fiducia al baby Marrone al posto di uno stremato Camoranesi e nel mandare sotto la doccia un Trezeguet che tocca tre palle, un piatto sbilenco, una girata sul palo e un sinistro schiacciato buono per la tribuna. Adesso ci aspetta il Genoa, a Marassi a Pasqua fu l'inizio della fine (anche per i fischi capovolti su Vincenzone e Thiago Motta e le sciagurate scelte di Sor Claudio) ed e' tempo di riscuotere il credito, ma ci vorra' una Juve diversa, sperando in un certo 28...

giovedì 17 settembre 2009

Questione di centimetri... e di musichetta!

E' stata un po' la fotocopia della gara con la Lazio, solo che la dea bendata questa volta ci ha voltato le spalle.

Certo, come ha detto Mister Ferrara con perfetta lucidità dopo l'1-1 contro il Bordeaux (com'é lontano il 10 marzo 1985 e il 3-0 di Boniek, Briaschi e Platini), è stata una questione di centimetri, riferendosi al gol in netto fuorigioco di Plasil (me ne sono accorto subito io davanti alla tv ma era troppo sperare nel sosia di Gravesen), alla traversa di Marchisio e alla parata di Ramé sulla girata, peraltro molle come un fico, di Amauri.

Ma questa volta ha più ragione di tutti Galliani (a proposito, complimenti al Milan e al monumento Inzaghi, per lui i centimetri non valgono...), dipende anche dalla musichetta di metà settimana, che mi sono perso per via del ritardo del Frecciarossa di ritorno da Roma. Nel senso che ciò che basta nei nostri campetti non é sufficiente in Europa, soprattutto se giochi un primo tempo come quello contro Gourcuff e soci, dove il nulla ha regnato sovrano per 45 minuti.
Mi sono reso conto di quattro tiri in porta solo dopo le statistiche dell'intervallo, perché i tiri di Iaquinta, Amauri (2), Giovinco erano pericolosi come un leoncino di peluche.

Nel secondo tempo la squadra è salita di tono, creando qualcosa di più ma senza mai dare l'impressione di poter sovrastare i girondini, anzi senza alcuni interventi provvidenziali di Legrottaglie, Grosso e soprattutto Buffon, stratosferico come ai bei tempi, quasi ci lasciavamo le penne.
Non dimenticando che San Vincenzo deve ringraziare, oltre al bell'assist del Canna, anche l'esitazione della riserva di Carrasso entrato a freddo da poco.
Certo che se alla pochezza della mediana si aggiunge un attacco che spara a salve, la vita si fa dura.
A discolpa dei nostri l'assenza della stella cometa verdeoro, del dieci leggenda, del gigante maliano e del Chiello, ma anche dei soliti infortuni, vero enigma ancora insoluto. Senza quello del capitano azzurro (ko al pari di Tiago e Melo) forse le cose sarebbero andate diversamente.

Adesso il girone si complica e non resta che rituffarci nel campionato, sperando nella sesta del Ciro.

P.S.: Come volevasi dimostrare, nuova lezione di anticalcio dello 'special one' alla scuola di calcio Guardiola... ma un passo avanti è innegabile, dopo lo 0-5 dell'era Mancini!

lunedì 14 settembre 2009

Tributo al 44 rossonero

Persino Diego segna il passo di fronte al grande professionista, giornalista e blogger, prima di tutto Amico, che oggi scrive 44 nel primo giorno di scuola e (danza classica) della mia bimba. Quanto hockey, musica, dvd, storici insuccessi del mercoledì - ma anche del martedì, per par condicio - della terza squadra milanese, abbiamo assaporato (e continueremo a farlo, nell'ultimo caso).

Divisi su tutto
, Milan e Juve, Devils e Saima, Ambri' e Lugano, maionese e verdura, horror e commedia, Buffy e casalinghe disperate, Citrosodina e Brioschi, scapoli e ammogliati, ma vicini nell'affetto fraterno e nella stima reciproca. Un solo rimpianto: ti ho incoraggiato alla casetta in Canada, ma sono un po' pentito e gia' mi manchi...

domenica 13 settembre 2009

Occhiaie e calamari

Ma questo signor Mourinho cosa vuole? Dall'esordio con una parolaccia (non sono mica un p...) all'anatema dello 'zero tituli' scagliato contro gli avversari, passando con nonchalance tra il vanto dei suoi milioni di euro (ricordate Riccardo Ferri?) e gli insulti con bersagli vari, da Barnetta fino alla propria squadra e ai giornalisti (quando decide di rispondere, altrimenti prende e se ne va o delega Beppe Baresi), si e' contraddisto più che altro per maleducazione; del resto il campo parla chiaro: dopo una Supercoppa italiana ai rigori regalatagli da Totti, niente Champions, niente Coppa Italia, niente Supercoppa, solo uno scudettino. Non intendo certo ripercorrere tutte le sue perle, anche perche' Plutarco ci ha insegnato che bisogna tutt'al più' dedicarsi alle vite di uomini illustri.

Peraltro il Signor Mourinho, evidentemente soddisfatto della sua sobrieta', adesso sembra volersi dare allo humour: "Non vedete le occhiaie? Perdo il sonno tanta e' la paura della Juve". "Ho visto la partita della Juve fino al gol di Mauri e poi sono andato a cena a mangiare i calamari".
Purtroppo per lui, Toto' e Peppino, Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi sono un'altra cosa, anche se, bisogna ammetterlo, una valida spalla nel suo presidente ce l'ha davvero. Sono l'ultimo che puo' dare consigli, essendo abituato piuttosto a guardare nel mio orticello. Pero', anziche' pensare alle occhiaie e ai calamari, forse farebbe meglio a dedicare la sua arte al Barça...

Campione anche in medicina

Anche gli esami confermano quanto previsto dal nostro campione: nulla di grave, niente stiramento, ma una banale contrattura che lo costringera' al riposo per due sole settimane.
Dunque sospiro di sollievo in casa Juve. Cosa? Siamo matti? Dovrei sentirmi sollevato per sole due settimane senza Diegol? Altro che "disperazione e' solo un gioco...": io senza il 28 non ci posso stare, non vorrei ripiombare nelle stagioni passate.
Ferrara, Amauri, Giovinco, Del Piero fate qualcosa!!!

sabato 12 settembre 2009

Diego a terra, ma la Juve vola

Lo dico subito a scanso di equivoci: sono un po' deluso.
Non certo per il risultato, davvero straordinario non solo per la vittoria in trasferta - la seconda consecutiva nella Capitale con doppio gol di scarto - ma soprattutto per la stanchezza evidente dopo gli impegni della Nazionale superata con la solita determinazione unita a una buona organizzazione in campo.

La prestazione e' stata piuttosto mediocre e in parte ha beneficiato di buona sorte, specie quando l'arbitro ha visto una leggera spinta in area di Cruz su Legrottaglie. Peraltro sono molti gli aspetti positivi: la grande prova di Giovinco tra le linee, forse ispirato da Diego; la rete di Caceres al debutto ufficiale in maglia bianconera; il gol di Trezeguet, fino ad allora poco incisivo e carente in almeno due occasioni sotto rete; la profondita' della rosa, con 20 giocatori gia' utilizzati; la solidita' della difesa e del centrocampo, con le coppie Legrottaglie-Chiellini e Marchisio-Melo sugli scudi; senza dimenticare Mister Ferrara, alla 5.a vittoria di fila, che ancora una volta non sbaglia un colpo.

La preoccupazione maggiore riguarda il 28 brasiliano, tanto forte in campo (non oggi) quanto debole nel fisico. La coscia destra e' la stessa oggetto di uno stiramento dopo un angolo calciato in allenamento nell'era di Brema, in realta' dopo pochi minuti gia' si vedeva che non era il solito. Fortuna che l'impatto di Giovinco e' stato straordinario, ha dato il cambio di passo. Ha proprio ragione Diego (che nel dopo partita ha minimizzato l'infortunio, doloroso ma nulla di grave): questa Juve, perfetta per vincere, ha bisogno di tutti, soprattutto di Lui. In attesa di un certo Del Piero...

PS: grazie Bordi, hai portato bene come sempre...

Mi presento... nel nome di Diego!

Riassunto puntate precedenti. Oggi inizia il campionato e nasce il mio diario della stagione 2009-2010. Si', lo so, sono gia' state giocate due partite e il nostro eroe, Diego Ribas da Cunha, ha sconvolto l'italica pedata con la leggiadra e la possenza delle sue giocate, un misto di Platini quando apriva le difese e imbeccava i compagni e di Boniek quando sgroppava potente devastando le praterie, solo che questo ci aggiunge un tocco di Furino nel rincorrere gli avversari e di Bettega nel fulminare i portieri.

Il fenomeno di Ribeirao Preto rischia di riscrivere le regole del calcio, per contabilizzare il suo gioco occorrera' fare come nell'hockey su ghiaccio perche' lui e' un tipo alla Gretzky, punti più assist, in due partite gia' tre punti, senza contare le due amichevoli di precampionato, in questo caso si sale a cinque (con quattro gol), tanta roba davvero! Dicevo poc'anzi che oggi in un certo senso inizia il campionato, non solo perche' non si gioca da 15 giorni per la pausa dell'ItalJuve (Grosso e Iaquinta con altri 5 bianconeri hanno risolto il teorema bulgaro) ma anche per una sorta di prova del nove, come i punti in classifica in caso di vittoria sulla Lazio, dopo quelle con Chievo (ma quanta fatica) Roma, che pur in difficolta' non aveva certo demeritato e anzi rischiato il pareggio.

Questo per dire che non bisogna esagerare nell'entusiasmo ed essere consapevoli che la nostra amata e' forte ma non fortissima, ci manca a mio parere un po' di classe e qualita' sulle fasce e d'imprevedibilita' e rapidita' in attacco, ma certo con un simile condottiero, anche truppe non irresistibili si sono trasformate in invincibili armate! Aspettiamo la Lazio, che merita rispetto e ha gia' dato qualche lezione di sportivita' e bel calcio, non solo a noi ma anche a qualche suo illustre tifoso (Moratti, do you remember 5 maggio e supercoppa italiana?).

A proposito, questo blog ha cinque dediche: a mio papa', compagno di sofferenza in mille battaglie (ma non ancora in questa stagione, alla prima ero al Bon Bon Art Cafe' di Fano, la domenica dopo a casa), a mia moglie purtroppo interista e ai miei bimbi ovviamente juventini, che sacrifico alla causa zebrata per ben due ore alla settimana, allo zione genio dell'informatica, al grande Mike nel giorno del Suo addio e al mio Amico Bordi, che muove a nuova vita in Canada e spero mi leggera' nelle sue serate a Toronto, nel ricordo di tante avventure hockeistiche vissute insieme.
A patto di portarmi bene, questa sera, nella sfida dell'Olimpico che gusteremo all'ora di cena! E' uno strappo alla regola, ma per Lui e con Diego me lo concedo.