mercoledì 21 ottobre 2009

Dov'é finito il calcio italiano?

Le ultime prove della nostre nazionali ci devono far riflettere sul particolare momento del calcio italiano, che pare aver dimenticato la sua storia e la sua vera essenza.
Intendiamoci, questa riflessione esula dai risultati che sono in linea con la tradizione e tutt'altro che negativi.
Dopo la Coppa del Mondo vinta all'italiana, difesa rocciosa, centrocampo tignoso, attacco concreto, é stato tutto un fiorire di occasioni perdute. Nessuna disfatta, sia chiaro, la nazionale maggiore ha centrato la qualificazione ad europei e mondiali, nel torneo continentale é stata fermata ai quarti, ai rigori e dai futuri campioni d'Europa, l'under 21 e' sempre arrivata al round finale e nell'ultima occasione alle semifinali, battuta immeritatamente dalla Germania, il gruppo dei ragazzi del '90 ha perso la finale europea under 19 e venerdì il quarto di finale del mondiale under 20.
Peraltro non dobbiamo neppure sottacere che le ultime prestazioni sono preoccupanti, l’under 21 ha perso con il Galles e pareggiato con la Bosnia Erzegovina, gli azzurri di Mastro Lippi sono reduci da una Confederations Cup disastrosa, da gare mediocri contro Georgia, Eire e Cipro.
Ma dalla nazionale di Lippi a quelle di Casiraghi e di Rocca, sembra evidente un minimo comun denominatore: non siamo più quelli di una volta, difesa e contropiede.
Chi ha visto l'under 20 sarà rimasto sconvolto dai nostri difensori, incapaci di anticipare o solo di contenere l'avversario, piegando le gambe e scivolando all'indietro, come insegna il manuale a pagina 1, ed invece aggrappati nel vero senso della parola ai pantaloncini dei rivali.
Il contropiede poi é ormai uno sconosciuto dalle nostre parti e pensare che gli altri lo praticano a gogo. Urge un ripensamento e un ritorno alle origini, mettiamo da parte la grandeur e ritorniamo piccoli piccoli, perché solo imitando Calimero noi sappiamo vincere.

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