giovedì 31 dicembre 2009

La Dynamo Minsk batte il Davos e vince la Spengler Cup 2009!

La Dynamo Minsk batte di misura il Davos, più di quanto non dica il punteggio, 3-1, e s’aggiudica, per la prima volta nella sua storia (e alla prima partecipazione!), la prestigiosa Spengler Cup, che l'anno prossimo cambierà formula (sei squadre divise in due gironi).

Pur in una partita assolutamente equilibrata, con occasioni da ambo le parti, i bielorussi, che nel ranking mondiale seguono da vicino gli svizzeri (in settima posizione), hanno vinto perché giocano in una lega di maggior livello e sono abituati a pattinare con ritmo e velocità superiore al Davos, sfruttando con abilità e freddezza i (pochi) errori degli avversari. Il Davos esce a testa alta e paga, a livello mentale, la partita della sera prima e forse la cabala che rende difficile battere due volte la stessa squadra in una breve competizione (avendo già sconfitto i bielorussi nel girone eliminatorio).

Il Davos inizia con Genoni in porta, Forster, Naumenko, Kolnik, Guggisberg, Reto Von Arx, la Dynamo Minsk con Mezin dietro a Jokela e Westcott, Peltonen, Kulakov, Platt in prima linea.
Dopo i primi tentativi di Clarke e Widing, i bielorussi prendono possesso del terzo avversario e costringono i campioni svizzeri sulla difensiva, la pressione è continua, il ritmo velocissimo e senza interruzioni costringe all’errore la difesa del Davos che lascia indisturbato Peltonen di servire il cecchino Kulakov che da distanza ravvicinata fulmina l’ottimo Genoni, che successivamente si salva alla grande dal duo Meleshko-Mikhalev e dal primo power play della partita causa la penalità fischiata a Weding al 15’. Anche il Davos sul finire del tempo ha una superiorità numerica, Rizzi non concretizza l’ottima occasione, che diventa doppia a cavallo dei due tempi, ma Clarke prima su assist di Kolnik e poi a tu per tu con Mezin non riesce a realizzare.

Il Davos non si lascia intimorire neppure nella seconda frazione di gioco, più equilibrata ma con la Dynamo che trova il doppio vantaggio con Kochetkov che cattura il rimbalzo e segna dopo un tiro di Chupris e, dopo i tentative di Burgler (stoppato dal compagno Salmonsson), Dino Wieser (fermato in tuffo da Lintner) e di Weding su imperiosa cavalcata di Forster, sale in cattedra nell’ultimo drittel, dove Mezin ripete la straordinaria prestazione del suo vice Koval nella “semifinale” con il Team Canada. Se nulla può da principio nella mischia risolta da Kolnik, sfodera poi una serie di parate eccezionali davanti a Kolnik, Reto Von Arx, ancora Kolnik e poi Duca. Nel disperato assalto finale il Davos tenta l’estrema mossa di togliere Genoni ma è infilzato da Mikhalev.

La Dynamo esulta e Mezin, già miglior portiere del Campionato del Mondo 2009 ed eroe della finale, può baciare la telecamera in segno di trionfo, mentre Andrievski e Del Curto si danno la mano cordialmente da veri gentlemens.

mercoledì 30 dicembre 2009

Dynamo Minsk-Davos finale della Splengler Cup, Ritorno...al futuro!

Per la prima volta dopo quattro anni il Team Canada non giocherà la finale della Coppa Spengler, che avrà come atto conclusivo lo stesso match d’apertura, la Dynamo Minsk contro i padroni di casa del Davos.

I bielorussi hanno vinto di misura contro la squadra di McTavish, grazie alle sue stelle e all’ottima prestazione di Koval, preferito tra i pali a Mezin, distintosi in particolar modo nella fase finale della partita, quando ha eretto un muro davanti all’assedio del Team Canada.
La Dynamo Minsk passa in vantaggio al 9’ con Jokela su assist di Peltonen, ma è raggiunta dopo soli tre minuti da un gol sospetto di McLean, che devia col pattino un tiro di Roche in superiorità numerica, espulso Kochetkov. Ancora una volta è una doppietta a fare la differenza, Kochetkov si fa perdonare della precedente penalità e dà il doppio e decisivo vantaggio alla sua squadra, prima su assist di Chupris al 24’ e poi in power play su combinazione Varlamov-Chupris, davvero scatenati.
I gol di Heins al 35’ e di Vigier al 52’, dopo che Chupris devia alle spalle di Dubielewicz un tiro di Varlamov, si rivelano infatti inutili.
I giocatori della Dynamo si preparano dunque per la finale ma soprattutto per il cenone e i botti di capodanno a Davos, che ottengono come premio partita!

Nella seconda "semifinale" il Davos supera, secondo pronostico e con pieno merito il Mennheim che, una volta esauriti i miracoli della sua difesa più che del proprio goalie, mostra tutti i suoi limiti.
Il gol di Spylo dopo 3’ minuti illude i tedeschi di poter creare la seconda sorpresa della giornata, ma il Davos non ci sta e comincia a bersagliare l’ottimo Brathwaite con Setzinger, Rizzi e Guggisberg, fino all’errore decisivo di Hedlund, che consente a Salmonsson e Clarke di confezionare la rete di Dario (un nome, una garanzia) Burgler.
Nel periodo centrale, il Davos esibisce un miglior possesso del disco che si traduce in piacevoli trame di gioco e in numerose occasioni da rete, soprattutto con la prima linea Kolnik-Reto Von Arx-Guggisberg, quest’ultimo davvero imprendibile.
Come nella partita del pomeriggio, l’equilibrio è rotto nella fase centrale del secondo periodo, quando i marcatori sono Kolnik e Salmonsson, ma il maggior merito è di Guggisberg, meraviglioso ispiratore e suggeritore delle reti.
Il terzo periodo è un monologo e il Davos cercherà domani d’impedire ad un’altra Dynamo, dopo quella di Mosca l’anno scorso, di iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro del torneo.

N.B. Meglio commentare la Spengler Cup che la partita amichevole della Juve contro l'Al Ittihad (2-2 il finale), vedendo il primo gol subito da Manninger da trenta metri e la seconda rete con la difesa tagliata fuori da un colpo di tacco in area. Se non con Hidding (prima o poi arriva), si potrebbe provare con Brathwaith e l'allenatore del Mannheim!

martedì 29 dicembre 2009

Anche il Team Canada perde, domani resa dei conti a quattro alla Spengler Cup!

Una sorpresa e una conferma nella quarta giornata della Spengler Cup, con la sconfitta del Team Canada ad opera del Mannheim per 5-2 e la facile vittoria della Dynamo Minsk sul Karlovy Vary già fuori dai giochi.
I risultati fanno delle partite in programma domani due vere e proprie semifinali: chi vince tra Team Canada - Dynamo Minsk e tra Davos – Mannheim giocherà la finale del 31 dicembre, chi perde sarà solo spettatore.

Nel primo incontro, il Mannheim si conferma squadra solida, con una difesa ermetica e una coppia di portieri davvero in stato di grazia, degna erede del nostro Mike Rosati che con le sue parate face vincere alle aquile quattro scudetti consecutivi a metà degli anni novanta.
Il primo quarto d'ora di gara vede la netta supremazia tecnica dei canadesi con la foglia d’acero sulla maglia sui tanti connazionali in maglia tedesca, ma i tentativi di Vigier sotto porta, di Heins in contropiede, di Trudel e i vari slapshots nei primi power-play non hanno alcun esito, di fronte alla disarmante sicurezza del colored Brathwaite che sembra davvero insuperabile.
A venire incontro al Mannheim ci pensano due fattori chiave in questo torneo: il gol in “zona Spengler” e il “realizzatore multiplo”. La squadra tedesca apre infatti le marcature a 13'' dalla fine del primo tempo, con Methot in superiorità numerica e, dopo il pareggio canadese ad opera di Trudel a un minuto dall'avvio del secondo parziale, Spylo mette in scena il suo show, andando a segno al 22', 24' e 30'; Steiner completa l’opera su azione di contropiede e rende inutile, a due minuti dalla seconda sirena, la rete di Heins.
Il Team Canada ripete nel terzo tempo la prestazione dei primi 15’ minuti di gara e non riesce, nonostante le buone occasioni (tra cui una doppia superiorità numerica) a superare Brathwaite, che dà un grande dispiacere alla squadra di cui è stato nel passato protagonista.

In serata, alla Dinamo Minsk bastano quattro minuti per schiantare il Karlovy Vary, con tre gol di Meleshko, Chupris e Hyvonen a Sabrik in tre minuti e il quarto, 21” secondi dopo l’ingresso di Mensator, al quarto minuto (!), di Meleshko (doppietta!). I cechi fanno finta di niente, provano a rientrare in partita, ma in sei minuti, al 23”, 25” e 29", Westcott, Hyvonen e Antonov (doppietta anche per lui, sempre su assistenza di Peltonen) ribadiscono la dura lezione.

lunedì 28 dicembre 2009

Primo stop per il Davos nella Spengler Cup, Team Canada troppo forte!

La Spengler esprime i primi verdetti nella terza giornata: il Team Canada ha un piede nella finale, il Davos e il Minsk sono favoriti per l’altro posto, il Mannheim, che ha ancora due incontri da disputare, può continuare a sognare (ma deve ancora incontrare Team Canada e Davos), mentre il Karlovy Vary, che ha perso tutte le tre partite disputate finora (due ai rigori), pur avendo due punti, é fuori dai giochi.

Nel pomeriggio, il Karlovy Vary riesce nell’impresa, a suo modo storica vista la netta supremazia, di perdere con gli Adler Mannheim che, in piena zona Cesarini (o forse sarebbe meglio dire in zona Spengler, visti i tanti gol nei finali di tempo) pareggiano a soli 28 secondi dalla terza sirena con l’italo Mario Scalzo e s’impongono ai rigori.
L’eroe della giornata è il back-up tedesco Lukas Lang che, ancor più del suo collega Fred Brathwaite, autore ieri di una sontuosa prestazione, si rivela decisamente intrattabile e tiene in partita i suoi fino all’ultimo subendo una sola rete (al 12’) dall’ex stella NHL Ziggy Palffy in superiorità numerica e nella serie dei rigori prevale sul goalie avversario Mensator, parando cinque dei sei tiri di rigore.
Più che una partita è un tiro al piccione, ma il nostro Lang non ha alcuna voglia di finire ripieno e sfodera una serie d’interventi notevoli fin dal primo periodo, addirittura miracoloso quello su Kumstat, quando da sdraiato pinza al volo il disco sulla linea di porta e lo trascina (forse quasi) fuori, venendo giustamente premiato dagli arbitri che davanti all’istant replay esprimono stupore per la mostruosa parata.
I cechi pattinano forte anche nel secondo periodo e spesso il Mannheim deve ricorrere alla maniere forti subendo penalità a ripetizione, ma i tentativi di Kristek, Kumstat and Melenovsky, di Kostal e Skuhravy in penalty killing, di Loginov e Kostal su gran tiro di Skuhravy non finiscono nel sacco.
La musica non cambia nel terzo periodo e nell’extra time, nei rigori Spylo risponde a King, ma Papineau dà l’immeritata vittoria ai tedeschi.

Nel big match della serata, non c’è storia tra Davos e Team Canada, che dopo 32 minuti conduce 4-0 con i goals di Vigier, Bell (doppietta) e Tremblay (dopo un errore di Jan Von Arx) e al 34 5-1, quando Daigle risponde al solito Naumenko, Setzinger firma l’inutile 2-5, prima del gol di Trudel che fissa il punteggio sul 6-2.

domenica 27 dicembre 2009

Alla Spengler il Davos sa solo vincere!

Secondo successo consecutivo alla Spengler Cup per il Davos che, dopo la Dynamo Minsk, batte anche i campioni cechi del Karlovy Vary, anche grazie alla tripletta di uno scatenato Juraj Kolnik.
Lo slovacco, come il compagno Reto Von Arx contro i bielorussi, realizza I primi due gol che si rivelano decisivi; prima agguanta il pareggio, con una zampata a nove secondi dal termine del periodo d'apertura, dopo un tiro (di un sempre decisivo Naumenko) che sfugge a Sablik; poi, a metà del secondo periodo, dopo i tentativi in serie di Duca, Clarke e Taticek, Satzinger e Marc Wieser, fugge in contropiede su assist del solito Von Arx e, a tu per tu con il suo connazionale, lo trafigge con uno splendido back hand, subito imitato (sono passati solo 23 secondi!) da Marc Wieser che, sempre su micidiale ripartenza e su assist del fratello Dino, realizza il punto del 3-1 con una fucilata che s’infila maligno tra spalla e pinza del goalie slovacco, prima di finire ko per un micidiale check a centro pista di Prusek.
E dire che la prima parte della gara registra un sostanziale predominio dei cechi, passati in vantaggio al 9’ con Skuhravy, lesto ad approfittare (mettendo il rovescio della stecca) di un disco che Reto Berra, schierato per l’occasione al posto di Genoni, non riesce a trattenere.
Sul 3-1 per il Davos, il match sembra chiuso, Widing fallisce clamorosamente un gol a porta vuota ma, in un susseguirsi di corsi e ricorsi storici, il Karlovy Vary trova la forza di riaprirlo proprio quando mancano ventuno secondi alla sirena del secondo periodo, con una rete capolavoro di Kumstat che in superiorità numerica (espulso Helfer) approfitta di un tiro largo di Nemec per colpire al volo in back hand (ancora una volta!) ed infilzare un incolpevole Berra.
Il Davos però ritrova il doppio vantaggio quasi subito con Paolo Duca, abile a recuperare il disco dietro la porta avversaria e, aggirata la difesa ceca, ad infilare Sablik con un tiro preciso nel sette. Kolnik chiude la contesa al 58’ e firma l’hat trick, su assist (ma va?) di Reto Von Arx.
Nell’incontro serale, non certo esaltante, la Dynamo Minsk batte di misura il Mannheim con reti di Varlamov al 32 e di Kovirshin al 49’, subito dopo il provvisorio pareggio al 47’ di Arendt e mantiene vive le speranze di accedere alla finale del 31 dicembre.

sabato 26 dicembre 2009

Dopo dieci anni, é ancora Spengler Cup!

Solo chi ha avuto il privilegio di poter vivere l’emozione della Spengler Cup nella mitica Eishalle di Davos può capire il fascino di un torneo esibizione che mette a confronto le migliori scuole della vecchia Europa con i mostri sacri canadesi e russi e che in un passato ormai remoto ha visto trionfare tre volte i Diavoli Rossoneri e due il Milano Inter, l’ultima nel 1954.
Correva l’anno 1999 ed il mio esordio era da tempi eroici, partenza da Milano alle 9 del mattino con il buon vecchio Bordi in ritardo d’ordinanza, colazione al Bar di Corso Sempione, bufera di neve a Chiavenna, mani ghiacciate che infilavano a fatica le catene alle ruote della mitica Brava di papà (la Focus non era catenabile!), pranzo continentale (in macchina, come nella miglior tradizione!) a base di tartine avanzate di Natale dopo la cena della vigilia per festeggiare i trent’anni, Maloia superato a fatica, il successivo passo svizzero chiuso e dunque attraversato con la macchina sul treno!!!!! con l’acqua che cadeva da non so dove e sembrava di essere in un autolavaggio. Poi le due partite, la cena con Renato Tosio!!!e un’oretta, dalle 23 alle 24, a cercare la macchina sepolta sotto un metro di neve pulendo un centinaio di auto altrui, viaggio di ritorno in albergo a trenta chilometri di distanza ma a dieci all’ora, solo alberi e neve, neve e alberi, come nel Medioevo, con arrivo alle 3, dicasi 3, del mattino.
Ecco perché dieci anni dopo, purtroppo quarantenne e con il vecchio diavolo rossonero in quel di Toronto, non potevo disertare la gara inaugurale della Spengler, sia pure su Eurosport 2, con un commento da incubo e i bimbi urlanti.
La Spengler Cup edizione n. 83 parte con i padroni di casa del Davos “rinforzato” contro i bielorussi della Dynamo Minsk, ultimi nella Lega russa ma zeppi di fuoriclasse, a cominciare dal trio finnico Ossi Vaananen, Ville Peltonen e Mikko Jokela (ma solo quest’ultimo oggi sul ghiaccio), oltre a Richard Lintner e Sergei Varlamov.
Nelle file grigionesi la gradita sorpresa è il mio ex idolo Armin Helfer, 29 anni, di gran lunga il miglior giocatore italiano, cinque scudetti vinti a Milano, una stagione in Austria all’Innsbruck e lo scorso anno in Svizzera, nel Turgovia (serie B elvetica, allenato da Erwin Kostner), farm team del Kloten, con cui ha pure disputato due incontri in A ma non avendo avuto garanzie di un posto in squadra, ha preferito quest’anno la maglia del Valpusteria, capolista di serie A.
Nonostante il Santone Arno Del Curto scherzi nel pregara con la telecamera di un operatore, il Davos, quarto in classifica nella LNA, inizia molto seriamente e trova il gol dopo otto-secondi-otto, grazie a Reto Von arx che a centro pista devia un tiro senza pretese di Beat Foster, finito in mezzo ai gambali di Koval.
I bielorussi non ci stanno e salgono subito in cattedra, pattinano che è un piacere, costringono la difesa grigionese agli straordinari (Helfer finisce presto in panca puniti) e bersagliano la porta ben presidiata da Leo Genoni (Antonenko centra il palo), anche se prestano il fianco ai contropiedi di Guggisberg e Widing e concedono un paio di penalità; proprio in inferiorità numerica, trovano il pari con una splendida combinazione Kochetkov-Varlamov che l’ex NHL conclude facilmente.
Il Davos chiude il tempo in palese difficoltà, come dimostrano le penalità in serie inflitte al ticinese Duca (in prestito dall’Ambri), all’austriaco Setzinger (rinforzo dal Langnau), al ceco Mahra e soltanto la traversa ferma Stas.
Il secondo drittel sembra la fotocopia del primo, con Guggisberg che dopo soli sette secondi tenta d’imitare Von Arx - ma Koval questa volta è attento – e il Minsk che continua a dominare e passa in vantaggio con Jokela che, lanciato da Chupris, batte Genoni.
Il Davos non ci sta, Joggi, Grossmann e Widing non hanno fortuna, Reto Von Arx ancora una volta sì e fa doppietta su assist di Kolnik, per il 2-2 che chiude la seconda frazione di gioco.
Nel terzo e decisivo periodo, è sempre il Davos a partire lancia in resta (con il buon Reto e Naumenko) e il Minsk a comandare il gioco con Stas in bella evidenza, ma l’equilibrio regna sovrano ed è spezzato solo da un gran tiro dalla linea blu di Naumenko in superiorità numerica.
Il popolo della Vaillant Arena esulta e la birra può scorrere a fiumi fino alla pirotecnica vittoria del Team Canada contro i campioni cechi del Karlovy Vary (che da buon Family Man seguo da internet), 7-6 con botta e risposta (quasi) senza fine, Dobron e Siklenka nel primo periodo, Kristek e Heins, Roche e ancora Kristek, McLean e Zyuzin nel secondo, Pech e Bell, Daigle e Kostal nel terzo, fino all’overtime in bianco e al rigore decisivo di Aubin.

giovedì 24 dicembre 2009

Quarant’anni e vita nuova!

Cambiare per tornare grandi e per rivivere le emozioni di questi quarant’anni. Ecco il regalo che aspetto dalla Juve.

mercoledì 23 dicembre 2009

Il ritorno di Bettega? Piuttosto che niente, meglio il piuttosto!

Se Jean Claude Blanc pensa di risolvere la crisi di gioco e di risultati in cui é sprofondata la Juve con la nomina di Roberto Bettega a vice direttore generale, siamo davvero alla frutta.
Intendiamoci, Bobby-gol sarà senz'altro utile alla causa e non solo perché "è in grado di trasferire allo staff tecnico e alla direzione sportiva esperienza e autorevolezza, garantendo ulteriore solidità alle nostre ambizioni".
Bettega va a colmare almeno la lacuna più evidente in società, ovvero l'assoluta incompetenza tecnica che ha portato in tre anni clamorose campagne d'indebolimento, da Boumsong a Grosso.
Certo speravo, sotto Natale e in vista del compleanno, a regali più consistenti, ma si sa, negli ultimi tempi, accantonati caviale e champagne, abbiamo dovuto accontentarci di quei brodini caldi un poco insipidi ma che mettono a posto lo stomaco. Speriamo che Bettega riesca a mettere a posto la rosa!

domenica 20 dicembre 2009

Col Catania come alla Corrida, dilettanti allo sbaraglio!

La più grande delusione della giornata è constatare che tutto scorre come se nulla fosse successo.
Ferrara non pensa a dimettersi e per Blanc si va avanti così. Evidentemente, il senso della vergogna e del ridicolo non sono di casa.
Senza tanti ragionamenti ed elucubrazioni, giova ricapitolare i fatti nudi e crudi dopo la vittoria (di Pirro) contro l’Inter. 8 dicembre: 1-4 in casa con il Bayern ed eliminazione dalla Champions; 12 dicembre: sconfitta 3-1 a Bari; 20 dicembre: 1-2 contro il Catania, ULTIMA in classifica. Prima ancora, in ordine sparso, tonfi a Palermo, in casa contro il Napoli (dal 2-0), a Cagliari e Bordeaux.
Bilancio delle ultime 6 partite: 5 perse e 1 vinta.
Il caso Cannavaro, la solita campagna d’indebolimento estivo, gli infortuni a ripetizioni, il gioco scadente ed inesistente, il raccapriccio di Lapo, le contestazioni (comunque eccessive), nulla scuote il trio (con Secco) delle nefandezze.
Mi devo sorbire anche Ranieri che pontifica dopo i disastri dell’anno scorso. Follia!
Come quella che sciorina il nostro Mister, che sbaglia ancora una volta la formazione, scegliendo Tiago che causa il rigore del primo tempo e determina di fatto la partita, perchè il Catania, nonostante il provocatore Mihajlovic, non fa un tiro-uno in porta. Il primo tempo é da museo degli orrori, Melo è imbarazzante ed é sostituito alla mezz'ora da Salihamidzic, la squadra lenta, impacciata, mai pericolosa.
Il secondo tempo é migliore, Marchisio davanti alla difesa gioca alla grande, Brazzo spinge, il Catania non esiste, Diego spreca una grande occasione ma pesca il rientrante ex Bayern che almeno lui segna. Ma qui, ecco il capolavoro di Ferrara: stiamo dominando ma non s'accontenta, sbilancia come al solito la squadra, mette Giovinco al posto di Tiago, sguarnisce il centrocampo, contropiede d'ordinanza e la frittata é fatta. Trezeguet sbaglia, Izco no, l'assalto finale non serve.
Sarà un compleanno (il quarantesimo) e un Natale amaro e senza il regalo che aspettavo, nè prima, nè dopo la partita. Il nocchiero non abbandona la nave, il Titanic non ha insegnato niente da queste parti!

sabato 19 dicembre 2009

Per il post Ferrara, nè palla avvelenata nè minestra riscaldata!

Se qualche boccalone aveva potuto credere alla panzana del Mancio sulla panca della Vecchia Signora, oggi finalmente avrà capito che l'idea era balzana, non tanto per il passato nerazzurro, ma per...il conto in banca dell'ex pupillo di patron Moratti, che trova ora nuova linfa dagli sceicchi del Manchester City.
Questo non deve significare strada spianata per il Marcello Nazionale, che tanto bene ha fatto alla causa bianconera ma dubito potrebbe fare al caso nostro per il futuro.
Abbiamo semmai bisogno di un grande Mister, abile nel fare le nozze con i fichi secchi (Alessio e C.), che sappia scegliere e lanciare giovani di grande talento e che dia un gioco finalmente credibile, arioso, spumeggiante e soprattutto veloce.
Un solo nome al comando, a mio parere, Arsène Wenger, il profeta dell'Arsenal dei giovani, semplicemente il migliore, perfetto per lo stile Juve.
In alternativa, Martin O' Neill, ex Celtic (e già per questo adorato) e attuale condottiero di un ottimo Aston Villa.
In alternativa, potrei accontentarmi di Guus Hiddink...

sabato 12 dicembre 2009

Caro Diego, fiducia immutata!

Serata nerissima, secondo tempo arrembante, sfortunato, dieci occasioni da gol, Tiago ne sbaglia due, Trezeguet idem, Gillet fa un miracolo su Poulsen, Diego sbaglia un rigore disturbato dal solito laser, Legrottaglie sfiora l'incrocio, Tiago e Camo s'infortunano, Almiron segna, Giovinco e Amauri ci vanno solo vicini.
Campione, andrà meglio la prossima volta.

La Gazzetta chiama, Tagliavento risponde!

Presentando le curiosità della partita del San Nicola, l'ineffabile rosea non trovava di meglio che sottolineare, per prima cosa, il fatto che la Juventus non avesse subito alcun rigore contro, tacendo ovviamente che non ne ha avuto neppure uno a favore. E cosa succede nel primo tempo? Dopo il gol regalato da Marchisio a Meggiorini e il gentile omaggio di Gillet a Trezeguet, l'uomo in nero s'inventa un penalty per il Bari, con Barretto che cerca il piede di Cannavaro e Barreto che trasforma. E ora? Speriamo nel pari.

Juve - Bayern 1-4, umiliazione totale

Le lacrime di Diego sono il miglior commento al disastro totale e senza precedenti.

sabato 5 dicembre 2009

Juve-Inter, 5 dicembre come 5 maggio!

E finalmente, nella giornata più importante del campionato, la Juve si sveglia, dopo un sonno profondo che sembrava ormai un letargo e lancia un segnale fondamentale per il morale di tutti, tifosi e giocatori (ma non per il campionato, come invece dice l’uomo partita Marchisio ancora ebbro di felicità).
Forte della mia reliquia-maglietta che stamattina mi guardava invitante e trasudava di grandi aspettative (primo segno), sono entrato in clima partita con molta circospezione, attento, concentrato ma senza l’entusiasmo di tanti derby d’Italia.
Confortato dalla formazione di Ferrara che finalmente teneva conto delle mie indicazioni (secondo segno), vedo un primo tempo sofferto, dove il bel gioco è uno sconosciuto e la tensione la fa da padrone, nulla da segnalare fino al ventesimo, se non un rigorino su Sissoko spostato da Muntari mentre si appresta al tiro e una trattenuta di Canna su Samuel che naturalmente viene sottolineata con enfasi diversa da una altrettanto evidente di Motta su Alex o dello stesso Samuel su Chiello a fine primo tempo.
Ho la freddezza e il buon senso di non esultare sul gollonzo che al minuto venti ci porta in vantaggio, la solita punizione assist di Diego per Chiello (o Melo o Del Piero, le immagini di Sky, scadenti come la telecronaca di Stanlio Caressa e Olio Bergomi, non chiariscono) che sbatte sul ginocchio di Lucio e va in porta lemme lemme, con moviola Julio Cesar che sembra il Manninger dell’anno scorso. Le doti che non ha quel lord inglese di Mourinho, che accetta con la solita classe la rete viziata a suo dire da un fallo inesistente (ovviamente netto) di Samuel su Del Piero e viene espulso su segnalazione del quarto uomo che almeno lui ci vede.
Poi la Juve scompare, l’Inter gioca bene, ci schiaccia e dopo sei minuti di predominio assoluto, raggiunge il pari con la dormita della difesa bianconera, che prima si perde Stankovic e poi ancor più grave Eto’o in mezzo all’area. Il primo tempo vola via, solo Alex prova ad impensierire JC ma niente di che.
Nell’intervallo mi arriva la telefonata da Toronto ed è qui che cambia la partita per me, capisco che la serata è quella giusta, allora e solo allora i segnali mi appaiono chiari, sono veri messaggi più che presagi, la mia presenza diventa quella delle serate giuste, quando sembravo un leone in gabbia, altro che zebra.
Ma è al decimo del secondo tempo la vera svolta della partita. Dopo un totale equilibrio, Bergomi sentenzia che l’Inter domina e la Juve non c’è, tempo solo un minuto, dopo una pericolosa azione nerazzurra, arriva una sontuosa ripartenza, con Buffon che lancia lungo per Diego; il brasiliano si gira su se stesso e pesca Marchisio con un lungo lancio che accarezza la linea di fondo, il giovane campioncino punta Chivu, la mette in mezzo per l’accorrente Sissoko, che esplode un destro mal respinto da JC sui piedi di Claudio, che inventa un gol da cineteca, controllo sinistro-destro e ancora sinistro per un leggendario pallonetto che impallina il numero 12.
Da qui è sinfonia Juventus, energica e dinamica come Caceres che ha l'argento vivo addossso, Ferrara mette Camoranesi per Del Piero (vuoi vedere che mi legge?), entra anche Balotelli ma sparisce l’Inter, che accetta con la signorilità di sempre il verdetto negativo e la butta in corrida. Allora si erge protagonista Super Mario, uomo buono, corretto e pacifico secondo solo al Mahatma Gandhi; prima simula su Grosso poi, non contento, toccato da una gomitata di Felipe sulla mano, si getta a terra come colpito in faccia, l’arbitro ci casca come una pera cotta ed espelle Melo, ma non Chivu che fa il galletto con Sissoko o Thiago Motta che se la prende con Buffon.
Ma ormai scorrono i titoli di coda, è tempo di festeggiare, per dirla come John Elkann, "una grandissima vittoria, una straordinaria impresa come il gol di Marchisio, una Juve pronta per le partite importanti" o una buona Juve che almeno sta sera ci fa la grazia, per dirla come il sottoscritto. Perchè ha ragione Ferrara, bello battere i (pseudo) campioni, ma bisogna sempre giocare così. Ne saremo capaci? Non lo so, ma questa notte é solo nostra e di un bimbo che domani compie cinque anni e avrà un compleanno felice.