domenica 28 marzo 2010

Felipe Melo anticipa la Resurrezione di una settimana: gol decisivo nel 2-1 all'Atalanta e scuse accettate!

Nel giorno più difficile della sua gloriosa storia, quando la vergogna ha superato ormai ogni tollerabile decenza e il baratro é stato ampiamente sfiorato, la Juve trova una giornata finalmente di sole, in tutti i sensi, e in anticipo di una settimana, arriva la Resurrezione, protagonista il più discusso giocatore della stagione, il presunto fenomeno Felipe Melo.

E dire che i segnali erano tutti, ancora una volta, negativi, la protesta dilagante, il silenzio della curva, lo schiaffo mollato sul coppino di Zebina prima di salire sul pullman, le uova e i cristalli infranti, un primo tempo desolante, al di là della perla del leggendario capitano al 30', una punizione di mirabile bellezza e di mortifera precisione, che s'infila là dove la mamma tiene la marmellata e dove il neppur bravo Consigli può arrivare, nonostante un tuffo degno del miglior Klaus Di Biasi.
Ma complice l'ennesima disattenzione difensiva (anche se derivante da un fallo inesistente di Sissoko a metà campo), Amoruso sorprende al 45' l'allegra retroguardia juventina e infila Manninger in uscita disperata, che questa volta, a differenza delle precedenti su Tiribocchi e sulle sberle di Valdes e Padoin, non può nulla.

Gioco poco, trame inesistenti, l'insostenibile lentezza dell'essere che la fa - more solito - da padrona, la Juve sembra prigioniera del suo cronico malessere. Ma si sa, quando tutto sembra ormai perduto, anche il disperato trova la forza per reagire alle avversità.
L'ingresso di Amauri, al posto di uno spento Trezeguet al 26', dà la linfa decisiva.
Eccolo tentare una giravolta in rete appena entrato, poi scivolare sulla sponda di Marchisio conseguente al bel cross di Giovinco che, entrato al 36' del primo tempo al posto dell'infortunato Diego, comincia a farsi più consistente, lascia partire una sventola che finisce larga sulla sinistra di Consigli.
Melo, entrato al 13' al posto di Candreva per rinforzare il centrocampo messo a soqquadro da uno scatenato Valdez, é ancora falloso (rischia il rigore al 22' su Ferreira Pinto) ma cresce alla distanza e, dopo una pericolosa discesa di Zebina, con un'imperiosa incornata sfrutta il bel cross di Del Piero e centra il bersaglio al 36'. Ma il meglio deve ancora avvenire, con le mani giunte a mo' di scusa per i tifosi. Non ci avrà riconquistato, ma almeno ci sta provando!

martedì 23 marzo 2010

Altro che Mancio e Magath, Arsene Wenger é il mago per la Juve!

E se le voci incontrollate di improponibili condottieri al comando dell'Armata Brancaleone juventina nascondessero, per una volta, una manovra sensata di mercato?

Il monito erà gia apparso su queste colonne: "Niente minestra riscaldata (Lippi) nè palla avvelenata (Mancio)", ma un grande nome come Arsene Wengere.

Poi si era passati allegramente e follemente da Hiddink a Benitez per finire a Zac, poi Prandelli, ancora a Mancio e adesso Magath: tutte soluzioni assurde e da respingere con fermezza.

Per una volta voglio dar credito al lavoro della dirigenza, che deve assolutamente riscattarsi. E allora, essendo nota la stima e l'amicizia che lega Bettega a Wenger, il fatto che sia francese come Blanc, perché non sperare in un colpo vero ed autentico? Del resto, l'Arsenal é la squadra che gioca il miglior calcio, é la dimostrazione che si possono fare le nozze con i fichi secchi, che i campioni si vanno a cercare giovani e affamati, con pochi soldi a disposizione.
Sono convinto che i Gunners saranno la sorpresa di questa Champions e allora il mago francese potrebbe considerare chiusa l'esaltante esperienza londinese per affrontare una nuova sfida, tanto più che anche il suo profeta, Fabregas, sembra destinato ad altri lidi (senza escludere la pista bianconera, anche visto il discorso aperto su Melo).

Dunque, perché non crederci? Del resto, con un simile personaggio, anche Blanc potrebbe prendersi la sua rivincita...

domenica 21 marzo 2010

Zucchina Chimenti firma l'ennesima (ma immeritata) resa contro la Sampdoria.

Juve bella ma sfigata a Marassi, punita da un giocatore, Cassano, che trova il posto da titolare dopo due mesi, con la complicità del suo terzo portiere Chimenti: questa in sintesi la gara.

Parte forte la Juve, corta e aggressiva, pericolosa con i tiri di Del Piero che si gira bene e di Diego dopo la sponda di Iaquinta; sul corner, Legrottaglie la prende di testa ma non con la fronte.
Del Piero si muove su tutto il fronte dell'attacco, si batte e si sbatte, é vivace ma spesso impreciso, in difesa Cannavaro prima sbaglia, ma Cassano non ne approfitta, poi si distingue per una serie di salvataggi, specie sulle azioni di Poli e di Pazzini.
Diego inventa per Del Piero ma il numero 10 é in ritardo, poi tre opportunità per Iaquinta, prima ben servito da Poulsen, poi anticipato da Storari su cross di Marchisio ed infine in ritardo sul servizio di Sissoko.
Marchisio é ovunque, spinge e fa faville sulla fascia destra, in difesa salva sulla linea di porta sul colpo di testa di Cassano e in attacco sferra un destro deviato come il successivo sinistro di Del Piero. L'ultima emozione arriva da un grave errore di Cannavaro ma Cassano risparmia Chimenti.

Il secondo tempo inizia sulla falsariga del primo, miglior fraseggio della Juve e Sampdoria più ficcante, ma Cannavaro guida bene la difesa; al 12' bel tiro alla Del Piero del capitano, che si ripete su assistenza di Diego e poi ancora di testa; dall'altra parte Pazzini strozza un tiro pericoloso e Gastaldello si fa vedere in mischia di testa.

Al 28' (un numero un po' inquietante a questo punto) e in tre minuti arriva il patatrac. Legrottaglie viene ammonito e, diffidato, salterà Napoli, Zac mette Candreva al posto di Marchisio anzichè dello spento Diego e Cassano da quaranta metri spara in porta, trovando l'ex portiere "Zucchina" Chimenti impreparato.
La Juve si getta orgogliosa all'attacco ma é la Doria ad andare vicina al raddoppio con Mannini e Testardi, Chimenti salva bene ma il distastro l'aveva già compiuto.

sabato 20 marzo 2010

Tifosi della Juve, unitevi all'appello per la rifondazione juventina!

Juventini di tutto il mondo, unitevi, e sottoscrivete il seguente appello al Vicepresidente Fiat e azionista di maggioranza della società:

1) A casa Monsieur Blanc, responsabile numero uno del disastro Juve: se la squadra va male, il primo a dover fare le valigie è il Presidente-Amministratore Delegato-Direttore Generale, a prescindere da ogni considerazione, senza dimenticare i 39 giorni di inazione dopo la sconfitta in casa con il Catania, per poi prendere Zaccheroni;

2) Mai più Alessio Secco: l'incapacità come uomo mercato é ormai acclarata, dopo Andrade, Almiron e Tiago, riesce nell'impresa del secolo di superarsi, con Cannavaro, Felipe Melo (per 25 milioni) e Grosso;

3) Foglio di via, per palese inadeguatezza, a Grygera, Zebina, Cannavaro e Grosso in difesa, Poulsen e Melo a centrocampo;

4) Un signor preparatore atletico e un nuovo luogo di allenamento;

4) Un Direttore Generale che sappia di calcio;

5) Un grande allenatore, niente Prandelli o mezze figure, il sogno é Wenger;

6) Rinuncia a malincuore a Camoranesi e Trezeguet, sono stati splendidi giocatori, ma urge il rinnovamento;

7) Acquisto finalmente di una seconda punta di classe mondiale, rapido e guizzante, che sappia saltare l'uomo e dia imprevedibilità alla squadra, basta sacrifici sull'altare di Del Piero;

8) Nuova difesa con due terzini forti sulle fasce (Caceres e De Ceglie possono fare le riserve), un centrale titolare e uno che possa sostituirlo;

9) Un regista che detti i tempi della squadra;

10)Concediamo la prova d'appello a Diego e speriamo in bene!

Rifondazione juventina: appello a John Elkann!

Juventini di tutto il mondo, unitevi, e sottoscrivete il seguente appello al Vicepresidente Fiat e azionista di maggioranza della società:

1) A casa Monsieur Blanc, responsabile numero uno del disastro Juve: se la squadra va male, il primo a dover fare le valigie è il Presidente-Amministratore Delegato-Direttore Generale, a prescindere da ogni considerazione, senza dimenticare i 39 giorni di inazione dopo la sconfitta in casa con il Catania, per poi prendere Zaccheroni;

2) Mai più Alessio Secco: l'incapacità come uomo mercato é ormai acclarata, dopo Andrade, Almiron e Tiago, riesce nell'impresa del secolo di superarsi, con Cannavaro, Felipe Melo (per 25 milioni) e Grosso;

3) Foglio di via, per palese inadeguatezza, a Grygera, Zebina, Cannavaro e Grosso in difesa, Poulsen e Melo a centrocampo;

4) Un signor preparatore atletico e un nuovo luogo di allenamento;

4) Un Direttore Generale che sappia di calcio;

5) Un grande allenatore, niente Prandelli o mezze figure, il sogno é Wenger;

6) Rinuncia a malincuore a Camoranesi e Trezeguet, sono stati splendidi giocatori, ma urge il rinnovamento;

7) Acquisto finalmente di una seconda punta di classe mondiale, rapido e guizzante, che sappia saltare l'uomo e dia imprevedibilità alla squadra, basta sacrifici sull'altare di Del Piero;

8) Nuova difesa con due terzini forti sulle fasce (Caceres e De Ceglie possono fare le riserve), un centrale titolare e uno che possa sostituirlo;

9) Un regista che detti i tempi della squadra;

10)Concediamo la prova d'appello a Diego e speriamo in bene!

L’umiliazione è servita: vergogna e disperazione dopo il 4-1 del Fulham

Perdere così fa veramente male, l’unica consolazione è che la sofferenza di questa disastrosa stagione sta per finire, anche se dietro l’angolo fa capolino la mancata qualificazione alla Champions e il fallimento totale.
L’illusione dura solo 120 secondi, il tempo che impiega Trezeguet per scaraventare in rete, di sinistro, una palla difesa caparbiamente da Diego a centro area.
Con il passare dei minuti, diventa chiaro a tutti che la coppia centrale formata da Zebina e Cannavaro non può resistere agli urti, il capitano della nazionale (ormai può giocare titolare solo lì) si fa travolgere da Zamora che sigla il pareggio, poi dopo alcuni tentativi a vuoto di cinturare in area gli avversari, riesce nell’impresa di atterrare Davies lanciato a rete e lascia al 27’ in dieci i compagni.
Qui Zaccheroni fa la frittata e per inserire Grygera toglie Candreva, l’unico capace di tener palla, anziché il solito inconcludente Camoranesi.
E’ l’inizio della fine perché Chimenti ferma la successiva punizione pericolosa dello scatenato Zamora, ma non può nulla sulla deviazione - su cross dell'indisturbato Davies - ravvicinata di Gera al 37' e neppure sul rigore dell'ungherese al 1’ (sic) della ripresa, dopo il fallo di mano di Diego (tu quoque).
Zac ricorre allora alla difesa a tre, inserendo De Ceglie per Camoranesi, la squadra in effetti sale un po’ anche perché il Fulham prende fiato. Si pensa allora ai supplementari ma lo strazio ha termine prima, a otto minuti dalla fine, quando il neo entrato Dempsey inventa un pallonetto da cineteca e fredda da fuori area l’incolpevole Chimenti.
Il tempo per rimediare non c’è, ma per altre figuracce sì, Del Piero (riferisce Piccinini) protesta con l’allenatore prima di entrare, Zebina scalcia Duff e si fa espellere, non contento mostra il dito medio ai tifosi che, stranamente, si accaniscono anche su Felipe Melo, anziché applaudirlo a scena aperta per le splendide giocate a favore degli avversari.

domenica 14 marzo 2010

La Juve parte come Alonso ma finisce come Badoer, da 3-0 a 3-3 contro il Siena!

Nel giorno della Ferrari, che ritorna ai fasti degli anni precedenti all'ultimo deludente campionato - e non é un caso che avvenga con Alonso, a dimostrazione che per vincere ci vogliono i fuoriclasse - la Juve sembra davvero un bolide rosso e in dieci minuti si porta sul 3-0.

Fedele alla promessa di non vederla più al pomeriggio della domenica, perché c'è di meglio di questa Juve, nonostante sia in netta ripresa, in attesa di godermi "La prima cosa bella" di quel genio malinconico di Virzì, apprendo dalla vecchia cara radio il gol n. 300 in carriera di Del Piero, che la mette dopo soli due minuti a porta vuota, dopo uno slalom di Candreva e una travolgente incursione in area di Sissoko.

Scoprirò molto più tardi che al 7' Alex fa doppietta, con un gran tiro nell'angolino di Curci che ribatte sui suoi piedi una botta di Marchisio e addirittura al 10' Candreva realizza il 3-0 con una terrificante saetta che finisce nel sette.

Una squadra normale a questo punto non dovrebbe aver grossi problemi, ma é normale avere un terzino come Grygera che non contento dell'harakiri contro il Palermo, si suicida ancora regalando palla a Maccarone a metà campo, o ha un centrale come Cannavaro che indietreggia al rallentatore e lascia libero il suddetto di tirare in porta o un terzo portiere di riserva, Chimenti, che é fuori sei metri dai pali e guarda il pallone indisturbato che finisce in rete al 16'?

Poi la coppia Grygera-Chimenti ci mette del suo anche sul secondo gol di Ghezzal quando ancora non è trascorso un minuto nel secondo tempo e Brazzo completa il disastro procurando il rigore del 3-3.

Del secondo tempo non so niente, mi fido del giudizio di mio padre che mi dice che Zac sbaglia i cambi, mette Camoranesi che non tocca palla e Diego (anzichè Iaquinta) per Del Piero anzichè togliere un inesistente Trezeguet, ma del resto con Legrottaglie all'ennesimo infortunio e la coppia centrale Grygera-Cannavaro, non c'è molto da sfogliar le verze, anche perché Alex si mangia un paio di gol e il gioco latita come accade spesso.

Il futuro resta incerto, una cosa invece é certa: con i parametri zero Grygera-Brazzo-Cannavaro (come Badoer) si va piano, con quelli bravi (come Massa) si va sano, con i fenomeni (come Alonso) si va lontano!

P.S. A proposito di fuoriclasse, Seedorf imita Candreva e nel recupero fa fuori il Chievo, il Milan é a -1, non ci credo, ma ci spero!

venerdì 12 marzo 2010

Clamoroso al Cibali, l'Inter sembra la vecchia Juve!

Calma e gesso, le cose si stanno mettendo bene ma nessuna esultanza, aspettiamo il momento giusto.
Certo, alcune indicazioni sono importanti, ecco dieci motivi per sperare nel ko anche in Champions:
1) L'Inter sembra sulle ginocchia, non ha fatto una preparazione estiva per durare fino a maggio, la brillantezza non c'è più, adesso la mancanza di fondo comincia a farsi sentire e non é ancora scoppiato il caldo!
2) Ha subito una rimonta, non ha tenuto il vantaggio, la difesa non é così granitica, vedi il doppio errore di Lucio sul terzo gol;
3) Gli avversari non hanno più paura, come dimostra il rigore assurdo trasformato da Mascara con il cucchiaio;
4) Gli acquisti non sono solo fenomeni, Mariga é un bel broccone;
5) Non c'è serenità, ogni partita un'espulsione, quando non sono due;
6) Non hanno più neppure la forza di protestare, anzi Branca riconosce che il rigore è netto, pazzesco!;
7) Le sostituzioni di Mourinho finalmente si dimostrano assurde, mette tutti attaccanti e perde, come non succedeva prima;
8) Sneijder non é più il fenomeno di prima;
9) Gli ex interisti hanno smesso di essere vittime sacrificali (vero Zenga?), Sinisa si fa almeno perdonare dopo la sconfitta inferta alla Juve nel dicembre scorso;
10)Gli arbitri cominciano a fischiare il giusto anche contro l'Inter, i regali non ci sono più.

Tutto bene, però, ripeto, aspettiamo... martedì...(nella telecronaca di Sky, ci sarà Massimo Mauro, una garanzia).

giovedì 11 marzo 2010

Juve, cos'é successo sei cambiata! 3-1 al Fulham al ritmo di Lunapop e... Sara Tommasi!


Partita stranissima durata solo un tempo, vittoria un po' fortunata ma tutto sommato meritata, una Juve diversa dal solito, spietata nel capitalizzare le occasioni e ottima nel possesso palla.
Belli i gol, all'8' l'incornata di Legrottaglie su angolo di Diego procurato da un gran colpo di testa di Trezeguet ispirato dall'ottimo Marchisio, raddoppio al 25' di Zebina al primo gol in maglia bianconera dopo uno slalom alla Razzoli in mezzo a due avversari e gran botta che trova la carambola sul palo amico.
Poi dominio in mezzo al campo, interrotto al 36' da una deviazione sfortunata di Legrottaglie su tiro di Ethutu in mezzo all'area. Sofferenza fino al termine del primo tempo o quasi, perché al 47' Diego s'invola sulla sinistra, mette in mezzo, Treezeguet fa sponda per la botta di Grosso che costringe il portiere avversario a rifugiarsi in angolo. Il tempo é scaduto, urlo a Diego di sbrigarsi e il mio 28 preferito mi obbedisce, la mette in mezzo per Trezeguet che spara sul palo ma é abile e svelto a riprenderla e, con la leggera deviazione di Brazzo, a buttarla in rete.
La partita finisce qui, i 45' minuti successivi sono utili per godermi in santa pace il dopo partita e quella che, a mio parere, é di gran lunga la miglior opinionista sportiva sugli schermi, Sara Tommasi.
Mi delizia con commenti stringati ma adeguati che ricordano quelli di una volta, "vediamo le sintesi delle partite delle ore 19", "e ora le partite della serata", "Grazie per averci seguito e buonanotte", grazie a Te, ci dico io, anzi grazie al Bordi che ci offre un'immagine di questa deliziosa presenza, perchè le Ilarie D'Amico e le altre, hanno rotto...le palle!

sabato 6 marzo 2010

Dopo la bocciatura col Palermo, la Juve vince al Tar di Firenze!

La Juve torna in corsa per un posto in Champions League, dopo la pesante battuta d'arresto in casa con il Palermo e supera, nella prima prova d'appello, 1-2 l'odiata Fiorentina, ritrovando non certo il gioco ma almeno la compattezza e due lungodegenti come Iaquinta e Poulsen - importanti nell'ottica dei prossimi impegni ravvicinati - anche se si dovrà valutare il problema accusato da Chiellini.

La Juve si schiera con la solita difesa, con Zebina che sostituisce Grygera, punito per lo sciagurato assist a Budan sul secondo gol del Palermo e con Legrottaglie che ritrova il suo posto a scapito del titolate (ma solo in Nazionale!) Cannavaro, con il centrocampo tipo, Melo tra Marchisio e Sissoko e, davanti, con Diego e Candreva (che sostituisce l'acciaccato Del Piero) dietro ad un ex giocatore del passato, David Trezeguet.

Nel primo tempo la Juve é guardabile solo nei primi due minuti, giusto il tempo di passare in vantaggio con una meravigliosa perla di Diego che, su verticalizzazione di Candreva, scatta sul filo del fuorigioco e a tu per tu con Frey, é bravo prima a fintare il calcio, poi a nascondere la sfera sotto la suola del piede sinistro, alla Zidane, e infine ad uccellare il numero uno viola di giustezza.
Chissà perchè, il fuoriclasse brasiliano in campionato segna solo in trasferta, prima di oggi a Roma (doppietta), Bergamo e Bologna.

A questo punto ci saremmo aspettati una Juve pimpante che galvanizzata dall'improvviso vantaggio potesse approfittare degli avversari disorientati e con la mente proiettati alla sfida di martedì contro il Bayern e invece niente di tutto questo, anzi la Fiorentina ci schiaccia nella nostra area per almeno venti minuti buoni, in cui rischiamo più volte di capitolare, come quando Manninger sfodera una paratona su Gilardino, Vargas trova il buco della barriera su punizione e Marchionni crossa pericolosamente dalla destra senza trovare la deviazione di un compagno.
La Juve é in difficoltà, non tiene palla, non ha alcuna capacità di sviluppare un gioco almeno accettabile, in quanto Melo é impegnato davanti alla difesa, Marchisio che pure ne avrebbe le qualità é defilato, Sissoko non sembra in forma, Diego (che cerca due volte Sissoko prima di testa poi in profondità) e Candreva predicano nel deserto, Trezeguet é un gatto di marmo sul gran lancio di Marchisio.

Proprio quando la Juve sembra aver preso le misure, i viola trovano il pareggio al 32' grazie a "Stanlio" Manninger e "Olio" De Ceglie, più per demerito del portiere che macchia la sua buona prestazione con un erroraccio in uscita (il suo punto debole) che per colpa del difensore, che peraltro si trova impreparato a chiudere su Marchionni che, reattivissimo, di testa, lui che non è un gigante, mette dentro l'1-1. Nell'occasione De Ceglie, travolto dal compagno, addirittura s'infortuna e lascia spazio ad inizio ripresa a Grosso, cambio che si rivelerà decisivo.

La Fiorentina paga infatti lo sforzo dei primi 45' e subisce la ritrovata verve del campione del mondo, che spinge forte sulla fascia sinistra, dove duetta spesso con Diego. E proprio il mio adorato 28 al 68' inizia l'azione decisiva, serve Sissoko che fa l'unica cosa giusta (ma importante) della sua partita, splendido assist in profondità per Grosso, che con un sinistro incrociato da posizione defilata, trova una bellissima rete da attaccante.

Prandelli tenta la mossa della disperazione con un coraggiosissimo 4-2-4, inserendo al posto di Zanetti il brasiliano Keirrison, protagonista di due azioni che suscitano gli isterismi viola; prima per un fallo di mano in caduta di Chiellini su un tentativo di assist in mezzo all'area, poi quando lo stesso Chiello lo tocca sul collo fuori dall'area di rigore, ma Damato è brevo a non cadere nella trappola.

Il ritmo cala, la Fiorentina continua a spingere, ma la Juve non soffre più di tanto l'infortunio a Chiellini (Zaccheroni aveva prematuramente esaurito le sostituzioni con Iaquinta per Trezeguet e Poulsen per Sissoko), non solo perché, anche da fermo, in mezzo al campo la roccia intercetta qualche pallone, ma soprattutto perché la Juve già nel primo tempo aveva giocato in dieci, con la mummia Trezeguet.

Negli ultimi minuti la Juve riparte in contropiede, sfiora il 3-1 con Marchisio il cui tiro, un po' centrale, é respinto da Frey, ma passa lo stesso a Firenze, e torna ad issarsi al fondamentale quarto posto, almeno per stasera.