domenica 21 marzo 2010

Zucchina Chimenti firma l'ennesima (ma immeritata) resa contro la Sampdoria.

Juve bella ma sfigata a Marassi, punita da un giocatore, Cassano, che trova il posto da titolare dopo due mesi, con la complicità del suo terzo portiere Chimenti: questa in sintesi la gara.

Parte forte la Juve, corta e aggressiva, pericolosa con i tiri di Del Piero che si gira bene e di Diego dopo la sponda di Iaquinta; sul corner, Legrottaglie la prende di testa ma non con la fronte.
Del Piero si muove su tutto il fronte dell'attacco, si batte e si sbatte, é vivace ma spesso impreciso, in difesa Cannavaro prima sbaglia, ma Cassano non ne approfitta, poi si distingue per una serie di salvataggi, specie sulle azioni di Poli e di Pazzini.
Diego inventa per Del Piero ma il numero 10 é in ritardo, poi tre opportunità per Iaquinta, prima ben servito da Poulsen, poi anticipato da Storari su cross di Marchisio ed infine in ritardo sul servizio di Sissoko.
Marchisio é ovunque, spinge e fa faville sulla fascia destra, in difesa salva sulla linea di porta sul colpo di testa di Cassano e in attacco sferra un destro deviato come il successivo sinistro di Del Piero. L'ultima emozione arriva da un grave errore di Cannavaro ma Cassano risparmia Chimenti.

Il secondo tempo inizia sulla falsariga del primo, miglior fraseggio della Juve e Sampdoria più ficcante, ma Cannavaro guida bene la difesa; al 12' bel tiro alla Del Piero del capitano, che si ripete su assistenza di Diego e poi ancora di testa; dall'altra parte Pazzini strozza un tiro pericoloso e Gastaldello si fa vedere in mischia di testa.

Al 28' (un numero un po' inquietante a questo punto) e in tre minuti arriva il patatrac. Legrottaglie viene ammonito e, diffidato, salterà Napoli, Zac mette Candreva al posto di Marchisio anzichè dello spento Diego e Cassano da quaranta metri spara in porta, trovando l'ex portiere "Zucchina" Chimenti impreparato.
La Juve si getta orgogliosa all'attacco ma é la Doria ad andare vicina al raddoppio con Mannini e Testardi, Chimenti salva bene ma il distastro l'aveva già compiuto.

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