lunedì 30 novembre 2009

De Marco dà il colpo di grazia ad una Juve moribonda!

Ancora una sconfitta, ancora 0-2, ancora un gol nel finale, ma a Cagliari la storia è ben diversa da Bordeaux e il responsabile ha un nome e cognome: Andrea De Marco (lo stesso di quel famigerato Siena-Inter, vergogna!), che evidentemente non contento dei cinque punti che ci separavano dall'Inter, non ci fischia un paio di rigori netti anzi nettissimi e ci spedisce a meno 8 punti dalla capolista, che vince ovviamente su rigore. E' proprio il caso di dire che i conti tornano e madama la marchesa, lo scontro diretto di sabato prossimo non ha più senso.
E dire che la Juve non ha affatto demeritato, un po' sonnolenta nel primo tempo ma quasi arrembante nella ripresa, contro un Cagliari che nelle ultime 6 uscite ha sempre vinto tranne che col Milan ma non è poi sembrato gran cosa.

Il primo tempo è equilibrato, con Allegri che come tutti quelli che incontrano la Juve (e non l'Inter) non ha alcuna paura, anzi è convinto di batterci - questo è il nostro problema maggiore - e dunque schiera ben quattro giocatori offensivi: Lazzari e Cossu in mezzo, dietro alle punte Jeda e Nenè.
I rossoblù sfiorano il vantaggio su punizione violenta di Conti, rimedia Buffon, che però è gravemente colpevole su un bel destro di Nenè, autore di un gollasso da fuori area con la complicità del nostro numero uno, già molto incerto in terra dei Galli.
La Juve è quella già vista contro Maccabi, Livorno, Udinese, Bordeaux ecc, lenta, imprecisa, soprattutto incapace di creare azioni da rete. Amauri è pericoloso come un'alborella in un mare di squali, Diego ha le marce basse, sugli altri, Chiellini e Sissoko esclusi, meglio stendere un velo pietoso.

Nella ripresa la squadra è molto più tonica, trascinata da un Chiello che gronda di sangue e di coraggio; Amauri segna colpendo in qualche modo a centroarea su cross di Caceres, ma la rete non è convalidata per fuorigioco, mica siamo l'Inter.
La Juve spinge forte, costringe i sardi nella propria metà campo e si affida a Capitan Del Piero, che sostituisce Marchisio e va a spalleggiare Amauri.
Proprio il brasiliano viene atterrato da Pisano in area, ma De Marco e soci vedono solo quello che vogliono vedere. Marchetti sventa la punizione tagliata di Del Piero, anche Diego è steso in area ma niente, Matri in contropiede salta facile il vecchio e stanco Canna e trafigge Buffon per il 2-0; nel finale occasionissime ancora per Alex e Diego, ma non c'è più tempo e De Marco, tutto soddisfatto, ci spedisce all'inferno.

sabato 28 novembre 2009

Diego, ecco le soluzioni per Ferrara!

Diego, ecco le soluzioni per Ferrara!

Come purtroppo avevo paventato, anche se comunque in nobile ritardo sulla tabella di marcia, il nostro 28 comincia a dare piccoli segnali che la pazienza ha un limite.

Nessuna dichiarazione roboante, sia chiaro, nessun cenno ad una sua passione milanista da bambino (come Balotelli o Santon!), ma solo la richiesta a Ferrara ad individuare i problemi e spiegare come risolverli.

Fin qui, mi pare il massimo del minimo, un giocatore che, sballottato in ogni parte del campo neanche fosse una trottola, sfinito da un centrocampo che più che a rombo o in linea sembra invero ad minchiam, confida nel suo allenatore (e in chi se no?) per risolvere la situazione.

A tranquillizzare tutti, la successiva precisazione, quando spiega che le parole indirizzate all'allenatore non erano per attaccarlo, ma solo per dimostrare la disponibilità sua e della squadra nei confronti delle sue scelte, «a lavorare tutti insieme, perché solo così possiamo uscire da questo momento negativo».
E poi ancora a dire che « il compito dei giocatori non è dire quello che non va, ma lavorare sodo, al resto ci pensa l'allenatore. Se la Juve gioca male vuol dire che anche il sottoscritto ha giocato male, mi sforzo di parlare italiano e spero che le mie parole non vengano più fraintese".
A questo punto, dopo l'ennesima dimostrazione di classe e d'intelligenza, visto che Diego non puo' dirlo e aspettando Ferrara, ecco tre semplici soluzioni:

1) DIFESA con gente in forma, non con pali sulla fascia (sinistra);
2) TORNIAMO AD UN CENTROCAMPO VERO; da che mondo e' mondo, devi avere un mezzala destra (SISSOKO), un centromediano davanti alla difesa (FELIPE MELO) e una mezzale sinistra (MARCHISIO), senza tante palle; CAMORANESI non puo' giocare in nessuna di queste tre posizioni;
3) ATTACCO a due punte (due qualunque dei quattro, quando e su guariranno) con un trequartista (DIEGO). Contro le grandi squadre o nei finali di partita o quando sei alla frutta come adesso, dentro anche CAMORANESI a tener palla sulla mediana e DIEGO più avanti al posto di una punta, stop.
E poi CORRERE, CORRERE e ancora CORRERE!

P.S. Per dirla in altro modo, copiamo MOURINHO e l'Inter, tanto si gioca in Italia!

giovedì 26 novembre 2009

A Bordeaux continua lo psicodramma Juve

Nessun dramma, sia chiaro, per tre fondamentali ragioni.
Primo, perché stiamo pur sempre parlando di calcio; secondo, perché abbiamo ormai fatto il callo a queste delusioni; terzo, perché un pareggio a Bordeaux non avrebbe cambiato in alcun modo il senso delle cose, siamo costretti a battere il Bayern in casa, ma anche in tal caso l’eliminazione dalla Champions sarà solo rinviata agli ottavi, dove troveremo le prime classificate degli altri gironi, oggettivamente di un altro pianeta.
Commentare la partita non ha senso, se sei sovrastato in ogni zona del campo, se gli altri corrono e tu cammini, se fai fatica a fare un tiro in porta per tempo, in tutti e due i casi di Diego, che peraltro si mangia anche un gol quasi fatto, dopo l’unico lampo di Del Piero.
Proprio da Diego occorre ripartire, sperando che non perda la pazienza in una squadra dove la confusione tattica regna sovrana, la condizione fisica è pietosa, il livello tecnico spesso inadeguato e l’unica cosa abbondante sono gli infortuni (ultimo in ordine di tempo Amauri, ormai il centravanti é Immobile). Se non è questo uno psicodramma….

mercoledì 25 novembre 2009

Tutta la verità su Barcellona-Inter!

Dieci ragioni di una sconfitta inimmaginabile alla vigilia per i tifosi nerazzurri (abituati a ben altri risultati nella Champions):

1) Al Barcellona mancavano Ibra e Messi, é vero, ma non sono poi così forti;
2) Il Barca ha bluffato, perché erano assenti solo quattro titolari, in quanto, oltre a Ibra e Messi, l'influenza A alla fine ha colpito solo due giocatori;
3) I sostituti di Ibra e Messi sono molto più forti di loro;
4) All'Inter mancava Sneijder, l'unico giocatore fondamentale e insostituibile;
5) L'Inter non é abituata a sfidare squadre che giocano a memoria;
6) Maicon era destabilizzato dopo le due giornate di squalifica per aver detto Vai Tu al guardalinee;
7) Eto'o era condizionato dai fischi (ovviamente) razzisti del pubblico blaugrana;
8) Balotelli depresso a causa dei cori dei tifosi juventini;
9) C'era un rigore netto che, trasformato, avrebbe dato il là alla sicura rimonta e alla certa e conseguente vittoria;
10) Il primo gol non vale perché l'Inter é molto più forte e pericolosa di testa del Barca, mentre il secondo gol é irregolare perché non puoi impedire all’avversario di giocare per più di 25 minuti consecutivi.

Ma soprattutto, se il Giudice sportivo della Champions verificherà che il Barca ha nascosto troppo la palla all'Inter e non le fatto superare abbastanza la metà campo, c’è il rischio di dover ripetere la partita e forse non si rigiocherà al Camp Nou, chissà…

martedì 24 novembre 2009

Contro NY Islanders 61 tiri contro 21, ma 3-4, i soliti Leafs!

Non pago dell’ultima delusione subita da Calgary – cui evidentemente porto fortuna visto che sabato vedo Igilna mettere a segno una tripletta e vincere d’autorità il botta e risposta del secondo periodo contro i Kings di Doughty e Frolov – decido questa mattina di alzarmi presto e di seguire, dagli schermi di ESPN America, gli ormai “miei” Maple Leafs che ospitano all’Air Canada Center i fin qui non irresistibili Islanders.
Presto ma non troppo presto, ovviamente, comunque in tempo per vedere Gustavsson prendere tre pere in tre minuti, su tre tiri consecutivi da Tambellini (31’), Moulson (32) e Bergenheim in inferiorità numerica! (34’) e lasciare il posto, come ormai d’abitudine, al buon Vesa.
Non faccio a tempo a metabolizzare l’ennesima lezione, che quel trottolino di Kessel riapre subito la partita (35’); inizia allora un bombardamento mai visto contro il leggendario (e per questo simpatico) classe 1969 Roloson che, essendo comunque umano, non può nulla contro il vecchio pirata Primeau (42’) e il biondo (con trascorsi all’amata Eishalle di Davos) Hagman (49’).
Si va ai supplementari, in una escalation di tiri (61, sì, sono proprio S-E-S-S-A-N-T-U-N-O, massimo NHL stagionale e record di franchigia pareggiato dopo 34 anni) addosso al buon Dwayne, che ha termine con la solita nefandezza difensiva, capitalizzata a 43’’ dalla fine da Bailey.
Q-U-A-R-A-N-T-A tiri in meno, ma un gol in più, contro i Leafs ogni prodezza è lecita!

lunedì 23 novembre 2009

Juve, Grosso... punto di domanda!

La prestazione più brutta della stagione, molto simile a quella di Tel Aviv - decisa come allora da una sola azione decente, una triangolazione iniziata da Poulsen che apre per Caceres, bravo a mettere in mezzo per la volee di Grosso - lascia molti punti interrogativi.
Il primo tempo é incomprensibile e lascia stupefatti per il nulla che esprime la Juve, solo un paio di brividi da due tiri di Diego, un gol mangiato da Amauri libero davanti ad Handanovic e un tiretto di Giovinco, in compenso una quantità industriale di errori, con Melo in brutta evidenza.
Il secondo tempo non é molto diverso, anche se con Sissoko al posto del confuso brasiliano cambia un pò la musica, più pressing e determinazione, qualche discreto fraseggio, in particolare tra un rientrante Del Piero ancora lontano dalla forma migliore e un Diego bravo anche a sacrificarsi sulla fascia e convincente nel suo obiettivo di giocare, vincere ed anche di riconquistare la nazionale, che si lamenta solo delle squadre avversarie troppo chiuse e del terreno di gioco scivoloso, ma tace benevolo sul resto.
Se questa é la risposta all'Inter, allora "buona notte suonatori", anche a Ferrara contento della "vittoria importantissima e meritata in una partita molto difficile e delicata", contro un Udinese invero morbida come un piumino d'oca. Ma poi riconosce che i nostri sono stati lenti e con poco movimento (specie nel primo tempo) e pensa al Bordeaux con preoccupazione. La stessa che provo io di fronte ad un film già visto troppe volte quest'anno e al cui confronto, anche la foto delle lasagne di mia moglie é più divertente.

lunedì 16 novembre 2009

Mancinelli e Hall salvano il 140° derby... e la pizza!


Reduce da tre sconfitte stagionali al Forum, l’Armani Jeans mi fa la grazia e sceglie l’occasione giusta per vincerne una davanti al pubblico amico, ricompensandomi delle delusioni patite davanti alla tv contro Siena, Panathinaikos e Khimki (per non parlare di Varese, Caserta e Prokom).
Davanti a Re Giorgio (che intravedo da lontanissimissimo, pur adagiato nel mio Sky box) "Santo subito" per la pazienza (e la passione) che ci mette, l’Olimpia parte forte con Mancinelli che segna 8 punti, con un paio di grandi schiacciate, nel 10-8 del 7’ e illude di poter scappar via, di fronte a una Ngc tutt’altro che irresistibile e che spara a salve dall’arco dei tre punti, ma capace di condurre il primo quarto 16-14 con Markoishvili, ex bimbo prodigio nella marca, in bella evidenza.
A guidare la riscossa ci pensa Hall, enigmatico se ce n’è uno, con un assist a due mani, salvando una palla in tuffo fuori dal campo e 5 punti in fila che segnano il parziale di 12-0 per il 29-20 dopo 18’. Al riposo Milano conduce 33-24, frutto anche del dominio (23-9) a rimbalzo e di un buon Bulleri.
Dopo l’intervallo, Petravicius e Mancinelli realizzano 11 punti e al 30’ l’AJ conduce 51-41 grazie a una buona intensità difensiva (bene Rocca anche in attacco) e soprattutto alla zona di Cantù, suicida davanti a Hall che, in stato di grazia come sempre quanto vede i brianzoli (che ancora ricordano lo show dell’anno scorso) si ripete con quattro triple devastanti e chiude il conto, impedendo a quei pasticcioni di Finley e Acker danni maggiori.
Bene così, anche perché la pizza ci aspetta e non ci resta indigesta!

Sapessi com'è strano...sentirsi tra Toronto e Milano!

No, Memo Remigi e Ornella Vanoni in questo caso non c’entrano niente (se non in omaggio alla mia adorata mogliettina e al nostro delizioso pranzo profumato di tartufo bianco), è più che altro una strana domenica di novembre, sospesa tra il grigio del cielo e il verde marrone delle foglie cadenti, senza calcio e senza il 44 rossonero, ritornato alle sue cronache canadesi.
E allora quale modo migliore di celebrare entrambi con una mattinata su Espn America in collegamento con l’Air Canada Center e un pomeriggio live al Mediolanum Forum, per di più con due derby, Toronto-Calgary e Milano-Cantù?
I Maple Leafs sono un po’ come l’Armani Jeans, grande storia, un passato di leggendarie vittorie e un presente di sonanti delusioni. Contro i Flames i presupposti per una bella gara ci sono tutti, una chiara vittoria contro le Red Wings di Detroit e una sfortunata rimonta in quel di Chicago. In più l’ingaggio davanti a due leggende del passato, Wendell Clark e Geoff Courtnall, due facce che parlano (tipo Bud Spencer e Terence Hill o Starsky e Hutch), mica pizza e fichi, la gente li ricorda in adorazione, Clark fa pure una smorfietta quando le immagini alternano ai suoi micidiali slaps alcune mitiche scazzottate, sale il rumore, l’arena trabocca d’entusiasmo, i ragazzi non possono far figure, proprio oggi, dai.
Come va a finire? Con una sconfitta, ovvio se hai una partenza da incubo e prendi due gol in sedici secondi, una fucilata di Iginla e una deviazione sottorete di Nystrom quando ancora non sono passati due minuti. Non basta un tiraccio di Beauchemin in power play a rimettere in carreggiata l’incontro, nonostante un assedio in piena regola alla porta di Kyprusoff, specie se The Monster prende il terzo gol da Boyd al 13’ e viene segato da un Ron Wilson (altra faccia da cinema) lievemente corrucciato... La partita finisce lì, Toronto crede di riaprirla con il talentuoso Stajan al 22’ ancora in superiorità numerica, ma Igilna al 44’ non perdona e Bouwmeester mette il punto esclamativo al 53’.
La rivincita è dietro l’angolo, sempre su Espn America, i miei Colorado Avalanche attendono al Pepsi Center i Vancouver Canucks dei fratelli gemelli Sedin da Ornskoldsvik (quanti ricordi), ma proprio uno dei due, quell’ingrato di Henrik, ce l’ha con noi, marca un hat-trick e ci bastona con un 8-2 che non ammette repliche.
Allora capisco la lezione, dico basta all’hockey e mi dirigo al Forum con un altro mio amicone, dove ci aspettano lo Sky Box e lo Sky Point (non sono come quelli dell’Air Canada Center, ma si difendono). Ma questa è un’altra storia!

martedì 10 novembre 2009

Juve benefattrice della Nazionale e della Serie A!

Scorrendo i marcatori dei tabellini di Serie A, si può notare una singolare coincidenza.
Sempre più spesso i bomber sono ex juventini. Lo avevo già accennato in un'altra occasione, ma anche domenica scorsa l'evento si é ripetuto. Zalayeta 2 volte e Di Vaio in Bologna-Palermo, Palladino e Paolucci in Genoa-Siena, Lanzafame in Parma-Chievo.
Se poi guardiamo l'elenco dei convocati da Lippi, oltre a Buffon e De Sanctis, 7 difensori (!) hanno militato o militano nella Juve, più Camoranesi, Marchionni e Palladino davanti. Se non é record, poco ci manca!

Buon compleanno, leggendario capitano!

Caro Alex, in attesa di celebrare anche sul mio blog le tue gesta, tanti auguri di buon compleanno e grazie per le 262 perle della tua inimitabile carriera bianconera!

domenica 8 novembre 2009

Il 'piangina' Mourinho secondo Ranieri

Mourinho si lamenta troppo? Non c'é più religione...per Sor Claudio.
In effetti, strano ma vero, Mou é molto british nel dopo gara. Se l'Inter non ha vinto - oltre a causa di quel cattivone dell'arbitro, che ha fischiato troppo - il colpevole ha un nome e un cognome: Mario Balotelli, vicino allo zero, atteggiamento indisponente di un diciannovenne misterioso. Poi una marea di scuse: Stankovic sta male per un problema muscolare, Sneijder é al 50 per cento, la Roma é più fresca anche se non ha giocato per vincere (ha pedalato giovedì ma in una coppa dal ritmo e intensità diversa dalla Champions, ovvio) e via discorrendo.
In realtà, senza lo sciagurato portiere ucraino, non avrebbe vinto neppure a Kiev!

Finalmente Diego, finalmente Juve!

Ci sono molti modi per spiegare una partita, ma la realtà é che la Juve, per battere l'Atalanta, ha dovuto vincerla tre volte. E dire che i presupposti di una vittoria c'erano tutti e di natura strettamente tecnica: 1) La mia mitica maglietta blu, autentico porta fortuna e come tale trattato da reliquia, alla sua seconda stagionale; 2) L'anticipo del sabato sera, all'orario giusto, da sempre favorevole; 3) L'avversario, l'Atalanta, squadra amata e rispettata da ogni Juventino, terz'ultima in classifica e decimata dagli infortuni; 4) L'allenatore degli avversari, il nostro grande capitano, delizioso sparring partner per la Juve già ai tempi dell'Arezzo, un pò come il suo collega Walter Zenga per il biscione (a differenza di quell'antipatico di Gasperini che contro di noi sembra Rinus Michels) 5) La dichiarazione d'amore per gli innominabili del doppio ex Pietro Fanna nel pre-partita radiofonico, il che mi spiega a distanza di vent'anni perchè non fosse, al pari di Marocchino, esattamente tra i miei idoli.
Torniamo alle tre vittorie in un unica gara, tre come i gol annullati (altro record), tre come i gol di Camo nella stessa settimana, quattro in quattro partite.
Proprio MG sembra stendere l'Atalanta con un uno-due devastante (prima di testa su assist di Grosso dalla destra!, poi su cross dello stesso da sinistra malamente respinto da Talamonti) dopo 35' di sonnolenza, ravvivati invero solo dai Conte-Boys che radiocomandati dall'intelligente mister battono le fasce, il nostro tallone d'achille, e crano problemi con Valdes che inventa per Tiribocchi e con Ceravolo, ovvero i due che segneranno nel secondo tempo.
Ma la lettura della partita fa ancora difetto a Ciro il Grande e quindi anzichè passare a tre rinforzando la difesa al centro e ai lati (con Nicola per Grosso e Chiello in fascia), si subisce il gol assurdo con la difesa altissima infilzata dalla solita verticalizzazione (e con la complicità di Buffon).
Bravo Melo con una legnata terrificante a trascinare i suoi alla seconda vittoria, qui mi aspetto la citata mossa, ma niente e dunque ancora gol assurdo, questa volta da "orizzantalizzazione" di Valdes per Tiribocchi che apre per Ceravolo che, indisturbato, avendo nei pressi la bella statuina, é libero di fare l'eurogol.
Qui il nostro si sveglia dal torpore, partorisce un topolino (De Ceglie per Giovinco) comunque utile, ormai non possiamo esimerci e dunque chi si rivede? Sì il gol del 28, alleluja, e che gol, un gol d'autore, meraviglioso controllo di sinistro in corsa e carezza in fondo al sacco, dolce come una stop volley di McEnroe o un jab mancino di Ray Sugar Leonard, tanto per restare ai miei due idoli da ragazzino.
E allora ci sta l'urletto d'ordinanza, la presente e viva e il suon di lei, la cinquina griffata David, che raggiunge il mito Sivori e ci fa pensare a quello che poteva essere e non sarà mai quest'anno.

mercoledì 4 novembre 2009

Diego, Caceres, Camoranesi, un'azione da tre punti!

Le uniche note positive sono i tre punti conquistati e la gara di Diego, che predica (bene) nel deserto.
Il nostro 28 é protagonista di tutte le azioni principali.
Prima conquista palla sulla trequarti, dribbla e tira sul portiere, poi finta ancora l'uomo, rincula e illumina in diagonale per Amauri che si fa parere il tiro, quindi serve Tiago per un lob; dopo l'imbeccata di Melo per Amauri che non riesce a concretizzare, ecco una bella punizione; il doppio miracolo di Buffon alla mezz'ora stoppa gli avversari, che vengono superati solo nel recupero da una grande apertura di Diego per Ceceres che mette bene in mezzo per la voleè di Camoranesi, aiutata da una provvidenziale deviazione.
Nel secondo tempo, nulla da segnalare, se non una rete annullata ad Amauri sulla solita punizione di Diego, autore di un'altra grande azione, dribbling fulminante e sinistro largo e di una bella apertura per Camoranesi il cui traversone é deviato senza fortuna da Trezeguet.
L'unico pericolo per la nostra difesa viene da un cross dalla destra, con il solito Grosso che mette i brividi stringendo al centro e perdendo il suo l'avversario.
Che dire? Grazie di cuore, Maccabi!

P.S. Forza Sheva, siamo con tutti con te!

lunedì 2 novembre 2009

Le dieci domande a Monsieur le President

Altro che ultimatum, Monsieur le President, altro che ultimo jolly ormai speso, non ciurliamo nel manico e, s'il vous plait, risponda alle uniche e vere dieci domande che pongono dieci milioni di juventini e non un solo quotidiano di parte.
Perché la Direzione sportiva non é mai stata messa in discussione? Perché così tanti infortuni? Perché quelli rotti, una volta cambiata aria, guariscono miracolosamente? Perché spendere 25 milioni per un mediano, regalando Zanetti e Marchionni? Perché acquistare uno scarto di Inter e Lione quando hai già due terzini sinistri? Perché acquistare una riserva del Barca quando hai già due terzini destri? Perché tenere giocatori deludenti come Zebina, Tiago e Poulsen? Perché prendere un centrale di 36 anni (con tutto il rispetto per il capitano della nazionale) per rinforzare la difesa? Perché non si é mai preso un big per la panchina? Perché non vengono acquistati giocatori giovani e di talento (Diego a parte)?

Nella notte delle streghe la zucca é Ferrara

Com'é possibile perdere 2-3 se a mezz'ora dalla fine stai vincendo 2-0 in casa?
Molto semplice, se hai un allenatore che non sa leggere la partita e hai dei giocatori che a questo livello non ci possono più stare.
Perché se con tutte le giustificazioni del caso, la stanchezza dopo quattro gare in dieci giorni, un calendario pazzesco - Samp al mercoledì e Napoli il sabato alle maledette ore 18 -, una rosa ridotta all'osso da una catena d'infortuni senza limiti, vinci 2-0, proprio per questi motivi devi rinforzare difesa e e centrocampo e chiuderti dietro.
Invece cosa fa il nostro? Mette Tiago al posto di Camo largo a destra nella linea dei fantasisti e già questo é discutibile, poi sul 2-0 non potenzia il centrocampo, ad esempio mettendo subito De Ceglie al posto di Giovinco o Diego, sul 2-1 non toglie Grosso che non sa (o non ce la fa) a fare la diagonale, mettendo Legrottaglie per rinforzare la difesa.
Poi, sul 2-2 con la squadra in apnea anzichè sostituire Trezeguet, toglie Poulsen per inserire Amauri, passando ad un 4-4-2 con Diego all'ala destra (sic!) e Tiago in mezzo che infatti non sa nemmeno rinviare e regala il 3-2. Quando poi la frittata é fatta, al 40' decide di coprirsi e sostituisce Giovinco con De Ceglie! Roba da dilettanti allo sbaraglio e pensare che per 60' eravamo stati più che discreti, con l'incornata di David e il "rigorino" di Giovinco (momenti lo sbaglia, dopo aver fallito il gol in apertura, il piccoletto proprio la porta non la vede), poi il disastro e il buio di Halloween.