mercoledì 20 maggio 2015

Filip-pino pali, Matri-mitra gol, finalmente la decima!

Che potesse essere una partita difficile, era immaginabile, il rischio di perdere tre finali in un'annata da sogno e contro un'avversaria forte, motivata e coperta con il 3-4-3 (e per giunta nel suo stadio), era reale, tanto più con le assenze di Marchisio e Morata, due tra gli uomini chiave e più in forma della stagione. Per fortuna, un prepartita adeguato e con le solite precauzioni, soprattutto la notizia del ritorno a tre in difesa, mi davano qualche garanzia. Ma la partita confermava le paure, in particolare il gol dopo soli tre minuti di Radu, anche se Chiellini in azione fotocopia ma in semirovesciata, sistemava subito le cose. Dopo le reti dei due capitani di giornata, ne seguiva una partita non bella, soprattutto per colpa della Juve, timida e quasi paurosa, con tanti errori nel palleggio e incapace di produrre azioni ficcanti e da rete, con un Llorente lampione e un Pogba che, non ai suoi livelli, regalava a Parolo un'occasione da fuori, ma la rasoiata terminava a fil di palo. Nel secondo tempo, le uniche azioni degne di nota erano un colpo di testa del Polpo Paul e un bel tiro sul finale di Tevez, entrambi finiti alti, con in mezzo un gol annullato per fuorigioco (forse millimetrico) al pimpante Matri. Gli inevitabili supplementari si decidevano nel giro di tre minuti, in perfetta simmetria con i gol dei difensori mancini capitani e vedevano protagonisti i subentrati centravanti: da un lato al 3' Filip-pino Djordjevic beccava i due legni su botta al volo da venticinque metri a Storari battuto e con il rinvio di Pirlo, che dall'altro al 7' imbeccava Matri-mitra, bravo prima a servire Tevez e poi sul rimpallo causato dal tiro di Carlitos, a metterla di piatto alla sinistra di gatto di marmo Berisha. Nonostante qualche salto di corrente, riuscivo così a vedere il Presidente Mattarella che consegnava la coppa a Chiellini.

mercoledì 6 maggio 2015

Calma, c'è ancora il ritorno...

Il 5 maggio è il 5 maggio, non è una poesia o una data ricordare, è una filosofia, una storia e anche una geografia, d'ora in poi avrò un altro motivo per ricordarla (senza dimenticare il 1993 e i 2 Baggio in finale di Coppa Uefa), una semifinale real, dove la notizia più bella è che abbiamo dimostrato di essere degni di cotanto palcoscenico. Ci metto del mio in mattinata con la biciclettata insieme a Valerio (causa la "buona scuola") che aveva portato bene il sabato dello scudetto, l'impegno Upi (che ultimamente è una garanzia) nella Leonessa, ma soprattutto la stessa maglia comprata nell'anno di grazia della vittoria in Serie B (che va sempre ricordata e glorificata) autentico talismano come e quanto il mio pullover d'inizio d'anno e che ormai per decenza posso indossare solo nelle serate delle partite più importanti. E questa lo era, certo che lo era. Schierata a quattro in difesa, scelta che non condivido, con la sorpresa Sturaro a sinistra nell'inedito centrocampo a 4 (con Vidal nel mezzo assieme a Pirlo e Marchisio a destra), la Juve parte bene e dopo le occasione di Sturaro, Tevez e Morata (gran pallonetto da fuori area) passa al 9' con lo stesso Apache che, al termine di ventisette passaggi di fila, ventisette, spara un bolide in diagonale sul palo più lontano che Casillas non trattiene (per fortuna che secondo Zoff è più forte di Buffon) e Morata ribadisce in rete. A questo punto la partita cambia, il Real domina - noi soffriamo sulle fasce - pareggia, complice un errore di Evra e una dormita di Lichtsteineir, con Ronaldo di testa a porta vuota e soprattutto rischia di passare in vantaggio sulla traversa che sembra colpita da James ma in realtà da un intervento fenomenale di Sturaro che anticipa il colombiano. Da lì in poi fino al 60' si va avanti in equilibrio, fino a quando Tevez con una rocambolesca azione dove succede di tutto (botta da fuori di Marcelo respinta di testa da Bonucci che va a cadere tra i piedi di Carlos, contropiede fulminante con lo stesso Marcelo che abbatte Morata e il folle fallo di Carvajal che stende il diez), si procura e calcia (male) il rigore del vantaggio. Dopodiche Allegri finalmente passa a 3 in difesa (Barzagli al posto di un ottimo Sturaro) e non rischiamo più nulla, anzi senza l'assurda sostituzione di Tevez (dentro Pereyra) magari potevamo fare il 3-1 che Llorente (subentrato ad un monumentale Morata) fallisce di testa da due passi.

mercoledì 29 aprile 2015

sabato 18 aprile 2015

martedì 14 aprile 2015