mercoledì 6 gennaio 2010

Nella calza della Befana a Parma, la Juve trova la vittoria ma non la soluzione ai problemi

Quando dopo soli due minuti di gioco, Diego conquista con una azione travolgente sulla fascia sinistra un calcio d’angolo e, sulla magica traiettoria, Chiellini stacca imperiosamente di testa e Brazzo devia di giustezza in rete, alcuni dei seguenti pensieri saranno affiorati nelle menti più sprovvedute:

1) Blanc ha fatto bene a confermare Ferrara;
2) Il rientro di Bettega ha dato fiducia e tranquillità all’ambiente (ma non alla tribuna d'onore, dove si é distinto - sic - l'Assessore alla sicurezza - doppio sic - del Comune di Parma);
3) Ferrara ha trovato la soluzione ai problemi della Juve e si è meritato il panettone;
4) I giocatori hanno reagito al periodo difficile e ritrovato unità d’intenti e giuste motivazioni.

Chissà se novantasei minuti dopo, senza gioco e soprattutto senza uno straccio di tiro porta - a parte l’autogol di Castellini che dà il vantaggio definitivo alla Juve dopo il pareggio dell’ex Amoruso – qualcuno avrà avuto il coraggio di fare anche una sola di quelle considerazioni.

In effetti, se non è record vincere 2-1 con un tiro e mezzo in porta, poco ci manca e non è un modo di dire figurato, la Juve non ha proprio tirato in porta, non è mai stata pericolosa, non ha mai congegnato alcuna trama offensiva degna di questo nome; ha fatto una partita solida, questo lo concediamo, senza buttarsi in avanti alla garibaldina e regalare contropiedi assurdi, in questo favorita dal ritorno al classico 4-4-2, con il rientrante Chiellini, l’unico a giocare da vero campione in questa squadra, al posto dello squalificato Cannavaro, due centrocampisti a fare schermo davanti alla difesa (Felipe Melo e Poulsen), Brazzo a destra e Marchisio a sinistra, Diego dietro Trezeguet.

Certo, è meglio vincere che perdere come invece è accaduto in cinque delle ultime sei partite, non c’è bisogno di scomodare Catalano, ma occorre anche convincere, perché se si crede che per uscire dal tunnel sia sufficiente imboccare le scorciatoie come si è fatto oggi, non si farà davvero strada.

Occorre in primo luogo dare un gioco credibile e veloce alla squadra, trovare soluzioni diverse rispetto agli imbarazzanti terzini attuali, acquistare un regista vero per costruire una mediana di qualità con Felipe Melo e Sissoko (con l’ottimo Marchisio prima alternativa), mettere in condizione Diego di esprimere le sue doti e rinforzare gli avanti con una punta rapida, guizzante e imprevedibile, capace di saltare l’uomo e tirare in porta, sperando che gli infortuni diano tregua (col Parma é finito ko Trezeguet) e confidando prima o poi in uno staff medico e atletico all’altezza della situazione.
Per far questo, non serve la rivoluzione, ma da un lato avere la lucidità e il coraggio dimostrati lo scorso anno, a due giornate dalla conclusione, mandando giustamente a casa Ranieri, dall’altro mettere la mano al portafoglio e soprattutto avere le giuste intuizioni. Altrimenti, si rischia solo di prolungare l’agonia e di fallire i traguardi rimasti (Coppa Italia, Europa League e qualificazione alla prossima Champions) che vittorie di Pirro come quella di Parma, potrebbero mettere a dura prova.

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