sabato 23 gennaio 2010

Destino beffardo, Ranieri licenzia Ferrara!

Era proprio destino, come dice Totti nel dopo gara, riferendosi al suo gol, il primo della carriera in casa della Vecchia Signora.
L'avventura di Ferrara inizia e finisce con Ranieri. E mai destino fu più beffardo, visto che una discreta Juve mette in scacco la Roma per lunghi tratti della partita. Ci vuole il solito inguardabile Grosso (peggiore in campo, aiutato dall'assenza di Melo) e il solito arbitro, Tagliavento, a offrire a Totti il rigore del pareggio, dopo il meraviglioso gol di Del Piero, un sinistro di rara precisione e perfetta coordinazione.
Poi complice anche un'espulsione (bravo Buffon a fermare Riise lanciato a rete), la Roma trova l'immeritata vittoria allo scadere, su un colpo di testa ravvicinato dello stesso Riise. Nelle due occasioni, anche Chiellini non é esente da colpe, visto che sbaglia in entrambe i casi il rilancio e dà modo a Pizarro di ripartire verso la porta, facilitato da Ferrara che ancora una volta dimostra di non saper leggere la partita: prima sbilancia la squadra mettendo l'inutile (e dannoso sul secondo gol) Candreva al posto di Grygera (e retrocedendo Brazzo) e poi non rinforza la difesa inserendo Cannavaro, in situazione di inferiorità numerica.

Già nel primo tempo la Juve, pur con le lacune e le gravi assenze ormai note, mostrava una netta supremazia; anche se tecnicamente ancora una volta non riusciva a scagliare un vero tiro in porta, in realtà qualche azione pericolosa la partoriva; in particolare tre tiri, di Del Piero (dopo soli 22 secondi), di Brazzo che non vedeva gli accorrenti Amauri e Marchisio e di quest'ultimo, poi quattro colpi di testa insidiosi, due volte Amauri prima su cross dalla destra di Grygera e poi dalla sinistra di Grosso, Legrottaglie (da corner) e Del Piero (da punizione) su imbeccata di Diego. La Roma si vedeva poco, l'infortunio di Toni dopo due minuti scombinava i piani, qualche ripartenza, un bel duetto Totti-Vucinic e poi un paio di tiracci dal limite degli stessi due attaccanti.

Nel secondo tempo la Juve dava l'impressione dopo il gol di portare a casa tre punti (Amauri sprecava una palla invitante schiacciando debolmente di testa), ma il già citato destino decideva altrimenti e portava bene a un Ranieri che pure aveva condotto la Roma come aveva fatto con la Juve: fortuna tanta, gioco poco, signorilità inesistente (quando dice nel post gara che i dirigenti non li saluta).

Dalle cose brutte talvolta ne possono nascere di belle: speriamo che Blanc e Bettega mettano fine a questo strazio, si sono già persi 34 giorni da Juve-Catania, se si vogliono perdere anche tutti gli obiettivi che restano, la strada é quella giusta.

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