Torno a San Siro, per una partita ufficiale, dopo tanti anni, in mezzo solo il Trofeo Berlusconi 2011, che segnò l'addio della grande speranza Diego e l'esordio allo stadio del mio piccolo grande Valerione.
Ci torno con il mitico Samu, amico di lungo corso e di provata fede bianconera e rosso Olimpia, autentico amuleto portafortuna, in una serata gelida, tempo da lupi che sembra ideale per il branco assatanato di Conte.
A parte i biglietti nominativi, i controlli, i tornelli e ri-tornelli, all'interno é il solito spettacolo, sono in prima fila, anello rosso, ammiro l'erba, quell'erba che mi faceva impazzire quando calcavo i miei campetti, la luce dell'immenso teatro, la gente, un bergamasco juventino che bestemmia a manetta, un tizio con cappotto impellicciato aperto (prontamente ribattezzato Luigi XIV dal Berghem).
Ammiro soprattutto la Juve, calma, sicura, ben organizzata, con un gioco a memoria, fatto di fraseggi e verticalizzazioni, dove si distinguono Pirlo in regia e Giaccherini in accelerazione. Dopo un primo tempo sereno, entra in scena Caceres che prima si fa trovare pronto su un diagonale di Borriello ben servito dal Jack e poi, dopo il pareggio del piccolo Faraone milanista su cross di Antonini e dormita difensiva, mi fa esultare di gioia incontenibile con un pallonetto di rara bellezza e maestria. In mezzo, l'applauso per il capitano, non certo per la mediocre prestazione, ma per una carriera inimitabile ed ineguagliabile. Che serata indimenticabile!
Nessun commento:
Posta un commento