Voglio tornare per una volta sui miei passi, non solo per non apparire ingeneroso nel liquidare con un solo post il grande campione e il grande uomo Del Piero, ma anche per chiarire e precisare alcuni aspetti di una storia ventennale e di una carriera fantastica ed esemplare da tutti i punti di vista.
Premessa: Ogni aggettivo nei confronti del capitano è riduttivo, il cuore, l'anima, la memoria di ogni bianconero è piena di Alex, delle sue magie, dei gol alla Del Piero, da Dortmund a Madrid, dalla Champions all'intercontinentale (quella vera, non dei Campioni del Congo), le prodezza della storica rimonta contro la Fiorentina, di tante vittorie contro contro Inter, Milan, avversari italiani e mondiali.
Constatazione: l'infortunio di Udine è stato lo spartiacque del prodigioso cammino di Alex, un declino lento e inesorabile diverso da tutti gli inevitabili declini sportivi; non è più stato quel meraviglioso, inimitabile pedatore e predatore delle aree avversarie, ma neppure un giocatore né inutile né tanto meno banale, tanto è vero che ha vinto altri scudetti (senza dimenticare il periodo sfortunato di Ancelotti), il Mondiale, ha continuato a segnare, capocannoniere in B e in A in due anni consecutivi, ha gonfiato spesso e comunque le reti ed è tuttora, a 37 anni suonati, un buon giocatore. Un buon giocatore, questo è il punto, ma non più un fuoriclasse, da molti anni, tanto che fin dall'anno della B, non ha mai avuto né offerte concrete, né un mercato reale. Insomma tutti lo vogliono (a parole), come titola pomposamente oggi Tuttosport, ma nessuno se lo piglia. Perché? Semplice, è uno che potrebbe fare la fine di Baggio (al Bologna, al Brescia) o di Mancini (in Inghilterra) o di Beckham (a Los Angeles), ma che non ha nessuna voglia (forse giustamente) di fare la fine di Baggio, Mancini o Beckham. Anche perché ama troppo la Juve. Ricambiato.
Conclusione: per questioni anagrafiche, non è più abbastanza bravo per fare la differenza, ma è troppo bravo ancora per fare il comprimario. Paradossalmente, se fosse meno bravo, potrebbe restare fino a 40 anni, non disturberebbe nessuno, anzi darebbe una mano, ma così destabilizza la squadra e non le consente di proiettarla nel futuro. Ecco perchè, a malincuore, ha ragione il Presidente Agnelli.
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