Non é stata una semplice vittoria, ma un'autentica sinfonia diretta da un magistrale direttore d'orchestra, Andrea Pirlo, supportato da un primo violino suberbo, Claudio Marchisio.
A perfect game o quasi (l'espulsione finale di De Ceglie ci costa il gol della bandiera - su rigore - dell'evanescente Giovinco e un handicap per la prossima gara) ha inaugurato la nuova meravigliosa casa bianconera, con il pubblico finalmente uomo in più.
Ben messi in campo, ordinati, diligenti tatticamente, sempre al posto giusto, complice un Parma inesistente, i nostri sono stati padroni del campo e del giuoco dal primo all'ultimo minuto (38 minuti a 23 di possesso palla), guidati dal Ministro del centrocampo, Sua Altezza Andrea da Brescia, che ha suggerito la prima rete dell'ottimo Liechsteiner; l'unico difetto nel primo tempo é il mancato raddoppio, più a causa della scadente terna arbitrale, come rileva giustamente Conte nel post-gara, che nega un rigore netto e un gol regolare a Matri.
Il centravanti bianconero ci mette del suo, in apertura di ripresa, per fallire il doppio vantaggio colpendo un palo sciagurato, ma la Juve é un caterpillar e grazie anche alle sostituzioni azzeccate (a parte l'indolente Vucinic per Matri, un grande Vidal al posto di Del Piero e un buon Krasic per Pepe) e al cambio modulo (dal 4-2-4 al 4-3-3), mette in ghiaccio la gara con il potente diagonale di Pepe (su bell'assist del capitano), con la rasoiata da fuori area del guerriero cileno e con il tocco soave di Marchisio su dolcissima imbeccata del pifferaio magico Pirlo, a suggello di una prestazione sontuosa della coppia.
Chapeau dunque ad allenatore e squadra, buona la prima, ma aspettiamo la seconda...
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