mercoledì 21 settembre 2011

Juventus - Bologna 1-1, due punti persi o uno guadagnato?

E' successo di tutto al Juventus Stadium tra la Vecchia Signora e il Bologna, una partita difficile da interpretare.

Se si pensa che in dieci, dal recupero del primo tempo a fine gara, per 50 minuti, non si é perso, anche a confronto con l'anno scorso, il bicchiere è mezzo pieno; se si guarda al vantaggio iniziale e al gol preso su calcio d'angolo (Chiellini inguardabile) quasi subito ad inizio ripresa e poi si é dominato senza subire alcunché, contro un Bologna destinato alla B, il bicchiere é mezzo vuoto.

La realtà è un primo tempo solo discreto, con il signor Gava da Conegliano Veneto ansioso di estrarre il cartellino a sproposito specie agli juventini, da Pepe a Vucinic (giallo poi decisivo), la Juve passa non del tutto meritatamente con un'invenzione di Pirlo che su punizione (con palla forse in movimento) serve Vucinic abile nel diagonale vincente. Ma il montenegrino è fatto così, prima fa e poi disfa e il suo fallo assurdo a metà campo è miele per la giacchetta nera, che non senza esitazione gli sbatte in faccia il rosso. Nel mezzo un tiro alla Del Piero del capitano e di Krasic da fuori area di sinistro, ma poca roba.

Nel secondo tempo, Conte mette Matri per Del Piero e non inserisce Vidal come prevedibile, la mossa é da studiare attentamente, all'inizio non sembra azzeccata, Portanova segna indisturbato da Chiellini su corner dopo erroraccio di Pippa De Ceglie e parata di Buffon su Casarini (e soprattutto dopo il palo clamoroso di Krasic, "gol sbagliato gol segnato"...).
Poi però la Juve é arrembante e generosa, entra Giaccherini per il serbo e Vidal per De Ceglie, anche in questo caso mosse originali, ma sfiora più volte il vantaggio con l'immenso Pirlo - uomo ovunque e vera anima bianconera - a suonar la carica, Chiellini, Barzagli e Pepe (due volte entrambi), fino alla rissa finale.

In ogni caso, con il pareggio tra Milan e Udinese e la sconfitta del Napoli a Verona con il Chievo, si resta in vetta alla classifica e, alla fine, chi s'accontenta, gode.

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