Atroce delusione questo pomeriggio dopo l'eliminazione dalla Champions, giunta al termine di un girone giocato in modo patetico, in cui abbiamo pareggiato per il secondo anno consecutivo con una squadra danese (e per giunta con pareggio in rimonta), ottenuto un punto su sei con una turca così come con il Real Madrid, contro il quale - paradossalmente fino ad un certo punto - si è vista la miglior Juve.
Altro che accampare scuse, caro mister Conte, per il campo, impraticabile anche per gli avversari, non capire che la squadra, quadrata, solida, ben organizzata finché si vuole, è priva di classe, di giocatori di talento che possono andare in gol facilmente e ripetutamente, è una grave colpa, ma Marotta sembra non accorgersene. Tevez è un gran lottatore ma non segna (in Champions addirittura da venti partite e quattro anni), Llorente non è Ronaldo e neppure Higuain, i centrocampisti sono solidi e tosti, ma non certo dei Zidane, i difensori bravi ma non bravissimi (usciamo per colpa di due errori di Bonucci, sia all'andata che al ritorno con il Galatasaray), il gioco sulle fasce totalmente assente, l'unico fuoriclasse ha 35 anni e non per niente non era in campo, bisognerebbe fargli un contratto a vita ma si tentenna sul rinnovo, del resto Marotta è uno che sbaglia raramente...
Peccato, uscire così fa male, un conto è perdere contro il Bayern, altro con una squadra dove il perno di centrocampo è Felipe Melo, la punta di diamante Drogba che ha 36 anni e chi ci segna giocando da fermo.
La partita praticamente non esiste, nei 15' a completamento dei 31' giocati ieri non succede niente, nel secondo tempo Buffon risponde alla grande a Drogba, libero come sull'azione del gol decisivo quando, a 5' dalla fine, indisturbato salta di testa e appoggia all'accorrente Sneijder, che fulmina Gigi a cui non riesce il miracolo, dopo che Marchisio e Llorente avevano fatto il solletico a Muslera.
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