Una Juve irriconoscibile getta al vento una partita e uno scudetto gia' vinti, crollando sul traguardo come Dorando Petri: colpa della stanchezza fisica, della paura di vincere o di uno sciagurato Buffon, che a 8' dal termine vuole fare il fenomeno e tenta di dribblare assurdamente Bertolacci, che gli toglie palla e segna a porta vuota? Penso per tutti i tre motivi, ma soprattutto per l'ansia di raggiungere un risultato a portata di mano.
Passata in vantaggio dopo 8' minuti con una girata di testa di Marchisio su assist al bacio di Pirlo, si vede subito che non e' la solita Juve, cattiva, decisa, veloce ma una pallida imitazione, la occasioni latitano a parte un fuorigioco ingiustamente fischiato a Quagliarella lanciato solo a rete e due palle gol capitate a Vidal tra primo e secondo tempo.
Sembra fatta quando dopo dieci minuti il Lecce rimane in 10 per l'espulsione di Cuadrado per doppia ammonizione, ma il Lecce, che gia' aveva giocato bene nei primi 45' minuti, raddoppia l 'energia e con un po' di fortuna e grazie ad un Buffon kamikaze, trova il pareggio, a mio parere meritatissimo, di fronte ad una Juve inconsistente e preda dei suoi fantasmi.
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