La Juve torna in corsa per un posto in Champions League, dopo la pesante battuta d'arresto in casa con il Palermo e supera, nella prima prova d'appello, 1-2 l'odiata Fiorentina, ritrovando non certo il gioco ma almeno la compattezza e due lungodegenti come Iaquinta e Poulsen - importanti nell'ottica dei prossimi impegni ravvicinati - anche se si dovrà valutare il problema accusato da Chiellini.
La Juve si schiera con la solita difesa, con Zebina che sostituisce Grygera, punito per lo sciagurato assist a Budan sul secondo gol del Palermo e con Legrottaglie che ritrova il suo posto a scapito del titolate (ma solo in Nazionale!) Cannavaro, con il centrocampo tipo, Melo tra Marchisio e Sissoko e, davanti, con Diego e Candreva (che sostituisce l'acciaccato Del Piero) dietro ad un ex giocatore del passato, David Trezeguet.
Nel primo tempo la Juve é guardabile solo nei primi due minuti, giusto il tempo di passare in vantaggio con una meravigliosa perla di Diego che, su verticalizzazione di Candreva, scatta sul filo del fuorigioco e a tu per tu con Frey, é bravo prima a fintare il calcio, poi a nascondere la sfera sotto la suola del piede sinistro, alla Zidane, e infine ad uccellare il numero uno viola di giustezza.
Chissà perchè, il fuoriclasse brasiliano in campionato segna solo in trasferta, prima di oggi a Roma (doppietta), Bergamo e Bologna.
A questo punto ci saremmo aspettati una Juve pimpante che galvanizzata dall'improvviso vantaggio potesse approfittare degli avversari disorientati e con la mente proiettati alla sfida di martedì contro il Bayern e invece niente di tutto questo, anzi la Fiorentina ci schiaccia nella nostra area per almeno venti minuti buoni, in cui rischiamo più volte di capitolare, come quando Manninger sfodera una paratona su Gilardino, Vargas trova il buco della barriera su punizione e Marchionni crossa pericolosamente dalla destra senza trovare la deviazione di un compagno.
La Juve é in difficoltà, non tiene palla, non ha alcuna capacità di sviluppare un gioco almeno accettabile, in quanto Melo é impegnato davanti alla difesa, Marchisio che pure ne avrebbe le qualità é defilato, Sissoko non sembra in forma, Diego (che cerca due volte Sissoko prima di testa poi in profondità) e Candreva predicano nel deserto, Trezeguet é un gatto di marmo sul gran lancio di Marchisio.
Proprio quando la Juve sembra aver preso le misure, i viola trovano il pareggio al 32' grazie a "Stanlio" Manninger e "Olio" De Ceglie, più per demerito del portiere che macchia la sua buona prestazione con un erroraccio in uscita (il suo punto debole) che per colpa del difensore, che peraltro si trova impreparato a chiudere su Marchionni che, reattivissimo, di testa, lui che non è un gigante, mette dentro l'1-1. Nell'occasione De Ceglie, travolto dal compagno, addirittura s'infortuna e lascia spazio ad inizio ripresa a Grosso, cambio che si rivelerà decisivo.
La Fiorentina paga infatti lo sforzo dei primi 45' e subisce la ritrovata verve del campione del mondo, che spinge forte sulla fascia sinistra, dove duetta spesso con Diego. E proprio il mio adorato 28 al 68' inizia l'azione decisiva, serve Sissoko che fa l'unica cosa giusta (ma importante) della sua partita, splendido assist in profondità per Grosso, che con un sinistro incrociato da posizione defilata, trova una bellissima rete da attaccante.
Prandelli tenta la mossa della disperazione con un coraggiosissimo 4-2-4, inserendo al posto di Zanetti il brasiliano Keirrison, protagonista di due azioni che suscitano gli isterismi viola; prima per un fallo di mano in caduta di Chiellini su un tentativo di assist in mezzo all'area, poi quando lo stesso Chiello lo tocca sul collo fuori dall'area di rigore, ma Damato è brevo a non cadere nella trappola.
Il ritmo cala, la Fiorentina continua a spingere, ma la Juve non soffre più di tanto l'infortunio a Chiellini (Zaccheroni aveva prematuramente esaurito le sostituzioni con Iaquinta per Trezeguet e Poulsen per Sissoko), non solo perché, anche da fermo, in mezzo al campo la roccia intercetta qualche pallone, ma soprattutto perché la Juve già nel primo tempo aveva giocato in dieci, con la mummia Trezeguet.
Negli ultimi minuti la Juve riparte in contropiede, sfiora il 3-1 con Marchisio il cui tiro, un po' centrale, é respinto da Frey, ma passa lo stesso a Firenze, e torna ad issarsi al fondamentale quarto posto, almeno per stasera.
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