Nel giorno più difficile della sua gloriosa storia, quando la vergogna ha superato ormai ogni tollerabile decenza e il baratro é stato ampiamente sfiorato, la Juve trova una giornata finalmente di sole, in tutti i sensi, e in anticipo di una settimana, arriva la Resurrezione, protagonista il più discusso giocatore della stagione, il presunto fenomeno Felipe Melo.
E dire che i segnali erano tutti, ancora una volta, negativi, la protesta dilagante, il silenzio della curva, lo schiaffo mollato sul coppino di Zebina prima di salire sul pullman, le uova e i cristalli infranti, un primo tempo desolante, al di là della perla del leggendario capitano al 30', una punizione di mirabile bellezza e di mortifera precisione, che s'infila là dove la mamma tiene la marmellata e dove il neppur bravo Consigli può arrivare, nonostante un tuffo degno del miglior Klaus Di Biasi.
Ma complice l'ennesima disattenzione difensiva (anche se derivante da un fallo inesistente di Sissoko a metà campo), Amoruso sorprende al 45' l'allegra retroguardia juventina e infila Manninger in uscita disperata, che questa volta, a differenza delle precedenti su Tiribocchi e sulle sberle di Valdes e Padoin, non può nulla.
Gioco poco, trame inesistenti, l'insostenibile lentezza dell'essere che la fa - more solito - da padrona, la Juve sembra prigioniera del suo cronico malessere. Ma si sa, quando tutto sembra ormai perduto, anche il disperato trova la forza per reagire alle avversità.
L'ingresso di Amauri, al posto di uno spento Trezeguet al 26', dà la linfa decisiva.
Eccolo tentare una giravolta in rete appena entrato, poi scivolare sulla sponda di Marchisio conseguente al bel cross di Giovinco che, entrato al 36' del primo tempo al posto dell'infortunato Diego, comincia a farsi più consistente, lascia partire una sventola che finisce larga sulla sinistra di Consigli.
Melo, entrato al 13' al posto di Candreva per rinforzare il centrocampo messo a soqquadro da uno scatenato Valdez, é ancora falloso (rischia il rigore al 22' su Ferreira Pinto) ma cresce alla distanza e, dopo una pericolosa discesa di Zebina, con un'imperiosa incornata sfrutta il bel cross di Del Piero e centra il bersaglio al 36'. Ma il meglio deve ancora avvenire, con le mani giunte a mo' di scusa per i tifosi. Non ci avrà riconquistato, ma almeno ci sta provando!
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