No, Memo Remigi e Ornella Vanoni in questo caso non c’entrano niente (se non in omaggio alla mia adorata mogliettina e al nostro delizioso pranzo profumato di tartufo bianco), è più che altro una strana domenica di novembre, sospesa tra il grigio del cielo e il verde marrone delle foglie cadenti, senza calcio e senza il 44 rossonero, ritornato alle sue cronache canadesi.
E allora quale modo migliore di celebrare entrambi con una mattinata su Espn America in collegamento con l’Air Canada Center e un pomeriggio live al Mediolanum Forum, per di più con due derby, Toronto-Calgary e Milano-Cantù?
I Maple Leafs sono un po’ come l’Armani Jeans, grande storia, un passato di leggendarie vittorie e un presente di sonanti delusioni. Contro i Flames i presupposti per una bella gara ci sono tutti, una chiara vittoria contro le Red Wings di Detroit e una sfortunata rimonta in quel di Chicago. In più l’ingaggio davanti a due leggende del passato, Wendell Clark e Geoff Courtnall, due facce che parlano (tipo Bud Spencer e Terence Hill o Starsky e Hutch), mica pizza e fichi, la gente li ricorda in adorazione, Clark fa pure una smorfietta quando le immagini alternano ai suoi micidiali slaps alcune mitiche scazzottate, sale il rumore, l’arena trabocca d’entusiasmo, i ragazzi non possono far figure, proprio oggi, dai.
Come va a finire? Con una sconfitta, ovvio se hai una partenza da incubo e prendi due gol in sedici secondi, una fucilata di Iginla e una deviazione sottorete di Nystrom quando ancora non sono passati due minuti. Non basta un tiraccio di Beauchemin in power play a rimettere in carreggiata l’incontro, nonostante un assedio in piena regola alla porta di Kyprusoff, specie se The Monster prende il terzo gol da Boyd al 13’ e viene segato da un Ron Wilson (altra faccia da cinema) lievemente corrucciato... La partita finisce lì, Toronto crede di riaprirla con il talentuoso Stajan al 22’ ancora in superiorità numerica, ma Igilna al 44’ non perdona e Bouwmeester mette il punto esclamativo al 53’.
La rivincita è dietro l’angolo, sempre su Espn America, i miei Colorado Avalanche attendono al Pepsi Center i Vancouver Canucks dei fratelli gemelli Sedin da Ornskoldsvik (quanti ricordi), ma proprio uno dei due, quell’ingrato di Henrik, ce l’ha con noi, marca un hat-trick e ci bastona con un 8-2 che non ammette repliche.
Allora capisco la lezione, dico basta all’hockey e mi dirigo al Forum con un altro mio amicone, dove ci aspettano lo Sky Box e lo Sky Point (non sono come quelli dell’Air Canada Center, ma si difendono). Ma questa è un’altra storia!
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