Ci sono molti modi per spiegare una partita, ma la realtà é che la Juve, per battere l'Atalanta, ha dovuto vincerla tre volte. E dire che i presupposti di una vittoria c'erano tutti e di natura strettamente tecnica: 1) La mia mitica maglietta blu, autentico porta fortuna e come tale trattato da reliquia, alla sua seconda stagionale; 2) L'anticipo del sabato sera, all'orario giusto, da sempre favorevole; 3) L'avversario, l'Atalanta, squadra amata e rispettata da ogni Juventino, terz'ultima in classifica e decimata dagli infortuni; 4) L'allenatore degli avversari, il nostro grande capitano, delizioso sparring partner per la Juve già ai tempi dell'Arezzo, un pò come il suo collega Walter Zenga per il biscione (a differenza di quell'antipatico di Gasperini che contro di noi sembra Rinus Michels) 5) La dichiarazione d'amore per gli innominabili del doppio ex Pietro Fanna nel pre-partita radiofonico, il che mi spiega a distanza di vent'anni perchè non fosse, al pari di Marocchino, esattamente tra i miei idoli.
Torniamo alle tre vittorie in un unica gara, tre come i gol annullati (altro record), tre come i gol di Camo nella stessa settimana, quattro in quattro partite.
Proprio MG sembra stendere l'Atalanta con un uno-due devastante (prima di testa su assist di Grosso dalla destra!, poi su cross dello stesso da sinistra malamente respinto da Talamonti) dopo 35' di sonnolenza, ravvivati invero solo dai Conte-Boys che radiocomandati dall'intelligente mister battono le fasce, il nostro tallone d'achille, e crano problemi con Valdes che inventa per Tiribocchi e con Ceravolo, ovvero i due che segneranno nel secondo tempo.
Ma la lettura della partita fa ancora difetto a Ciro il Grande e quindi anzichè passare a tre rinforzando la difesa al centro e ai lati (con Nicola per Grosso e Chiello in fascia), si subisce il gol assurdo con la difesa altissima infilzata dalla solita verticalizzazione (e con la complicità di Buffon).
Bravo Melo con una legnata terrificante a trascinare i suoi alla seconda vittoria, qui mi aspetto la citata mossa, ma niente e dunque ancora gol assurdo, questa volta da "orizzantalizzazione" di Valdes per Tiribocchi che apre per Ceravolo che, indisturbato, avendo nei pressi la bella statuina, é libero di fare l'eurogol.
Qui il nostro si sveglia dal torpore, partorisce un topolino (De Ceglie per Giovinco) comunque utile, ormai non possiamo esimerci e dunque chi si rivede? Sì il gol del 28, alleluja, e che gol, un gol d'autore, meraviglioso controllo di sinistro in corsa e carezza in fondo al sacco, dolce come una stop volley di McEnroe o un jab mancino di Ray Sugar Leonard, tanto per restare ai miei due idoli da ragazzino.
E allora ci sta l'urletto d'ordinanza, la presente e viva e il suon di lei, la cinquina griffata David, che raggiunge il mito Sivori e ci fa pensare a quello che poteva essere e non sarà mai quest'anno.
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