Quando si sta male, si sa, non c'è niente di meglio di un bel brodino leggero leggero, non di carne, ma di verdure, una carotina e una zucchina, come quello che si fa ai bambini da svezzare.
E il Catania in effetti si presenta in stato vegetal/vegetativo, c'é ma non c'è, di carne non ne mette, é proprio ospite educatissimo all'Olimpico, sembra addirittura non mettersi nemmeno le scarpe da calcio, ma infilare di buon grado le pantofole preparate dai padroni di casa. Con una bella vestaglia e un Brahms in sottofondo, si sarebbe potuta anche addormentare. Ma deve svolgere il suo ruolo fino in fondo ed allora nel finale fa finta addirittura di attaccare, per aiutare il rientrante Buffon ad entrare in condizione.
La Juve, da Vecchia Signora qual'è, educata e compita anche se piena di acciacchi (perde Toni dopo soli 15 minuti, distorsione al ginocchio destro) gradisce e con il minimo sindicale si porta a casa la vittoria, con un gol per tempo, di Krasic al 33' su grande assolo di Del Piero (in mezzo a due occasioni sprecate da Aquilani e Marchisio) e di Pepe al 53', neo centravanti, su corner dello stesso capitano (migliore in campo) deviato da Chiellini.
Il solito arbitro, inappuntabile come sempre, non fischia un rigore grande come una casa per fallo di mano su colpo di testa di Chiellini, nega ad Alex un gol regolare e lo ferma al 41' in sospetto fuorigioco.
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