Che si trattasse di partita difficile, lo dimostra il paradosso iniziale: se la Juve avesse vinto, sarebbe stata la dimostrazione di quanto fosse grave aver aspettato a cambiare il manico, se avesse perso, di come ci volesse ben altro per invertire la rotta. Tra le due possibilità estreme, è uscito un pareggio ed è stata la conclusione più logica.
Con Zac al posto di Ferrara, non è cambiato quasi niente. Non è migliorato il gioco, lento e confuso, né il modulo. E’ rimasta la sterilità offensiva, si è riusciti a stento a fare un gol e su rigore. Non sono cambiati i cartellini (Grygera e soprattutto Sissoko saranno squalificati), gli infortuni (Felipe Melo), le sostituzioni fatte (Paolucci al 89' al posto di Del Piero) e quelle non fatte (perché non mettere Legrottaglie sull'1-0, rispondendo alla mossa di Ballardini che aveva inserito Rocchi come terza punta?), l’incapacità di gestire il vantaggio come nelle ultime due partite contro Roma e Inter, consentendo a Mauri di concludere a rete, da solo in mezzo all'area dopo soli 8' minuti dal gol di Del Piero, primo e unico tiro in porta della Lazio nel secondo tempo (come nel primo, sempre di Mauri).
E’ cambiato il risultato, non si è perso anche grazie ad un rigore (ben trasformato da Alex al 24' del secondo tempo) assai generoso, è aumentata la spinta sulla fascia sinistra (De Ceglie nettamente meglio di Grosso, che però era squalificato e quindi non può essere ascritto a merito di Zac), Felipe Melo ha sbagliato poco senza però fare grandi cose, Candreva ha mostrato maggiore personalità ma non ha ancora un ruolo preciso. I tiri in porta e le azioni pericolose sono state più numerose, ma ancora una volta è mancato chi fa la differenza e questo non può essere che Diego.
Sul 28 bisogna fare un ragionamento più articolato. A scanso di equivoci é risultato, come quasi sempre, il migliore il campo, tutte le azioni più importanti sono partite da lui, è stato ovunque, ha tentato spesso la conclusione a rete, ha preso un palo esterno nel secondo tempo, si è conquistato molte punizioni, ha fatto un’ottima partita, è calato dopo un’ora - é vero - ma per il gran correre e la stanchezza dell’impegno di Coppa Italia.
Giudizio positivo, quindi, ma non basta e lui da grande campione lo sa e lo fa capire nel post gara. Soprattutto in una squadra come questa, deve essere decisivo, deve fare la differenza in tutti i sensi, deve segnare uno, due gol. Deve diventare un fuoriclasse, che adesso ancora non è perché quando all’inizio Del Piero ti libera sul dischetto davanti al portiere, devi segnare, non importa come, non basta tirare addosso al portiere. Anche quando carica il tiro, dà l’impressione di aspettare troppo tempo, si aggiusta la palla, la porta sul piede, alza la testa, invece di colpire con decisione sfruttando la potenza e la precisione del suo calcio.
Nel complesso, il pari è un’occasione sprecata, visti i risultati delle concorrenti dirette, siamo a quattro punti dal Napoli, abbiamo raggiunto il Palermo al quinto posto ma ne abbiamo tre o quattro alle spalle, continuando così anche il quarto posto rischia di diventare un miraggio.
Purtroppo, lo dico ancora una volta, bisognava operare dopo Juve-Catania, prendendo un grande tecnico e acquistando due o tre giocatori in grado di migliorare la rosa o almeno di sopperire alle tante assenze. Così, non si va troppo lontano.
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