Nessun'indulgenza per la nuova-vecchia Juve che, dopo l'entusiasmante vittoria dell'Olimpico, ritorna sé stessa, come gioco, davanti al pubblico amico.
Però é la terza vittoria di fila e, dopo gli stenti e gli affanni, non è da sottovalutare, almeno come importanza, visto che complice la vittoria esterna della Roma, recupera sei punti in due giornate all'Udinese e si ritrova a -5.
Non sarà certo facile l'approdo in Champions, ma almeno questo sussulto dà un senso alla fine della stagione.
Juve subito sotto contro il Genoa ma dopo la sfortunata deviazione di Bonucci su cross di Antonelli, non subisce alcun tiro in porta, anzi va vicina al pareggio con Bonucci e Pepe di testa; ritmo basso, tanti errori, Motta, Traorè e Melo disastrosi, squadra lenta e senza fantasia anche causa caldo e un avversario chiuso a riccio, ma un pareggio ci poteva stare.
Secondo tempo pirotecnico, con pareggio di Pepe grazie alla deviazione di Rossi, poi ancora vantaggio genoano con il solito Antonelli che surclassa Motta e mette al centro per il gran destro a giro di Floro Flores sul secondo palo. Allora Del Neri che vuole restare (speriamo di no!) non ci sta, fuori gli inguardabili Motta-Melo, dentro Sorensen-Toni, 4-2-4 che porta al pari con l'ennesima, meravigliosa perla di Matri (altro che terza punta, come vorrebbe Boban in una Juve più forte) su azione Pepe-Toni, poi lo stesso Pepe sbaglia un gol fatto con Eduardo a terra, Del Neri lo punisce sostituendolo con Martinez, ma ci pensa Toni su assist profondo (e casuale) di Aquilani.
Ultimo quarto d'ora da panico con Floro Flores vicino al gol, Toni spreca un contropiede facile facile, ma la remuntada é per una volta realizzata.
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